Nella tua vita hai girato un po’ tutto il mondo finendo poi per ritornare nel paese d’ origine di tuo padre, l’Italia. Ti chiedo quindi quanto ti senti italiano, anche artisticamente?
Non mi sarei mai aspettato di riuscire a funzionare in Italia così presto perché nel 2011 facevo già trap ma non c’era ancora la wave di oggi. Nessuno in quel momento aveva capito e il risultato non era prevedibile. Questo favorisce la mia immagine a livello internazionale. Quello che sto facendo in Italia piace molto. Piace ancora di più in America e in altri paesi come il Brasile in cui sto lavorando e questo mi porta a viaggiare in giro per il mondo costantemente.
Queste molteplici culture da cui provieni, dall’Africa, al Belgio fino all’America, quanto contaminano la tua musica anche a livello di sound?
Sono nato in un paese diverso dalle mie origini, il Belgio, da padre italiano e madre sierraleonese, ascoltando musica soul con lei e rock con lui. A 14 anni, in strada ho conosciuto l’hip hop e questo mi ha aiutato musicalmente ad unire tutti i riferimenti culturali insieme.
Come ti definiresti rapper, trapper o qualcosa di più, vista la tua potente mvoce e le tue importanti capacità melodiche che si abbinano al saper rappare?
Mi piace sempre migliorare in tutto. Il rap è una poesia, il canto è soprattutto emozione e io reputo di essere una fusione di questi due elementi. Cerco di dare emozioni alle mie parole e uso la melodia nelle parti rappate. Non voglio etichettarmi perché sono un artista che ama la musica. Faccio rap, faccio trap, sono un rapper, sono un trapper, sono un cantante, sono un cantautore, sono un poli-strumentista, sono un poliglotta. Sono tante cose.
Quasi tutte le tue canzoni e album sono auto prodotti. Quali sono i vantaggi più importanti dal punto di vista musicale nell’auto prodursi?
Amo auto produrmi e oggi è la mia passione ma 10 anni fa era un obbligo. Per crescere artisticamente dovevo auto produrmi perché nessuno mi ha aiutato. Oggi basta avere un semplice Mac e si possono registrare le canzoni usando l’autotune e una strumentale scaricata da internet. Prima invece era tutto più complicato ma grazie al mio percorso sono riuscito a conquistare la mia indipendenza musicale, dalla composizione alla professionalità. L’auto produzione diventa una spinta e uno stimolo in più per gli artisti che vogliono qualcosa di più personale e ricercato.
Canti in italiano, inglese ed anche in francese. Se dovessi scegliere una preferenza in quale lingua riesci ad esprimerti al meglio artisticamente?
Mi piace cantare in tutte le lingue perché esprimo concetti e tratto argomenti differenti. In ogni paese, ho vissuto storie diverse e rappresentano mondi a sé. Di conseguenza, quando uso una lingua piuttosto che un’altra, mi relaziono al pubblico a cui sto parlando e che sta ascoltando le mie parole. Se sono in Francia con i miei amici francesi, utilizzo lo slang francese e canto in francese. Così in Italia e America. Amo imparare anche lingue che non conosco per poter fare ascoltare i miei testi in paesi nuovi. Sono appena tornato dal Brasile e ho imparato il portoghese in una settimana. Mi hanno insegnato lo slang e me lo hanno validato quando registravo sul microfono. Ora canto anche in portoghese e spagnolo. Non ci sono limiti.
Hai fatto uscire il tuo primo album molto giovane, già nel 2011, totalmente in inglese. Come mai questa scelta?
Sono padre lingua italiana e madre lingua inglese. Non ho mai fatto canzoni in italiano prima di Ave Cesare nel 2015. Non avevo mai sperimentato prima di fare un album totalmente in italiano. Vengo da influenze americane in lingua inglese e quell’album fa parte della mia evoluzione artistica e professionale. Ho deciso di fare un album in Italiano quando ho visto che in Italia c’era la necessità di un’innovazione e in quel momento ho scoperto una nuova parte di me stesso.
Hai raggiunto la tua maggiore popolarità grazie al singolo “Giovane Giovane” con izi e Tedua, com’è nata questa fortunata collaborazione?
La collaborazione è nata perché Tedua è un gentiluomo. Io ho voluto regalare il pezzo a lui e mi ha detto di fare uscire questa canzone. E’ andata bene e sono molto riconoscente.
Parlaci delle tue importanti collaborazioni con due mostri sacri del rap italiano come Guè Pequeno e Fabri Fibra.
E’ un onore lavorare con persone che sono nel settore da molto tempo con alle spalle molteplici dischi di platino. Sono onorato di aver collaborato con loro. Entrambi sono delle persone fantastiche che amano quello che fanno. Io adoro l’amore per la musica e hanno tutto il mio rispetto.
Nell’album Ave Cesare troviamo un bellissimo tributo a Pino Daniele in una versione di “e so pazz”. Raccontaci i retroscena di questo pezzo.
Quando Don Dolf è venuto in studio, mi ha dato l’ispirazione per fare il remix di “Je so pazz”. Siamo entrati in un mood positivo e il pezzo è nato in pochissimo tempo. Ho prodotto la base ispirata a quella di Pino Daniele in 10/15 minuti così ho iniziato a cantarci sopra il ritornello per offrire un tributo alla sua musica, Dopodiché mi sono impegnato a scrivere una strofa abbastanza moderna su un beat che era già spazialmente americano.
E’ uscito da pochi giorni il tuo nuovo album Rinascimento, descrivicelo con tre aggettivi e a quale traccia sei più legato?
Puro, forte e spaziale ed è un progetto pieno di consapevolezza. E’ impossibile per me definire la traccia alla quale mi sento più legato perché sono racchiuse troppe emozioni diverse in un solo album. Troppi momenti differenti e reputo ogni singolo pezzo come un figlio. Ho concentrato insieme tutti i miei stai d’animo, da quello per la famiglia al mood da club e per gli amici. In ogni canzone porto una riflessione.
Raccontaci il significato del tuo singolo molto emozionante “Proteggimi”.
Sono felice che voi abbiate apprezzato questa canzone. “Proteggimi” Nasce da tutti i problemi che molte persone hanno in famiglia. Credo che si possano eliminare con un pizzico di gratitudine nella vita di tutti i giorni per mantenere la positività, evitando che le cose brutte prendano il sopravvento. I bambini sono il futuro e noi tutti dobbiamo proteggerli con la giusta consapevolezza.
Hai in programma nuovi concerti o un tour?
Sì, arriveranno presto. A breve, sulle mie pagine facebook e instagram pubblicherò le prossime date.
Ti ringraziamo della disponibilità e ti chiediamo infine di salutare e ringraziare chi ritieni opportuno.
Grazie a voi per questa intervista e spero che abbiate gradito. Questo é Laioung. Big shout out a Exclusive magazine.