Si sa la scena rap italiana, è in continua evoluzione, alle volte ci stupisce altre ci delude.
Tuttavia, il rapper di cui vi sto parlando, Lurcich, in arte Rancore, entra a far parte di questo
mondo all’età di soli 14 anni. Durante il suo primo anno di scrittura non frequenta la scena hip
hop romana e realizza i primi testi senza confrontarsi, inizia a conoscere l’ambiente grazie al Phat
Roma, una manifestazione di improvvisazione che frequenta con cadenza settimanale, qui esegue i
suoi primi brani dal vivo, di fronte ad un pubblico critico, e ha la possibilità di buttarsi nei primi
freestyle, accompagnato da Andy, con il quale poi registrerà Tufello. In questa manifestazione conosce
altre persone che lo aiutano in seguito nella realizzazione del disco ‘’segui me’’ovvero Jimmy, Dj Tetris.
Il suo percorso è pieno di esibizioni, di battaglie di freestyle, concerti nelle scuole, che inevitabilmente
lo portano a conoscere altri rapper, il primo album di Rancore segui me esce nel agosto del 2006 ed
ottiene subito buoni riscontri, grazie anche alle vincite che Rancore ha ottenuto nelle battaglie di
freestyle. In seguito qualche anno dopo decide di affrontare il suo nuovo progetto proseguendo per
un’altra strada, iniziando a pubblicare sotto lo pseudonimo di RINquore, pubblicando l’EP SMS, sei
molto stronza, che come tematica ha l’amore, e tutte le sue sfaccettature soprattutto quelle negative.
Ma parliamo del Rancore di oggi e del suo album che definisce lui stesso il migliore, composto da 10
brani, uno storytelling differente, uniti però da tematiche ed elementi comuni, come la solitudine in
depressissimo e centro asociale, e la crescita in giocattoli, e l’incomunicabilità in under man e questo
pianeta, ha inoltre usato una narrazione fantasy al fine di esprimersi, sulla situazione che attualmente
circonda la realtà di tutti i giorni, al suo concerto, Rancore esprime, quello che lui pensa di questa
realtà, attraverso la frase ‘’per annientare una frequenza bisogna creare una frequenza molto più alta’’
riferendosi a chi, definisce questo genere di musica scomoda, come un genere da fermare, nel suo
concerto, conferma che la principale fonte, che ad essere quelli importanti siamo noi, che a dare
importanza a questi cantanti a questa musica siamo soltanto noi, e se noi per primi ci crediamo sarà
impossibile fermare questa forma di protesta.
Tuttavia, come ci da la carica, ci fa anche riflettere, commuovere, raccontandoci del suo rapporto con il
padre, delle sue prigioni mentali e dei suoi labirinti raccontando di come suo padre gli aveva
consigliato di uscire, tenendo una mano sul muro di questo labirinto senza toglierla mai, ci racconta in
modo quasi straziante da far male a chi lo ascolta, come scrivere lo abbia salvato.
E allora che dire, se non che, siamo noi gli artefici della scena che ci si presenta davanti.
Per quanto mi riguarda sarebbe più bello se avessimo più testi che trasmettono qualcosa piuttosto che
una banale canzone, che alla fine non ci trova.