Dal sito della Cestistica Ostuni:
Una finale inseguita, ambita, voluta, e finalmente raggiunta dopo una lunga stagione ed un playoff forse più agevole di quanto preventivato, e meno impegnativo di quanto avessimo bisogno. È evidente a tutti, ormai, come la prematura dipartita degli extracomunitari dal campionato di Serie C Silver, e in particolare dal girone di cui facciamo parte, abbia completamente stravolto gli equilibri nei nostri avversari: squadre come Foggia, Monopoli e Ceglie, protagoniste per gran parte dell’anno, private dei loro americani hanno cambiato volto, ritrovandosi fuori dai giochi con sorprendente rapidità, o come nel caso dei dauni, addirittura retrocessi in Serie D.
Per quanto ci riguarda, la rinuncia per infortunio a Bo Franklin, subito sostituito con lungimiranza (e un pizzico di fortuna) dallo sloveno, comunitario, Marko Vranjkovic, e quella poi forzata e dolorosa ad Arik Smith, non hanno avuto lo stesso impatto negativo: del resto la nostra politica di costruzione del roster, sin da agosto, era stata diversa. Abbiamo messo su un mix di giovani ed esperti, di ragazzi motivati e cavalli di razza della categoria, di gente che aveva voglia di mettersi in gioco dopo qualche annata avara di soddisfazioni: e abbiamo avuto ragione. Come hanno avuto ragione, dalle parti di Nardò, quelli che da domenica prossima saranno i nostri avversari.
Nell’equilibrio di squadra della Cestistica, non c’era un gruppo di gregari a correre e portar l’acqua ai due stranieri, ma una logica differente: 8, 9 o 10 giocatori in grado di garantire al loro allenatore lo stesso impegno, la stessa grinta, gli stessi risultati, in modo da ammortizzare così quegli incidenti di percorso, chiamasi infortuni, fisiologici durante una stagione. E così siamo riusciti ad espugnare Mola in campionato senza Franklin e Masciulli, o a battere prima Ceglie e poi Nardò tra le mura amiche senza Smith, Manchisi e Vorzillo, costruendo nella sostanza un progetto, un’idea, un’identità di squadra. Guidati negli ultimi tre mesi da un coach che a tempo di record ha saputo conquistarsi la fiducia dei giocatori, dello staff e della proprietà, con classe, intelligenza e tanto realismo: ed è a lui, a Sergio Carolillo, che ci affidiamo per prepararci al meglio alle due (o tre) partite più importanti della stagione. Sicuri che non ci deluderà.
Questa finale è frutto anche di questo. Dopo la serie contro una Monopoli sfigurata dall’addio di Gibbs e Hamilton e dagli acciacchi di qualche altro elemento, portata a buon fine con relativa facilità, la semifinale contro Mola nascondeva insidie: ce ne siamo accorti domenica al PalaGentile, con gli ospiti combattivi e che non hanno mai mollato fino all’ultimo quarto. Il secondo decisivo capitolo della serie ha avuto una storia diversa, perché i nostri ragazzi hanno capito che la pratica andava chiusa in fretta e si sono regolati di conseguenza: il 23-9 alla prima sirena, con 13 punti di uno scatenato Masciulli (saranno 20 alla fine), fotografa l’esemplare approccio alla partita, di cui non c’è molto da raccontare.
Mola, forse stordita dall’inizio a spron battuto dei nostri, ha perso la testa, staccando la spina della concentrazione: colpa forse anche di un po’ di stanchezza, come dimostrano i 22 punti segnati nell’intero primo tempo con percentuali parecchio basse al tiro. L’espulsione di Prete per un insensato calcione rifilato a Manchisi (tornato in campo nel giorno del suo compleanno, sarà pronto per la finalissima) è stata l’emblema di una squadra che forse, per il potenziale di qualche suo giovane – Musci e Didonna su tutti – avrebbe potuto fare di più, se non avesse trovato sulla sua strada un gruppo come il nostro.
Al fianco di un Masciulli protagonista assoluto del match da sottolineare le prestazioni di Mihalich (11 punti e 8 rimbalzi), rigenerato nelle ultime settimane, del solito Teofilo, che si è preoccupato soprattutto di far segnare i suoi compagni (5 assist) e di un Vranjkovic che ha sfiorato l’ennesima doppia doppia (15 punti e 8 rimbalzi): ma soprattutto il ritorno a pieno regime di Vorzillo e di Tommy Manchisi, che nei giorni che ci separano da domenica 23 avranno tutto il tempo di mettere benzina nel serbatoio e caricarsi per la sfida a Nardò, in cui avremo un gran bisogno di loro.
Ora ci aspetta uno scontro durissimo. Una serie di finale contro una vera e propria corazzata, assoluta favorita per la vittoria e per la successiva promozione in B, e contro cui, col fattore campo a sfavore ma sicuri di poter contare in un pubblico stratosferico in casa e fuori, non abbiamo nulla da perdere. Ma nella pallacanestro nulla è scontato, e i neretini l’accesso all’interzona dovranno sudarselo: siamo pronti a battagliare fino all’ultima azione, fino all’ultimo canestro, non fosse altro che per vendicare le ultime due trasferte in terra salentina, che ci hanno visti sconfitti prima di 50 e poi di 40 punti. Altri tempi, altre storie. Stavolta sarà diverso.
TABELLINO (qui le statistiche complete)
New Basket 2012 Mola – Cestistica Ostuni 57-70 (9-23; 22-37; 36-58).
MOLA: Formica, Fiore, Musci 17, Prete 4, De Bellis 12, Pavone 6, Didonna 10, Susca 2, De Giosa NE, Ferilli 6. Coach: Alba.
OSTUNI: Mihalich 11, Moro, Faraci NE, Manchisi 1, Teofilo 4, Vranjkovic 15, Tanzarella 6, Masciulli 20, Calisi 7, Vorzillo 6. Coach: Carolillo.
ARBITRI: Caldarola (BA), Campanella (BA).