Oggi siamo qui con il secondo classificato dello “Slide that rhymes” contest! Complimenti per il premio e per lo stile che ti ha permesso di salire sul podio! Iniziamo!
LNRD: quello che sembra un codice fiscale, in realtà, è il tuo nome d’arte. Da dove nasce? È un acronimo?
Beh, effettivamente, qualcosa del mio codice fiscale c’è: LNRD è il mio nome senza vocali. Ha un che di simbolico perché essenzialmente sono le vocali a formare i suoni principali quando parliamo, toglierle dal nome è un po’ una sfida, del tipo “Vuoi sapere chi sono e cosa voglio dire? Ok, allora ascolta un mio pezzo!”
Quando hai iniziato ad appassionarti al rap?
Avevo 12 anni quando ho iniziato ad ascoltare rap e ne avevo 13 quando ho scritto il primo pezzo. È sempre stata una cosa un po’ particolare perché sia alle medie che al liceo, almeno per quanto riguarda i ragazzi della mia età, se ascoltavi Rap eri quello un po’ strano. La verità è che alla fine non me ne è mai importato un granché! Nel Rap ho trovato quello che stavo cercando di dire senza mai aver avuto le parole per farlo.
LNRD chi è, lontano dal mic?
LNRD lontano dal microfono è semplicemente Leo. Uno studente di giorno e un fattorino per una pizzeria la sera. Diciamo che è il microfono stesso ad essere il mio confessionale, con lui posso essere me stesso e urlargli addosso tutto quello che sento. Lontano dal mic posso farlo solo con pochissime persone che mi conoscono da anni, gli altri faticherebbero a capirmi.
A quale artista ti ispiri?
Bella domanda. Diciamo che quando scrivo cerco sempre di astrarmi dagli artisti che ascolto proprio perché vorrei evitare che dal foglio uscisse una copia di qualcosa che esiste già. Però se dovessi fare un paio di nomi per immaginario artistico direi sicuramente Axos e Mecna.
Qual è il pezzo che avresti voluto scrivere tu?
Riagganciandomi alla domanda di prima, sicuramente Keith Moon di Axos. Ogni volta che lo ascolto ho sempre la pelle d’oca. È un livello di scrittura a cui aspiro ma so benissimo che testi del genere sono perle che rimangono casi isolati, quindi preferisco godermelo ascoltandomi il pezzo piuttosto che sbattere la testa al muro pensando che non mi riesca scrivere un pezzo così.
C’è mai stato un testo che hai fatto fatica a finire di scrivere o che non sei riuscito a reccare perché troppo intenso il sentimento che c’era dentro?
Sì, un paio di anni fa ho avuto un momento di “sbandamento” che ho cercato di trasformare in un pezzo ma senza successo. Avevo delle cose in testa che volevo scrivere ma poi quando andavo a poggiare la penna sul foglio uscivano parole e concetti diversi, quasi come se mi autocensurassi. Al tempo lo mollai, poi lo ripresi un annetto dopo, e sono finalmente riuscito a finirlo. Probabilmente c’erano cose che ancora dovevo metabolizzare e certe cicatrici ci mettono tempo a rimarginarsi ma l’importante è non intestardirsi: se le rime non vengono è bene staccare per qualche giorno e cercare di riprendere quando si è più lucidi.
Cosa bolle nel pentolone del futuro?
Per quanto riguarda la musica, vivo molto alla giornata, essendo un rapper indipendente e quindi non avendo nessuno che mi segue artisticamente parlando. Ogni tanto mi arrivano sotto mano dei beat prodotti da amici e cerco di farci qualcosa di positivo. Qualche settimana fa è uscito su Spotify “Lacunare”, un singolo molto intimo che è nato, appunto, da una strumentale passatami da un ragazzo delle mie parti. Per il resto carico tutto su Soundcloud anche se il vero obiettivo sarebbe far uscire un piccolo EP su Spotify, magari entro fine estate. Chissà.
Se potessi riportare in vita un artista, chi sarebbe?
Mac Miller, il primo rapper non italiano che abbia mai ascoltato. È stato lui ad avvicinarmi alla cultura d’oltreoceano e la notizia della sua scomparsa l’estate scorsa è stata abbastanza toccante per me. Fortunatamente ha lasciato un bel po’ di dischi con cui confortarmi, però senza dubbio abbiamo perso un pezzo da 90.
Un featuring che sogni?
Per quanto riguarda la scena italiana Izi, il primo artista dell’ormai ‘vecchia’ nuova scuola che mi ha davvero colpito, anche se stare su un pezzo con Izi vuol dire farsi eclissare malamente. Diciamo che sarebbe un rischio che correrei volentieri. Se invece parliamo di utopie, sogno un pezzo con un ritornello di The Weeknd: ha delle linee vocali e uno stile veramente assurdo per me.
Domanda di rito: 2pac o Notorious?
Tupac, West Coast senza dubbi!
Se vuoi salutare o ringraziare qualcuno, è questo il momento!
Un grazie a te e al magazine per la disponibilità, agli organizzatori del contest per l’occasione e a chiunque abbia speso qualche minuto del suo tempo per leggere queste parole e, magari, per ascoltare un mio pezzo. Ovviamente, un grazie di cuore anche alla musica che mi permette di essere quello che sono senza alcun filtro.
Grazie a LNRD per averci fatto compagnia!
Aeglos