Essere parte dell’immaginario hip hop di fine millennio e dover ricominciare all’apice del successo. Dopo i 4 album in cui la dimensione underground ha rilegato Ntò agli argini dell’industria musicale italiana, arriva Nevada, il primo disco sotto etichetta. L’artista si spoglia della sua storia, del suo personaggio, di ciò che l’ha portato al successo iniziale, per rinascere come artista in grado di sapersi destreggiare lungo tematiche diverse. La storia di Ntò, all’anagrafe Antonio Ricciardi classe 82’, si è caratterizzata attraverso la formazione e l’esplosione underground dei Co’sang. Il gruppo che lo ha portato in cima, è stato anche quello che ha ridefinito la sua carriera da solista, quasi sempre in controtendenza con il partner Luchè. Dal 2012 in cui le strade si dividono, Ntò ha pubblicato 4 dischi: nel 2013 il Coraggio Impossibile, seguito da Numero 9 nel 2014 e Col Sangue nel 2016, fino all’album dello scorso anno Rinascimento.
A questi si è aggiunto lo scorso 28 febbraio Nevada. Il primo disco per un’etichetta discografica (curato da Sony Italia) racconta la continua evoluzione del rapper campano, non più imprigionato nella dimensione underground in un mercato musicale urban in continuo sovradimensionamento. Il disco, come afferma Ntò, ha delle caratteristiche peculiari ben precise: delle connessioni forte a livello strutturale e organizzativo con Il Coraggio Impossibile. Dalla scrittura alla tracklist, dalla scelta dei featuring ai produttori che hanno collaborato al disco, Nevada appare come un prodotto non omogeneo. Alti e bassi sonori ed emotivi che portano l’ascoltatore in una dimensione orizzontale, tra la solitudine e la lussuria luccicante.
Nevada si caratterizza per 12 tracce che spaziano e attraversano diverse influenze musicali e vedono le collaborazioni di artisti importanti come Jake La Furia, Enzo Avitabile, Nina Zilli, Giaime, Gianni Bismark, Emiliana Cantone e Nico Tesla. La produzione, invece, si caratterizza per numerose contaminazioni grazie al sapiente lavoro di Dj Klonh, Andry The Hitmaker, MadReal, GFerrari, Cashfloe, GianniBlob, Gianluca Brugnano e Raffaele Stabile.
Anticipato con l’uscita del singolo “Salut” con Speranza il 2 novembre scorso, il disco assume subito una forte impronta street. Le sonorità dei due artisti si legano soprattutto attraverso la street credibility dei due personaggi, Ugo Scicolone (Speranza) e Antonio, in contatto ancora prima della firma, il primo per Sugar e il secondo per Sony. Due artisti quasi cosmopoliti che integrano nel loro background influenze francesi urban: il progetto che ha portato Speranza ad essere una realtà in Italia parte dalle periferie parigine, mentre i Co’sang hanno aperto la strada con l’album “Vita Bona” che vedeva la partecipazione di Monsi Du VI e Akhenaton degli IAM.
La titletrack “Nevada” è l’immagine artefatta del disco. Ntò crea dei parallelismi tra il deserto emotivo della cultura urban attuale e il suo stato d’animo, dove solo in alcuni momenti alla solitudine prevale la gabbia d’oro: la fama. Il featuring con Clementino è qualcosa di già sentito, referenze a “Pianoforte a Vela”, brano contenuto nel disco Mea Culpa del 2013. I due artisti invadono l’immaginario del Nevada, una terra assolata e solitaria al cui interno si ritrova Las Vegas, delirio eterno del finto appagamento. Napoli si sposta sulla costa occidentale degli Stati Uniti, un mix tra il Gran Canyon e Posillipo in un gioco violento di immagini e ricordi.
Dal brano banger con Giaime “Mi Conosci” ad “Antiproiettili” con Jake La Furia, Ntò sembra rinascere in un mercato mainstream che ha rifiutato per troppo tempo. Un ruolo, quello dell’artista uscito dai Co’sang, che gli ha dato ma soprattutto tolto molto, soprattutto nell’esposizione al mercato nazionale. Non mancano le giovani leve nel progetto, con Gianni Bismark in “Ti faccio ricca” e “Lexotan” con Nico Tesla, due brani con sonorità fluide e che si avvicinano all’immaginario trap degli ultimi tre anni. La ricerca del suono napoletano, soprattutto neomelodico, ha portato Nevada ad attingere dal repertorio di Emiliana Cantone. Il brano, una storia d’amore, è ciò che il mercato musicale sta chiedendo e valorizzando da tempo attraverso i numeri di ascolto.
Ntò canta la sua solitudine e la sua appartenenza in “Dipendenza” e “Diva”, due singoli che racchiudono l’album in una nuova e ritrovata dimensione romantica. Il featuring con Enzo Avitabile e Nina Zilli è un rischio da correre, soprattutto per la presenza della cantante piacentina. Dopo alcuni ascolti la melodia riesce a rapire l’attenzione, anche grazie agli arrangiamenti di Avitabile. Il vincitore del David di Donatello nel 2017 è la rappresentazione di un musicista in grado di percorrere i tempi e attraversarli.
Nevada è un disco rivoluzionario per Ntò, non per il rap italiano. Se per il primo è l’evoluzione di diverse atmosfere che aveva celato dietro al personaggio costruito attraverso i Co’sang, per il rap italiano è solo un’altra prova che la scena sta evolvendo di nuovo attorno alla scrittura. Dopo l’annuncio di Tedua attraverso il Freestyle 2020 e l’album di Claver Gold e Murubutu, l’album Nevada rappresenta una presa di posizione della profondità semantica, in attesa della rivoluzione.
Articolo a cura di Vincenzo Nasto!