Dopo la vittoria di domenica contro la Geofarma Mola New Basket, Jacopo Gramegna di “Ruvesi.it” ha avuto la possibilità di scambiare due parole con la nostra guardia statunitense Crosgile; è da qui che si è deciso di eleggere ogni week-end “Lo sportivo della settimana”, ed è stato proprio Justin ad essere stato nominato per primo come tale.
Questa è la breve conversazione che ci viene riportata:
“Innanzitutto congratulazioni per il tuo tiro decisivo e auguri di buon compleanno, anche se in ritardo. Quali sono le tue prime impressioni e sensazioni dopo queste tre settimane trascorse fin qui a Ruvo?
E’ un bel posto, un piccolo paese, ma le persone che ci circondano sono eccezionali. Abbiamo una buona organizzazione qui: il direttore sportivo, lo staff tecnico, i tifosi. Tutti sono estremamente disponibili e buoni con noi. Anche il clima sta migliorando: un’esperienza davvero positiva fin qui.
Dopo esserti laureato negli USA sei approdato in Europa. Son passati circa due anni da quando sei qui, dunque hai accumulato abbastanza esperienza di pallacanestro europea per poter comparare i due diversi modi di giocare: quali sono le maggiori differenze tra il basket statunitense e quello europeo?
Il basket europeo è leggermente più incentrato sui fondamentali, sulla chimica di squadra e c’è molta meno propensione al gioco uno contro uno. Qui viene prediletta la conoscenza dei fondamentali del gioco, ad esempio è un po’ differente la regola legata alla violazione di passi. Sono entrambi bei modi di intendere la pallacanestro, anche oltreoceano c’è una grande competitività.
Io in ogni caso credo che l’elemento più importante sia la distanza dalle nostre famiglie, che è una cosa fantastica perché ci permette di crescere da soli e entrare a contatto con altre culture e nuovi stili di vita: come non amare, ad esempio, il cibo italiano!
Ho osservato la personalità e la freddezza con la quale prendi le decisioni in campo, caratteristiche proprie di tanti giocatori che a fine carriera hanno deciso di diventare coach. Alla luce delle tue esperienze – tanto quella europea quanto quella collegiale- ti piacerebbe intraprendere una carriera da allenatore al termine della tua carriera?
Forse, penso di sì. Io voglio sentire il contatto con questo gioco: dopo tanti anni passati sui campi non voglio che il mio rapporto con questo sport si dissolva. Se dovessi pensare a me senza la pallacanestro mi intristirei. Dunque se a fine carriera mi si presentasse la chance di avere una carriera in panchina, la accetterei. So che ci vuole molto lavoro, ore spese nello studio di video e statistiche e notti insonni ma se dovessi avere la possibilità di farlo, lo farei: è una sensazione meravigliosa, appagante. Sarebbe un’opportunità eccezionale.”
Ringraziamo Justin Crosgile per la disponibilità, augurandogli di continuare ad avere un simile impatto con la maglia della Tecnoswitch.
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