Ciao Flesha, Grazie di aver voluto darci la possibilità di farti qualche domanda.
Noi partiamo sempre con la stessa domanda a tutti gli artisti, chi sei ? Sia quando fai musica, sia quando non sei davanti al microfono
Grazie a voi per l’ospitalità: io nella vita di tutti i giorni sono Matteo, una persona di quasi 32 anni che cerca di vivere la sua vita tra alti e bassi, vittorie e sconfitte, gioie e dolori, ambizioni, traguardi, bilanciando momenti di soddisfazione a momenti di insoddisfazione come ogni essere umano, musicalmente cerco di raccontarmi e raccontare la mia storia, le mie emozioni, la mia visione delle cose, il mio punto di vista, il mio a.k.a. è Flesha, non c’è una vera e propria contrapposizione a “Matteo”, cerco di essere me stesso nella musica come nella vita, senza alcuna distinzione particolare.
Non è un giorno che sei sui palchi, se ti chiediamo cosa sia cambiato nella scena musicale underground italiana tu cosa ci rispondi ?
Ci sono sicuramente vari aspetti diversi, la fruizione della musica stessa è cambiata, di conseguenza i giovani si avvicinano alla cultura Hip-Hop in un modo differente rispetto a quando mi sono avvicinato io, 20 anni fa, questo anche grazie al web: oggi ci sono molti meno “dogmi”, al tempo la cosiddetta scena “Underground” (in contrasto totale con quello che era il Mainstream e il Rap da classifica) era recepita da tutti con una sorta di “sacralità”, spesso e volentieri questa cosa relegava il Rap ad un genere di nicchia poco avvezzo a cambiamenti e a contaminazioni, le cose o le vedevi e le conoscevi andando alle Jam, oppure era difficile stare al passo, ci si poteva informare solo ed esclusivamente attraverso le fanzine come Aelle o BIZ, reperire informazioni sugli artisti era un calvario, si faceva fatica a restare aggiornati sulle uscite discografiche, produrre e registrare musica era meno alla portata di tutti, i costi per lavorare in uno studio erano elevatissimi, bisognava farsi vedere ad OGNI evento e smazzare il proprio demo ai Party; ora c’è molta più libertà, tutti fanno tutto, registrano la propria roba, la mixano e la caricano su Spotify, farsi un nome è più facile grazie a Youtube e grazie ai Social Network, si diventa personaggi dall’oggi al domani, da un lato è un bene perchè c’è più apertura mentale e la musica ne beneficia sicuramente, vista anche la grande varietà musicale e stilistica che esce ogni giorno; dall’altro lato è un male, perché senza uno studio, un background, una knowledge e senza esperienza, non si va lontano, tutto suona molto piatto ed uguale; in più c’è questa distinzione tra trap e rap che sinceramente non capisco, anzi, mi ricorda la battaglia eterna tra “Underground” e “commerciale” degli anni passati, la vedo come una cosa inutile e superflua che non porta a niente di concreto; la scena underground continuerà ad esistere laddóve c’è quella voglia di proporsi con originalità, qualità e con quella mentalità differente rispetto a ciò che il mercato impone.
Se dici Flesha non si può non dire PDR Click. Facciamo questo gioco molto semplice : hai la possibilità di “rubare” un talento ad ognuno dei componenti della crew, come ti giochi questa opportunità ?
Bella domanda, ognuno di noi ha una sua precisa caratteristica, questo semplifica molto le cose: mi piacerebbe avere la versatilità ed essere Multitasking come FAMA, lo considero a tutti gli effetti un artista a 360° e le qualità descritte lo rappresentano in tutto e per tutto, sicuramente sono delle skillz che gli ruberei volentieri; mi piacerebbe avere la tenacia e la determinazione di EMME, uno dei Rapper più prolifici che io conosca (ha qualcosa come 30 pezzi solisti finiti, registrati, pronti da buttare fuori) la sua produttività è una qualità che gli fotterei all’istante; mi piacerebbe essere un rapper metricamente impeccabile come SOLO AP, sfido chiunque Mc a scrivere come scrive lui e, soprattutto, a tenergli testa metricamente, secondo me rientra nella categoria “Your favourite rapper’s favourite rapper” (chiedere a Nitro e a Mezzosangue per maggiori informazioni) mi piacerebbe essere un Frontman come PAX (dal vivo è un caterpillar) oltre ad avere la sua maestria per quanto concerne il mixing e il mastering (Pax gestisce il nostro studio e cura tutti i mixaggi e i master dei nostri lavori) tutte qualità che farei mie subito.
