“Non potevo restare al Valencia. Ero delegittimato verso la squadra e i tifosi”. Cesare Prandelli è un fiume, si sfoga dopo le dimissioni.
“Mi avevano promesso rinforzi, un investimento di 30 milioni poi molto ridotto. Ero stato a Singapore a parlare con la proprietà. Avevo detto: ‘Ci sono problemi, ho bisogno almeno di un centravanti, due centrocampisti, un difensore sterno’. Risposta: ‘Ok’. E vado su Zaza, ideale per il mio progetto.
Chiudiamo con la Juve. Parlo con il papà, Antonio, e gli chiedo il permesso di contattare Simone. Lui ha carattere, personalità, è d’accordo e lo aspetto il 28 per il primo allenamento. Non posso perdere tempo. E invece la società blocca tutto. Mi prendo 24 ore di riflessione e poi mi dimetto: non abbiamo preso un giocatore… già preso. Missione finita”.