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Ciao Nikola, complimenti per la vittoria del contest, è stata inaspettata per te come è stato inaspettato anche il successo che ha avuto il primo Exclusive Rap Contest, quando hai capito che saresti stato tu il vincitore e quando magari hai perso un pò le speranze?
Bella a tutti, voglio ringraziare intanto exclusive magazine per l’opportunità e complimentarmi con tutti i partecipanti. La cosa che ho pensato all’inizio del contest era che per vincerlo dovevo passare alla fase finale, ovvero superare la fase dei “mi piace”, quella è stata la parte più difficile quando non hai una fan base o comunque degli ascoltatori consolidati, essendo io agli inizi. Una volta passata questa fase ho pensato che il mio pezzo fosse davvero una manata (dose di autostima) e che se fosse stato per i giudici il mio pezzo poteva vincere il contest.
Il tuo nome d’arte è Disagio, perchè proprio Disagio?
Questa è una storia intricata. Tutto nasce da dei fotomontaggi che un mio amico faceva su di me e che erano davvero divertenti. Così decisi di fare una rubrica su FB dal nome “Bialkov ed il suo Disagio” nella quale pubblicavo queste stupidissime foto. Poi mi sono accorto che stavo creando un vero e proprio personaggio, e che il “Disagio” è proprio la mia persona, il mio essere creativo interno senza freni inibitori. Disagio inteso come qualcosa di strano, che stupisce, che ti spiazza, ti mette a disagio appunto con i suoi modi di fare inaspettati. Infine ho intrapreso l’idea del “Disagio Freestyle” che sono e saranno una serie di video nel quale dò libero sfogo alla mia demenza e sperimento giocando con la comicità e col macabro, sempre facendo attenzione alla parte RAP.
Sei di Roma, dove la scena rap si sta evolvendo anche grazie all’avvento della Trap, cosa ne pensi e come vedi l’evoluzione di questo movimento?
Faccio una premessa: vengo da un universo molto differente e sono cresciuto a suoni crudi e oltreoceano. Detto questo l’onda Trap che si sta intravedendo a Roma credo sia comunque validissima a livello di suono e di freschezza, e le produzioni sono davvero di qualità. Essendo io molto legato alle liriche devo anche muoverne una critica: il rap (che sia trap, old school, new school ecc..) si è evoluto ed è rimasto in piedi grazie alla capacità di trasmettere un messaggio, quella è la colonna portante. Sperimentare un suono nuovo come la Trap che accomuna più giovani è lecito, tuttavia a lungo andare potrebbe diventare sterile e inaridire se il contenuto continuasse a rimanere lo stesso e se la scena si appiattisse su luoghi comuni e stereotipi del rapper quali soldi, macchine, puttane e droghe. Detto questo sono in pochi quelli che in Italia riescono a mettere insieme la trap con un messaggio forte dietro.
I tuoi nuovi progetti quali saranno?
Per quanto riguarda progetti nuovi credo che ho valanghe di cose da fare e altrettanti singoli che spaccano. Ma quella che più mi piacerebbe realizzare è il mio primo album, un concept album molto conscious che tocca temi difficili da trattare, il titolo sarà “Fil Rouge”. Detto questo la difficoltà è trovare produttori o musicisti che sappiano trattare e curare un determinato tipo di sound che ho in mente, qualcosa molto più vicino all’America di Jay Z, Kendrick Lamar, Vic Mensa, J.Cole, qualcosa di molto storytell e vicino alla Jazz-Trap. Questo è un progetto a lungo termine che necessita della massima cura e meticolosità, per adesso vorrei crearmi uno spicchio di visibilità e consolidare la mia presenza a livello locale per fare da apripista a questo progetto molto più “pesante”.
Sei arrivato in finale e hai vinto contro 35 partecipanti e ben 5 finalisti, come ti sei sentito al momento dell’annuncio del vincitore?
In realtà ero abbastanza freddo e dubbioso prima dell’annuncio del vincitore. Ma questo non per il contest in sé ma per la mia persona. La speranza è l’ultima a morire perché uccide prima te e per questo prendo le cose sempre con calma senza riporre nulla. Se una cosa deve avvenire è perché te la sei meritata e hai lavorato sodo, non serve a nulla sperare di “scamparla” in qualche maniera. Detto questo dopo l’annucio la gioia era indubbiamente forte e il mio amico mi fa: “Andiamo a Napoli a prenderci tutto!” Da lì era aria di festa.
Come vedi il movimento trap in Italia?
Questa domanda si collega a quella della Trap a Roma. Già ho espresso il mio parere in parte, vorrei precisare che i nuovi giovani che stanno formando la nuova scena Rap in Italia con sonorità trap sono fortissimi, sopratutto quelli della zona Ligure-Milanese. Credo che siano proprio loro che porteranno un evoluzione in questo genere e non lo faranno tramontare per la mancanza di contenuti. Per quanto riguarda le “vecchie leggende” che si stanno adattando alla Trap devo dire che mi stupiscono e che spaccano davvero! Purtroppo in Italia siamo sempre stati indietro rispetto all’America ma ultimamente il divario si sta colmando con questa “globalizzazione della trap” quindi sono contento di come si stanno muovendo le cose e sono positivo
E l’evoluzione del rap Francese?
Il rap francese è la vera bomba atomica per quanto riguarda l’evoluzione del rap, non a caso prendiamo molto spunto. Credo che sia avvenuto tutto in breve tempo e l’impatto che sta avendo a livello internazionale è enorme. Questo perché la cultura rap è consolidata già da tempo in Francia ed ha la massima libertà di sperimentare. Non viene fermata come in Italia dal bigottismo e dalla chiusura mentale delle persone che sminuiscono questo genere. Gli stereotipi e i paraocchi sono il più grande problema per cui l’Italia ha sofferto prima di dimostrare che il rap è un genere validissimo a livello di musica! Fatto questo sermone penso che i vari artisti Trap francesi stiano creando ognuno un suono caratteristico di se stessi e stiano contagiando anche giganti quali il Nord America. Un discorso analogo può essere fatto per il rap inglese, il grime rap, ma qui servirebbe un’altra intervista quindi mi fermo qui.
Grazie e complimenti ancora per la vittoria.