Chiedono alcuni dei tuoi fan di domandarti se sentiremo mai un Flesha “fresco e ignorante” su base trap ?
In realtà vorrei sfatare subito questo tabù, perché ho fatto spesso qualche “trappata” sia nei miei lavori (su tutte “Everybody sing that shit” con Old Man contenuta in “Me,Myself and I”) sia per featuring e collaborazioni nei dischi altrui, ho sempre ascoltato tutto e non ho mai disdegnato la Trap, anzi, spesso mi capita di pompare un sacco di freschezze tipo il nuovo album di Travis Scott, le grezzate di 2Chainz e soprattutto, la roba della A$AP Mob per la quale vado via di testa.
Insieme alla Pdr Click sei anni fa avete lanciato in orbita “Sveglia” che poi nel panorama veronese è più conosciuta come “Verona Sveglia” . Verona in questi 6 anni si è svegliata ?
Quel pezzo è stata una sorpresa per tutti noi, non pensavamo che una traccia del genere, uscita in un periodo storico come quello, potesse girare così tanto e diventare il nostro singolo principale: devi sapere che “sveglia” è stato il singolo trainante del secondo capitolo di “Verona Sveglia” (compilation divisa in due capitoli: il primo del 2010, il secondo del 2012, che racchiude il meglio della scena Rap veronese; la compila è stata ideata e curata da Sonbudo, figura storica per l’hip-hop a Verona e componente del collettivo V.CITY ALL STARS) ancora adesso è uno dei nostri singoli più richiesti ai live, questa è una cosa che ci riempie di gioia, anche se nel tempo, abbiamo sfornato decine e decine di pezzi qualitativamente superiori rispetto a “Sveglia”; per quanto concerne Verona invece, ti posso dire che, a fasi alterne, la città ha sempre creato movimento e situazioni; Verona non è una città facilissima, non è mai stata aperta a tutto ciò che è considerato “alternativo”, è una città borghese e bigotta, in cui, a parte le serate club, la scena Rap ha sempre trovato delle forti opposizioni, sia nei circoli culturali, sia nei locali, non si è mai riusciti a creare delle serate stabili con una certa continuità; adesso però qualcosa si sta muovendo, la “sveglia” sta suonando ancora, locali come il circolo KROEN in ZAI o il TIME OUT in zona universitaria, stanno organizzando serate Hip Hop importanti, IL BLOCCO a San Giovanni Lupatoto pure, la città si sta muovendo bene e possiamo solo beneficiare di tutto questo, sta a noi, portavoce di questo movimento, restare uniti e continuare a lavorare per tenere la scena unita e creare serate sempre più frequentemente.
Raccontaci : Il tuo primo concerto / L’ ultimo che hai fatto/ i prossimi che hai in programma
Ho avuto la fortuna e l’opportunità di suonare spesso e ovunque, mi sono sempre mosso tantissimo girando quasi tutta l’Italia, sono fiero di questo risultato, pur non avendo mai venduto milioni di copie e pur non essendo mai arrivato in classifica; la prima data, francamente, non la ricordo, mi esibisco live dal 2002, per cui ti posso dire che l’annata 2002/2003 è stata una delle più divertenti per quanto concerne i live, avevo una fotta pazzesca e suonavo assieme al mio Team ad ogni Jam: eravamo ignorantissimi, grezzi, ma con un’attitudine pazzesca e la gente ci adorava; il ive più recente è stato ad Agosto durante un Festival in provincia di Verona, gli Headliner eravamo io e mio fratello Herman Medrano (storico rapper veneto, pioniere del movimento Hip-Hop nel Nord Est) c’erano più di 1000 persone ed è stato un evento stupendo, adesso ho in programma un paio di date ad Ottobre: il 12 al “BLOCCO” (San Giovanni Lupatoto – VR) il 20 al “C.S.O. PEDRO (Padova) nel frattempo stiamo pianificando una serie di nuove date con tutta la PDR CLICK per portare in giro “HUMANS FAILED” il nuovo album di PAX appena uscito e disponibile in tutti i Digital Store.
