Guè aveva preannunciato che questo disco poteva essere il degno sequel di Vero e sicuramente Mr. Fini non ha di certo deluso le aspettative. Un disco davvero completo e lontano dalle mode del momento, in cui possiamo trovare il lato più dark di Guè e un numero decisamente importante di hit. Lo storico membro dei Club Dogo che ha mostrato all’età di 40 anni di essere ancora tra i migliori della scena, cambiando qualsiasi tipo di flow all’interno del disco e mostrando tutta la sua maturità nei testi. Un album composto da ben 17 tracce e che presenta in esso ben 7 featuring, alcuni più e alcuni meno riusciti.
Mr. Fini che si apre subito con una gran traccia e stiamo parlando de “L’Amico degli amici”, un pezzo da un sound molto potente e con due strofe strepitose, che sanno di forte critica al nostro paese. Non convincono del tutto invece i featuring presenti in Chico, con un Luchè che sembrerebbe essersi snaturato eccessivamente e con un ritornello di Rose Villain forse non troppo hip hop. L’album prosegue con un pezzo di altissimo livello e si tratta de “Il tipo”. Una traccia con una base molto leggera con il campionamento di una chitarra e su di cui Guè ha saputo adattarsi alla grande. L’artista che è riuscito a tirare fuori uno storytelling sulla figura de “Il tipo”, mettendo in mostra un flow di altissimo livello.
Il singolo che accompagna l’uscita di Mr.Fini è la meravigliosa “Saigon”, una traccia con un ritornello che sa di hit e con un testo molto romantico e sentimentale del Guercio. Nel disco è presente anche il reggaeton, di cui Guè è grande amante e in tal senso questa tipologia di sound la possiamo trovare sicuramente in “25 ore”. Una traccia che ha il potenziale per diventare una hit estiva e che ricorda moltissimo l’ottima “2%” presente in Sinatra. Niente male anche l’ottimo contributo di Carl Brave in “Parte di Me”, un pezzo anche questo molto sentimentale, in cui Guè paragona il suo rapporto con una donna a quello degli elementi che compongono la natura.
Una delle tracce più belle e potenti di Mr. Fini è senza ombra di dubbio “Immortale”, con la collaborazione nel ritornello di Sfera Ebbasta. Il Guercio che ha tirato fuori delle strofe vecchio stampo Dogo, con uno stile che ricorda moltissimo quello utilizzato nell’ormai lontano 2014 in “Fragili” con Arisa. Come può esserci un album di Guè senza Marracash e infatti anche questa volta il King del Rap ha risposto presente. I due che hanno collaborato in “Tardissimo” con Mahmood, una traccia tuttavia che si discosta un pò troppo probabilmente dallo stile dell’album e in cui Marra non è riuscito a dare il meglio di sè. Siamo sicuri tuttavia che questo pezzo che non verrà magari apprezzato al meglio dagli appassionati dell’hip hop, possa comunque raggiungere presto un buon successo a livello radiofonico.
L’album prosegue con “Medellin”, una delle traccia meno belle del disco, in cui forse si da eccessivo spazio a Lazza per essere una traccia dell’album di Guè. Il giovane artista autore sia del ritornello che della seconda strofa, in questo pezzo che forse si discosta come stile un pò troppo dal resto delle tracce. Molto più azzeccata invece “Cyborg”, in cui Il Guercio utilizza diverse metafore ed in cui esalta appieno la sua tecnica e il suo flow. Pezzo in cui si è saputo inserire alla grande Geolier, con una seconda strofa in napoletano di altissimo livello.
Guè continua a puntare forte anche sul giovane talento Young Rame e lui ripaga appieno la fiducia nella meravigliosa Giacomo. Uno storytelling di questo ragazzo, della sua vita di strada e del suo rapporto con la droga, in uno dei pezzi sicuramente più belli del disco. Un’altra hit è senza ombra di dubbio “Dem Fake”, con la collaborazione internazionale nel ritornello del bravissimo Alborosie. Il disco prosegue con “Mercy On Me (In sbatti)”, un vero esercizio di stile di Guè, abbinato a un mood del beat molto leggero e ben riuscito. Dopo la hit Colpo Grosso, il rapper milanese torna a collaborare con il miglior rapper albanese e stiamo parlando di Noizy. Il pezzo si chiama “No Security” e presenta un sound molto internazionale, in cui Guè critica la scena rap italiana e con un Noizy che ha tirato fuori una strofa con citazioni alll’Italia molto figa.
All’interno di Mr. Fini Guè ha avuto modo di fare anche un salto al passato e lo ha fatto all’interno della meravigliosa “Ti Levo le Collane”. Una traccia con un beat stile anni ’90 e che sa di vero e proprio dissing ai tanti trapper italiani, con un Paky che ha sorpreso tutti con una strofa di alto livello. L’album si chiude con due pezzi molto emozionanti, in particolare non si può non soffermarsi su “Stanza 106”. Una canzone con un mood e testo molto sentimentale, in cui si vede il lato più introverso di Guè, in cui l’artista cita anche la morte, la sofferenza terrena e suo padre defunto. Un atmosfera molto simile presente anche in “Ti Ricordi?”, una traccia molto riflessiva, in cui l’artista ripercorre anche un pò la sua infanzia, la sua adolescenza, i suoi tanti innamoramenti e le persone che non ci sono più.
In conclusione Mr. Fini è un album che è stato e che verrà apprezzato molto dai suoi fans di lunga data, ma anche per chi non lo è vi consigliamo di ascoltarlo, per poter scoprire anche un lato diverso dell’artista. Un album che ricorda per diversi aspetti Vero, per il lato sentimentale delle tracce ed anche per lo stile di determinate canzoni e che si candida ad essere tra i migliori dischi dell’anno.
Articolo a cura di Giovanni Paciotta!