A Napoli, possiamo dire che la musica quasi black di vari artisti come James Senese, Pino Daniele ed Enzo Avitabile sia stata un precursore per il rap partenopeo; infatti la canzone napoletana grazie a questi artisti è stata influenzata da sonorità jazz e blues raccontando temi duri come la povertà che la città e i cantanti vivevano, lanciando un messaggio di speranza e di rivendicazione sociale, la stessa che troviamo nei testi dei Co’Sang.
Era il 1997 quando, Antonio Ricciardi in arte Ntò e Luca Imprudente detto Luchè formarono i Co’Sang, il duo più iconico della scena underground napoletana, cantando e raccontando, in maniera cruda della periferia della città, della criminalità e di tutte le ingiustizie, che loro hanno vissuto in prima persona nel loro quartiere Marianella, ed è proprio grazie alla realtà raccontata nei loro testi in dialetto “grezzo” che il duo è divenuto famoso in Italia e ha affascinato gli amanti di questo genere.
Il rap napoletano è diventato famoso in tutta Italia negl’anni 10’ del 2000 grazie ad artisti come Clementino che formò insieme a Fabri Fibra il duo Rapstar che pubblico’ l’omonimo album.
Negl’ultimi anni, il rap in Italia si sta sempre più evolvendo, diventando più melodico, e proprio a Napoli è nato “un artista” primo nel suo genere, ovvero Liberato.
Diventato famoso perché non si conosce la sua identità, Liberato, che sia una singola persona o un progetto di un collettivo ha prodotto delle vere e proprie hit.
I testi del cantante raccontano storie d’amore ed esaltano la sua napoletanità unica, stravolgendo anche la concezione classica della musica partenopea, inserendo addirittura versi della Tammorriata su basi dance e reggae.
L’hip hop a Napoli ancora oggi, sta avendo una crescita enorme dove i protagonisti della scena sono sia volti nuovi che altri già noti.
Dei “vecchi” possiamo parlare sicuramente di Luchè, che dopo aver intrapreso la carriera da solista nel 2012 subito dopo lo scioglimento dei Co’Sang, ha pubblicato 4 album, collaborando con moltissimi artisti, dai Club Dogo a Baby K, passando per Emis Killa e Achille Lauro, e prima del litigio anche con Clementino, entrambi considerati dai fan volti iconici dell’underground campano. Luchè in questi anni ha svariato spesso il genere musicale, da un rap più underground a uno dalle sonorità pop e addirittura anche dance. L’ultimo album in studio “Potere” viene pubblicato il 29 giugno 2018, ottenendo poi la certificazione di “Disco di Platino” e poi facendo uscire l’anno successivo una seconda versione del disco, intitolata “Potere – Il giorno dopo”, dove è presente il singolo “Stamm Fort” in collaborazione con Sfera Ebbasta.
Il 15 marzo 2019 il rapper napoletano su Instagram, annuncia la nascita della sua label indipendente, la “BFM”,attualmente composta dal giovane e talentuoso Geolier, MV Killa diventato famoso con il brano Audemars, CoCo che già prima aveva collaborato con Luchè, Vale Lambo e Lele Blade che dopo il progetto musicale che li univa con il nome di “Le Scimmie” stanno diventando sempre più in voga.
Luchè punta su questi volti, poiché sono riusciti a emergere dal nulla in maniera autonoma, solamente producendo buona musica.
L’artista che può rappresentare al meglio la nuova wave napoletana è sicuramente Geolier, che dopo aver raggiunto svariati milioni di visualizzazioni con il brano “Gir p Secondigliano” in collaborazione con un’altra leva molto promettente Nicola Siciliano, pubblica un album apprezzatissimo dalla critica, svariando di genere e di temi, infatti non manca la nota underground che lo contraddistingue, unito a una nota melodica e romantica.
Volto già noto della scena e pioniere del genere trap in Italia è sicuramente Enzo Dong, che dopo aver pubblicato un pezzo della storia del rap napoletano, Higuain, pubblica svariati singoli pubblicizzando sempre un album, che non pare mai arrivare, fino all’ottobre del 2019.
In questo periodo l’artista pubblica varie canzoni ,tra cui “Gucci Rubate” con un bellissimo video girato tra New York e il Centro-America e “Ciro” una canzone che denuncia la situazione del suo quartiere Scampia.
“Dio perdona io no”, è il primo album dell’artista del Rione Don Guanella, che vede collaborazioni con la Dark Polo Gang, Fabri Fibra, Drefgold, Gemitaiz e addirittura Fedez.
Poco prima dell’album però, collabora con il produttore “pluriplatinato” Dat Boi Dee, nel singolo “ ‘Nnammurata” che riscuote subito successo.
Dat Boi Dee è uno dei volti più importanti attualmente nella scena, poiché conta svariate collaborazioni con Highsnob, Geolier e tanti altri, uno di questi è Samurai Jay.
Giovane artista napoletano che prima intraprende la carriera da chitarrista, stravolgendola del tutto e iniziando a fare rap. Samurai Jay muove i primi passi nella musica diventando subito un nome importante nelle discussioni dei fan del genere.
Collabora con il rapper Ntò, nel brano “Perché”, prodotto dal allora Sto Magazine.
Dopo questa collaborazione importante si avvia al massimo la sua carriera musicale, postando su Instagram dei piccoli pezzi, Promessa 1 e Promessa 2, il terzo capitolo viene pubblicato su Youtube ed è in collaborazione con il rapper di Spezzano, Pepe.
Promessa 3 raggiunge è la prima canzone di Samurai a raggiungere il milione di visualizzazioni, e da quel milione inizia la sua ascesa.
Pubblica svariati brani, tutte delle vere e proprio hit con una forte musicalità data dal tappeto musicale creato dal suo producer di fiducia DANI, collabora con Boro Boro e infine esce quello che ad’ora è il suo brano più conosciuto, “Gang” in collaborazione con Geolier.
Recentemente ha collaborato nel brano di Dat Boi Dee, “Vamos pa la banca” insieme a Geolier, Mv Killa e Lele Blade, e dopo solo pochi giorni già pare essere un vero e proprio tormentone prodotto dai più forti della scena napoletana.
In questo momento, pare che il rap napoletano stia dando molto a tutta la scena underground musicale, cosa dobbiamo ancora aspettarci da tutti questi talentuosi artisti?
Articolo a cura di Lorenzo Muto!