La musica rap in Italia ha certamente fatto passi da gigante, numerosi aspetti sono mutati e ci sono state tante evoluzioni, anche se non apprezzate da tutti. Il cambiamento maggiore riguarda il numero degli ascoltatori: molti rimpiangono la vecchia era del rap, quando quest’arte veniva “snobbata” dalle radio e da tutti i media, il pubblico era decisamente elitario e giravano molti meno quattrini. C’è chi sostiene che la mancanza di un giro economico, quasi assente fino ad una quindicina di anni fa, favorisse l’incisione dei dischi a puro scopo passionale, senza avere vincoli da parte di alcuna etichetta. Questo avrebbe avuto come conseguenza il racconto di storie vere, vissute sulla pelle degli artisti. Con la commercializzazione di quest’arte tutto è andato perduto, perché lo scopo di molti rapper è ora quello di arricchirsi, di vivere una vita agiata idolatrati da milioni di fans; ecco come i contenuti, i sentimenti, la passione e le verità passano in secondo piano, fino a sparire del tutto.
Ma è davvero così? E’ giusto generalizzare in questa maniera asserendo che nessuno si impegna più in questo campo? La commercializzazione del rap in Italia è un fenomeno che non presenta aspetti positivi? Proviamo a dare una risposta.
Con l’approdo del rap nelle radio e nella televisione si sono generate le mode. Ciò comporta il fatto che in mezzo ad innumerevoli “seguaci della massa” questo messaggio giunge alle orecchie di altrettante persone, le quali hanno la possibilità di approfondirlo ed interiorizzarlo, sviluppandone una vera e propria passione. Gli amanti del rap che appartengono alle nuove generazioni sono potuti venirne a conoscenza soprattutto attraverso queste modalità.
L’accrescimento di questo genere ha permesso il fatto che gli artisti al giorno d’oggi possano vivere di musica, registrare e portare avanti numerosi progetti di produzione sempre attinenti al loro mondo. Tutto ciò ne alimenta lo sviluppo, sfruttato a dovere da tanti rapper e grazie al quale sono diventati milionari. Molti di questi sfoggiano nei loro profili Instagram e nei video ufficiali delle loro canzoni macchine di lusso, banconote, champagne costosissimi, Rolex, collane d’oro e diamanti. Questo atteggiamento è spesso percepito come “sfacciato”, generando non poche polemiche e spaccando a metà il pubblico: sono parecchi quelli che rimangono sconvolti da tale esposizione di ricchezze, accusando i rapper di esibizionismo e di pochezza d’animo, spesso in maniera diretta.
In una recente intervista de “Le Iene” che ha come ospite Sfera Ebbasta, viene rivolta a quest’ultimo una domanda molto provocatoria: “Non ti sembra un po’ cafone esibire la ricchezza?”. La risposta non tarda ad arrivare, e racchiude tutto quello che rappresenta il suo personaggio: “Se arrivi dal niente e riesci a fare qualcosa devi farlo vedere a tutti, perché tutti devono sapere che ce l’hai fatta”. Parliamo di persone che non sono affatto nate navigando nell’oro, gente che ha vissuto nelle case popolari e che ha dovuto arrangiarsi fin da bambini. Anche Laioung parla di questo in “Quello che voglio”, esponendo i problemi della sua infanzia e di com’è cresciuto con la sua gente nei quartieri come lo Zen di Palermo: “Sempre nei guai e senza soldi, troppi problemi ma mai lamentati”. Eppure anche quest’ultimo ora gira con una macchina di lusso placata d’oro e con collane in quantità.
Che si voglia credere o no, tutto ciò non è uno sfoggio immotivato e ci sono spesso veri e propri insegnamenti che gli artisti vogliono trasmettere al loro pubblico ed in particolare alle persone più giovani. “Se ce l’ho fatta io ce la possono fare tutti”. La spinta d’incoraggiamento a fare qualcosa e diventare qualcuno, fornendo la giusta motivazione agli altri, mostrandosi esattamente come loro e facendo vedere come potrebbero diventare.
Articolo a cura di Francesco Lobina.