Ciao Zeep, come spiegheresti chi sei a qualcuno che non ha mai ascoltato la tua musica?
Ciao! In realtà mi viene sempre un po’ difficile spiegare chi sono e che tipo di musica faccio. Diciamo che sono un ragazzo che racconta storie e scrive canzoni.
Come gestisci il rapporto con i tuoi fan? E da ascoltatore credi sia cambiato il rapporto degli artisti in generale con i loro ascoltatori?
Il mio rapporto coi fan è molto legato a Instagram, soprattutto ora che i live sembrano un ricordo lontano. Mi piace interagire con loro, sapere cosa pensano o cosa provano ascoltando le mie canzoni. Sicuramente oggi è tutto molto più diretto; a 15-16 anni sarebbe stato un sogno poter interagire con il mio artista preferito e scambiarci quattro chiacchiere.
Molti sono arrivati a conoscerti grazie al feat con Enigma, vuoi raccontarci come è nata “cosa resta”?
“Cosa resta?” è nata un in maniera molto spontanea, un po’ come tutte le mie canzoni. Non mi fermo mai a riflettere su ciò che sto scrivendo, lascio che esca da solo. La collaborazione con En?gma è nata grazie a Kaizén, che da un po’ di mesi cura le produzioni di tutti i miei singoli. Ricordo ancora quando ho comprato “Foga” con un amico e scherzavamo su un’improbabile collaborazione futura tra me e Marcello. Potete immaginare la mia soddisfazione quando è successo.
La cosa che ha sorpreso è stata l’incredibile omogeneità del vostro connubio sulla musica di Keizén, quanto ti affidi al produttore e quanto invece ti piace mettere del tuo nelle strumentali?
Mi capita di scrivere sui type beat o accompagnandomi con uno strumento, ma poi affido sempre la strumentale a un professionista. È raro che mi intrometta nella produzione di un beat, non è il mio mestiere, ma mi piace molto curare le armonizzazioni e le linee melodiche. Kaizén ha capito quale percorso voglio seguire e mi sta aiutando molto in questo.
Ci saranno altre collaborazioni o date insieme ad Enigma?
Per ora non abbiamo parlato di nuove collaborazioni e sicuramente per le date ci sarà da aspettare un bel po’, vista la situazione. Ma in futuro potrebbero esserci soprese😉
Tu hai iniziato col rap, che cosa ti ha dato e cosa invece non ti manca per nulla si quel “mondo”.
Mi ha dato una voce, un modo di scrivere, il coraggio di espormi. Devo tantissimo al rap e resta sicuramente uno dei miei generi preferiti, ma non è più quello che voglio fare. O meglio, non voglio che la mia musica possa essere confinata a un solo genere musicale. Sicuramente non mi manca la fanbase tipica del rap, o i vari “Ho fatto una hit! Questo è il mio anno!” e tutti quegli stereotipi che visti dall’esterno possono essere un po’ ridicoli.
In seguito alla situazione di pandemia che stiamo vivendo molti artisti hanno subito un duro colpo economico ed organizzativo, tu come hai vissuto tutto questo?
Non poter andare in studio mi ha bloccato molto. Sono sempre stato costante negli ultimi mesi e ho pubblicato diversi singoli. Ne ho altrettanti pronti che aspettano solo di essere registrati e non vedo l’ora di farli ascoltare. Sicuramente i social mi hanno permesso comunque di essere presente e di far ascoltare qualche strofa ai fan più affezionati.
Come si trovano gli stimoli dopo aver raggiunto la soddisfazione di collaborare con uno dei propri artisti preferiti?
Ho la fortuna/sfortuna di non accontentarmi mai. Non riesco a vivere a pieno i traguardi, penso subito allo step successivo, e questa cosa a volte mi pesa. Probabilmente se dovessi fare un disco d’oro sarei felice per 10 minuti e poi penserei “Si, ma il platino?”. Spero che gli stimoli non manchino mai.
A chi è dedicata “meglio di cosi”?
In realtà non l’ho dedicata a una persona in particolare. È un insieme di immagini e ci ho messo dentro tante persone e cose importanti. Come ho detto prima non penso mai a cosa scriverò, lascio che la canzone si scriva da sola. Poi riascoltandola potrei ricollegare una frase alla musica, alla mia ragazza, a degli amici o familiari, ma non faccio mai nomi perché voglio che chi ascolta si faccia un proprio viaggio. Vedere le coppie che se la dedicano non ha prezzo.
Saluta chi vuoi e dicci un nome con cui vorresti collaborare, sia mai che scopra la tua musica attraverso il nostro articolo
Saluto tutti i ragazzi che mi ascoltano, perché senza di loro sarebbero parole al vento. Vorrei collaborare con un botto di artisti, ma in questo momento mi vengono in mente Coco e Mecna; chissà che un giorno non diventi possibile anche questo.
Intervista a cura di Stefano Faccioli!