SIN DAL DEBUTTO NEL 2014 LA SUA MUSICA PARLA IN MODO SINCERO E DIRETTO,
TRA TESTI-POESIE SU RIFLESSIONI SOCIALI, INTIMITA’ ED ESPERIENZE PERSONALI, ACCOMPAGNATI DA LIRICHE CHE SI MUOVONO TRA LUCI ED OMBRE,
TRA LINEE MINIMALISTE DI PIANO-VOCE, SINTETIZZATORI
E CHITARRE DISTORTE DALLE TINTE ETEREE.
E’ IN ARRIVO IL 21 FEBBRAIO SU ETICHETTA ERASED TAPES
‘MILKTEETH’, IL TERZO ALBUM DI STUDIO DI
DOUGLAS DARE
ISTRIONICO ARTISTA TRA LE VOCI PIU’ INTERESSANTI DELL’ELECTRO-POP MODERNO
ad anticipare ‘Milkteeth’, ‘Silly Games’:
Douglas Dare torna con il suo terzo album, ‘Milkteeth’, in arrivo il 21 febbraio su etichetta Erased Tapes. Prodotto da Mike Lindsay – membro fondatore dei Tunng e metà dei Lump, con Laura Marling – nel suo studio a Margate, in soli dodici giorni, ‘Milkteeth’ mostra Douglas Dare senza veli e a suo agio con la propria identità.
Per raggiungere questo punto, per riuscire ad essere a proprio agio con se stesso, Douglas Dare si è cimentato nella difficile impresa di far convivere la sua perseverante lirica poetica dal sound elegante e minimalista, con un più attuale animo da singer-songwriter del 21° secolo.
Il più giovane di una famiglia allargata, Douglas Dare è cresciuto in una fattoria dove era solito passare molto tempo assorto nei propri pensieri e nel proprio mondo, ballando con il vestito rosa di sua madre. ‘Solo ora mi sento libero di esprimere nuovamente quel me bambino, dandomi il permesso di travestirmi’, dichiara Dare circa la copertina di ‘Milkteeth’, dove posa con un drappo bianco, come una musa greca. ‘Non mi sono mai sentito pienamente me stesso, mi sentivo diverso, dispari. Volevo solo danzare e cantare e mascherarmi in una piccola fattoria di campagna’ prosegue l’artista.
Precedentemente noto per le sue doti al piano, nel nuovo album Dare approccia nuovi strumenti, tra cui l’autoharp – con la quale ha composto il brano ‘Silly Games’ in meno di un’ora – e la chitarra. ‘Milkteeth’ si muove tra linee di pianoforte, arpeggi e testi che parlano di innocenza infantile, vulnerabilità e di ballate per le nuove generazioni, testi deliberatamente semplici e familiari sin dal primo ascolto.
Il debutto di Douglas Dare risale al 2014, con la pubblicazione dell’acclamato ‘Whelm’, a cui ha fatto seguito, due anni dopo, ‘Aforger’. Nel 2017 Dare è stato chiamato a reinterpretare ‘Dance Me To The End of Love’ in occasione della Leonard Cohen exhibition ‘A Crack In Everything at the Contemporary Art’ al museo di Montrel, attualmente in mostra al Jewish Museum di New York. Dare è stato inoltre invitato da Robert Smith ad esibirsi al Meltdown Festival nel 2018.
La musica di Douglas Dare è schietta e diretta e parla di temi universali come l’amore, la perdita, l’infanzia, ma dal punto di vista delle personali esperienze dello stesso Dare. La sua musica da voce e forma a tutti coloro che si sentono diversi e fuori luogo e Dare lo sa fare in un modo onesto, semplice e sincero.
‘Milkteeth’
21 febbraio 2020, Erased Tapes Records/Audioglobe
tracklist:
I Am Free – Red Arrows – Heavenly Bodies – The Piano Room – Silly Games –
The Joy In Sarah’s Eyes – The Stairwell – Wherever You Are – The Window –
The Playground – Run