Era il 2018 quando per le strade e nei luoghi di aggregazione si iniziava a sentire un nuovissimo brano trap, “P Secondiglian”. In poco più di una settimana il brano raggiunse migliaia e migliaia di visualizzazioni. Il brano fu l’esordio di due attuali giovanissimi talenti del panorama trap campano e italiano: Nicola Siciliano e Emanuele Palumbo in arte Geolier.
Non parliamo però di un vero e proprio esordio poiché entrambi, nonostante la giovanissima età avevano prodotto già altri brani o perlomeno erano nel panorama musicale.
Tra i due però, oggi approfondiremo il personaggio di Geolier, visto che rispetto a 2 anni fa, sono cambiate parecchie cose, e questo l’ha detto anche l’artista stesso, infatti la descrizione del suo ultimo post di Instagram è proprio: “Dalla street alle sfilate”.
Nel nuovo millennio, specialmente dagli anni ’10, grazie ai potenti mezzi di comunicazione, nella scena musicale è molto più facile arrivare al top partendo dal nulla, ma bisogna essere davvero bravi per riuscirci. E’ proprio il caso di Geolier che già prima di “P Secondigliano” aveva pubblicato a soli 11 anni un freestyle con lo pseudonimo di Manubeat, e nonostante la giovanissima età era riuscito a dimostrare che prima o poi si sarebbe affermato.
Geolier, napoletano purosangue del quartiere di Secondigliano, dal 2018 è cambiato molto, l’artista è maturato parecchio stilisticamente e soprattutto è riuscito a farsi un nome, diventando un simbolo della città partenopea in tutta Italia.
Stilisticamente e liricamente, i brani del rapper napoletano inizialmente trattavano spesso di strada e della vita che l’artista stesso ha visto e vissuto in prima persona. Già da Queen però abbiamo la sua prima evoluzione, infatti inizia a subentrare il tema dell’amore (concetto chiave del suo primo album “Emanuele”), con quel tocco di passione napoletana caratterizzata dal dialetto, che diventerà il vero e proprio cavallo di battaglia di Geolier. A fine 2018, tra milioni di visual, tendenze su Youtube e centinaia di migliaia di follower sui social, Geolier è la promessa del 2019, e così si dimostrerà.
Il rapper di Secondigliano pian piano si inizia ad affermare nel panorama italiano grazie anche al manager Enzo Chiummariello e all’ingresso nell’etichetta discografica BFM Music fondata dal rapper ex Co’Sang, Luchè.
Geolier decolla e inizia ad affermarsi anche nel panorama italiano, collabora con Emis Killa, Rocco Hunt, Luchè, Samurai Jay e tantissimi altri ma la vera svolta della carriera e melodica è il suo primo album da solista “Emanuele”. I temi sono sempre la strada con l’aggiunta di canzoni melodiche romantiche quasi drammatiche, dove possiamo vedere il vero Geolier, che si alterna tra rap old school e trap da new generation.
Un album completamente in lingua napoletana che si posiziona anche al primo posto della classifica FIMI e successivamente colleziona anche il Disco d’oro. Geolier è il simbolo vero e proprio della rivoluzione del mercato musicale poiché è stato il primo artista ad essere stato in cima alla classifica dei singoli in Italia con un album completamente in napoletano.
Al wonderboy di Napoli però solo l’Italia gli sta stretta, siccome nelle scorse settimane è riuscito a posizionarsi 120° nella TOP200 di Spotify col brano “M Manc” di Shablo in collaborazione con Sfera Ebbasta. Record su record, siccome nessun artista napoletano era mai stato in una classifica globale digitale.
Tecnica, arte e stile, le tre parole che possono riassumere al meglio un artista capace di scrivere vere e proprie hit, variando di genere, alternando barre da freestyle old school americano a versi d’amore su basi semi-reggaeton. Attualmente Geolier, risulta essere l’artista napoletano più promettente di tutta la scena, che non ha voglia di fermarsi e che cercherà pian piano di affermarsi ancora di più in Italia e andare oltre i confini nazionali, e questo lo dicono i numeri.
Articolo a cura di Lorenzo Muto!