Che non sarebbe stata una passeggiata era del tutto prevedibile, e gli addetti ai lavori della Sidigas Avellino ne erano al corrente. Anche perché i montenegrini del Mornar Bar sanno vendere cara la pelle quando giocano tra le mura amiche.
Nell’arena Sportska dvorana Topolica di Bar, i biancoverdi erano attesi ad una prestazione convincente che spazzasse via le nuvole degli ultimi giorni. Invece la squadra di Sacripanti è andata a corrente alternata, mai davvero in ritmo. E alla fine, il 67 – 76 che vale la quarta vittoria su cinque in Champions League, è figlia solo della differenza di talento e tasso tecnico che corre tra le due formazioni.
L’approccio della Sidigas è quello giusto, con una partenza sprint che lascia presagire un pomeriggio tranquillo. Anche un semplice pick ‘n’ roll tra Ragland e Cusin manda in tilt la difesa del Mornar, e gli irpini ne approfittano per mettere subito la testa avanti con la doppia cifra di vantaggio dopo appena 3 minuti.
Da lì in poi, però, la gara cambia registro: dopo il decollo verticale, per Avellino inizia una lentissima discesa che crea un sostanziale equilibrio e assottiglia un po’ alla volta la distanza nel punteggio.
Il ritmo si abbassa e il Mornar riesce finalmente ad entrare in partita. Il playmaker Jones può scatenarsi con le sue penetrazioni in area dal palleggio e le triple piazzate con precisione (17 tiri, di cui 4/5 dal perimetro per 28 punti). Dalla panchina esce il longilineo Ellis che mette energia sotto i tabelloni complicando la serata di Cusin e Fesenko (chiuderà con 19 punti e 8 rimbalzi). Ma è troppo poco: tutti gli altri non danno il minimo apporto in attacco (per vedere Dickerson e Calic alla voce punti bisogna aspettare gli ultimi 5′ di partita) e per Avellino, salvo alcune sviste, difendere non è un problema.
I biancoverdi, dal canto loro, si appoggiano al solito Ragland, a tratti inarrestabile per la difesa montenegrina. Buona anche la selezione di tiri della Sidigas: molte triple con spazio e tiri da sotto canestro, limitando al minimo le azioni in solitaria e i long-two che fruttano poco. Ma tutta la squadra va a intermittenza e così diventa impossibile tenere le redini dell’incontro anche quando il vantaggio tocca la doppia cifra.
L’unico vero spauracchio per la Sidigas arriva ad inizio terzo quarto, sul 40 – 42. Ma dopo il time-out chiamato da Sacripanti c’è un nuovo parziale di 3 – 13 che incanala la sfida in maniera decisiva.
Da lì in poi c’è solo un altro timido tentativo del Mornar di rifarsi sotto, in apertura di quarta frazione. Ma serve solo a dare il via al one-man-show firmato Joe Ragland degli ultimi minuti: una sequenza di azioni iniziate e concluse dal numero 1 biancoverde che manda al tappeto gli avversari segnando dalla distanza, poi al ferro e creando attacco in tutti i modi possibili. Solo nel quarto periodo Ragland mette a referto 10 punti e un assist.
Per Avellino è una vittoria che fa morale, quindi fondamentale per uscire da una settimana con due sconfitte. Da non sottovalutare il peso del successo in termini di classifica: vale il primo posto in coabitazione con la Juventus Utena. Ci sono ancora 9 partite di girone da giocare, ma guardare gli altri dall’alto in basso non può che fare bene.