C’è una collaborazione che hai da sempre nel cassetto?
Questa è una bella domanda che mi è stata fatta spesso: seguo molto il Rap italiano ma è più una curiosità che altro, in realtà, sinceramente parlando, ascolto al 99% Rap d’oltreoceano sempre e da sempre; tuttavia ci sono molti mc’s che richiamano la mia attenzione, ho avuto la fortuna di collaborare con tantissimi Rapper che stimo e con cui sono cresciuto, Jack The Smoker, Zampa e Bassi su tutti; uno dei pochi Rapper italiani che stimola la mia curiosità è sicuramente Johnny Marsiglia, mi piace molto il modo in cui scrive e metricamente è forse il miglior rapper italiano che sia uscito negli ultimi 10 anni, pensa che avremo dovuto collaborare per “Me, Myself And I” (il mio ultimo lavoro solista uscito a fine 2014), quando stavo iniziando ad abbozzare un po’ di idee per l’album ci siamo sentiti e avevamo in programma di beccarci con lui e Big Joe in studio a Varese (quando entrambi vivevano ancora lì) Johnny ha sempre seguito le mie robe e viceversa, purtroppo all’ultimo non siamo riusciti a organizzarci e non si è più fatto nulla, grande rammarico ma la mia stima umana e artistica rimane immutata; la collaborazione dei sogni è sicuramente con Dave East che attualmente è uno dei miei Rapper preferiti, lo seguo da “Black Rose”, uno dei suoi primi Mixtape, adoro il suo stile perché mantiene viva quell’attitudine hardcore del Rap Newyorkese unita a delle sonorità fresche.
L’ essere un freestyler di grande caratura quando aiuta poi nella stesura dei testi ?
Aiuta fino ad un certo punto: il Freestyle è improvvisazione, è diretto, spontaneo, naturale ed immediato, è diffcile trasportare la stessa naturalezza in un testo scritto che, solitamente, è una cosa altrettanto spontanea ma più elaborata e studiata; il freestyle aiuta tantissimo a mantenere allenato il livello di flow, di metrica e delivery, ma non necessariamente un ottimo freestyler scrive ottimi testi e viceversa.
Ogni nostra intervista ha al suo interno una domanda che esce dal seminato musicale, nel tuo caso la domanda è la seguente : se tu fossi nato in Cina ?
Sicuramente se fossi nato in Cina, avrei aperto una rosticceria e sarei diventato un cultore del Chuanr, del riso alla cantonese e degli involtini primavera.
Uno dei tuoi brani più conosciuti è “L’origine” con FatFatCorFunk, secondo te quanto al giorno d’oggi, il mondo del Rap si è scostato dall’ origine?
Sono successe così tante cose che è difficile tracciare un bilancio; la cultura Hip Hop è ormai un Business in tutto e per tutto, è difficile pensare ancora allo slogan “Peace, Unity, Love and Having Fun” e considerarlo un resoconto di ciò che questa cultura è e rappresenta: ormai è spettacolo, cinema, arte, storia, spot, marketing, si è radicato nelle vite delle persone e ha cambiato il nostro modo di vedere la società, la cultura, la nostra percezione del mondo; in conclusione, siamo lontani da quello che questa cultura era in principio, ma allo stato attuale, vedo il tutto come un fenomeno in costante evoluzione e crescita, non il contrario.
Concludiamo questa nostra intervista con un nostro invito a salutare e ringraziare chi riteni che meriti un tuo saluto
Saluto e ringrazio tutti voi per lo spazio concesso, tutti i lettori, chi ha suggerito parte delle domande, vi invito a seguirmi sulle mie pagine: