Tutti parlano (giustamente) della tua evoluzione degli ultimi anni, io ti chiedo invece cose è rimasto in Bad Reputation del Vacca dei primi album?
VACCA: Bella domanda…Forse la stessa voglia di fare qualcosa di grande, l’amore per la musica che mi fulminò anni fa, dopo tanti anni è ancora la spinta che mi fa alzare la mattina. Passione, rivalsa e voglia di raccontare la realtà che mi circonda non sono mai svanite.
Al di là della title track, quale brano sceglieresti per identificare a pieno il momento musicale che stai vivendo?
VACCA: In questo momento “Dem a Fight me” (la prima delle 10 tracce aggiunte a Bad Reputation) ha tecnica, nuove melodie, nuovo stile in un mood generale che mi rispecchia in questo momento. Di questi ultimi 3 album è uscito il lato più dark di me ma è quello che vivo di più realmente.
Bad Reputation esce tra l’altro in un momento di crisi dovuta al CoronaVirus, tanto che ne hai tardato l’uscita, ma ora hai addirittura regalato 10 tracce extra. Come si gestisce l’uscita di un prodotto in questo momento? Quanto ci si perde e quanto ci si guadagna?
VACCA: A voler essere precisi, l’uscita era a cavallo del periodo inizio quarantena, andare in contro a questo vuol dire sicuramente rimetterci economicamente. È facile ora dire “presto nuova musica” come fanno altri artisti, ora i negozi stanno riaprendo, a breve torneranno i concerti, facile farsi belli ora, gli stessi che avevano musica già pronta da mesi e mesi, senza gli in-store sanno che non venderebbero abbastanza. Io vado in studio per lavorare, ogni giorno, ho la sveglia, i piani editoriali da rispettare, come ogni lavoro da ufficio. Chi fa un disco ogni 2-3 anni è perché era in giro a cazzeggiare, a fare i props agli amici, a farsi la vacanza con la tipa ecc… Un album serio si fa in meno di un anno, se tu ci metti così tanto per un album poi DEVE essere veramente qualcosa di innovativo, devi aver inventato una lingua nuova praticamente. Invece molti artisti perdono tempo, la realtà è che in studio non lo vedi mai, poi diciamoci la verità, per scrivere quelle cagate, monoflow, senza rime spesso che il 70% dei rapper italiani fa, non ci vorrà mica tutto questo tempo. Hanno tutti stesse metriche, ritornelli, spesso stesse rime, sicuramente lo stesso “immaginario”, tutti poveri prima e ricchissimi ora, ma effettivamente pochi hanno qualcosa da raccontare.
Nel brano “religione” con En¿gma dici “questi durano un paio d’anni, il tempo mi darà ragione, noi non siamo la moda noi siamo la religione”. Non è un pò quello che al tempo qualcuno diceva di te e altri colleghi oggi diventati colonne dell Hip Hop italiano?
VACCA: Sono passati 16 anni dal mio primo album, io ho fatto cose negli anni che poi altri hanno rifatto. La longevità non è un’opinione, se proprio dovessi essere più preciso, manco due anni dureranno alcuni. Quando quelli a cui leccano il culo si stufano di dargli visibilità, vedrai che la festa finisce. Altri sicuramente dureranno e faranno anche loro la storia ma la maggior parte no.
Vita da Re 2 con Mr.Entics non è il primo “sequel” dei tuoi pezzi storici, è un rischio andare a “riprendere” alcuni brani? Non si rischia di passare per quelli che “vivono nel passato”?
Vacca: Io credo, non voglio dire imprecisioni, ma penso di essere il primo in assoluto ad aver inventato gli in-store virtuali. Ogni giorno per settimane parlare in videochiamata con tutti per ringraziarli del supporto. Io guardo sempre al presente, che non si siede sugli allori di quello che è stato fatto.
Non vivo nel passato, anzi vivo più che mai nel presente e faccio ancora questa musica. Questo per dire che tolti Marra, Gue e pochi altri della mia generazione fanno ancora rap. Per esempio Fabri Fibra io lo considero pop ormai, è cambiato il personaggio e si è seduto, guarda con che disco è uscito… La raccolta degli ultimi 10 anni, per me è proprio sinonimo di “Non ho più un cazzo da dire”.
Torniamo al discorso di prima, non stai facendo nulla, non hai live, non esci con un disco nuovo da un sacco di tempo, perché non fai qualcosa di nuovo? Forse i soldi ti tolgono quella “fame”, io non sono miliardario ma sto bene economicamente, mi ritengo fortunato ho ancora fame di fare musica e faccio musica perché ho ancora fame.
Domanda provocatoria: pensi che alcuni tuoi vecchi lavori non siano stati capiti al tempo, mentre oggi con orecchie più abituate a certe sonorità/sperimentazioni, avrebbero ricevuto molto più calore?
VACCA: Penso che ognuno ha il suo tempo, capisco che molti vogliono vedermi fallire, ma io non passo tempo a lamentarmi, alcuni miei lavori vecchi non piacciono più neanche a me. Sono ripartito da zero, vedi il cambio di look, ogni cosa che non è andata bene sono errori che mi hanno fatto crescere, sono orgoglioso, fiero e soddisfatto di tutto. Da “poco di buono 2” in poi non c’è una rima che cambierei. Chi ascolta la mia musica sa che ci sono mille tematiche diverse, emozioni e tecnica pacchi, non si può dire lo stesso degli altri.
Hai il grande merito di dare spazio a nuovi talenti, che magari non tutti ancora conoscono come: Pink Empire, Fresh Johnny, Paska, Elfo e Vaz Tè (ormai lanciatissimi) Il tuo stesso team è fatto da gente giovane e in gamba… Ti senti collega o mentore verso alcuni di loro?
VACCA: Per il mio team apro una parentesi: meglio non ce n’è. Con Andrea (SOLOBOMBE) siamo più che amici oltre la musica, potrei lasciargli le chiavi di casa, ed è lo stesso con tutti i miei collaboratori vicini. Siamo oltre al lavoro, che poi riesca a fare soldi con tutti è un surplus, poi ognuno ha comunque il proprio business parallelo. Per quanto riguarda i feat potrei sentirmi un pò mentore, ma quando si dà spazio a un giovane artista è perché ne riconosco il valore prima dei numeri. Sono bravi tutti a chiamare gli emergenti con grandi numeri, anzi io li chiamo quando nessuno gli da spazi, i numeri non fanno la qualità. Te ne accorgi quando un feat è combinato e alcuni grossi chiamano solo i piccoli perché stanno crescendo velocemente e sono solo per un ritorno di follower, stream ecc…
Essere indipendenti, un vanto che hai portato all’estremo, eppure la major viene vista ancora come “la mecca”, cosa vuoi dire ai nuovi artisti che si trovano al bivio?
VACCA: Quando sei all’inizio sei indipendente per forza, la major ti apre delle opportunità che certamente da solo non puoi avere, quando però sei indipendente ma con un nome affermato, quando sai fare numeri da solo la differenza è solo quando a fine mese vengono ripartiti i guadagni. I soldi tendenzialmente sono per lo più nelle tasche della major, poi arrivi “forte dei numeri che fai” più parti avvantaggiato nelle trattative. Ma essere sotto major è un impegno prima di tutto col tuo tempo, al di là del budget che ti danno (spesso inefficiente) insomma, quasi sempre puoi fare le stesse le cose da solo se sei bravo e non devi dividere i tuoi guadagni con nessuno. A livello di soddisfazione non c’è paragone. Se sei M;r.nessuno e la major ti contatta, non è la via giusta, ormai prendono cani e porci anche gente con poche migliaia di views sperando siano i nuovi fenomeni e che dopo un anno tornano alla realtà in maniera brusca e la loro carriera finisce subito. Questo perché torniamo al discorso di prima, ci sono tanti bravi performer, tanti imitatori ma pochissimo con contenuti originali che hanno da dire sul lungo periodo.
Bad Reputation chiude un ideale trilogia… O ci aspetta qualcos’altro?
La trilogia è finita, era un “film” diviso in tre parti, ma presto arriveranno un mixtape e chissà… come ho già detto io sono sempre in studio a cacciare bombe!
Articolo a cura di Stefano Faccioli!