Jake La Furia ed Emis Killa sono tornati e lo hanno fatto insieme attraverso il potentissimo disco intitolato “17”. Un album contenente non a caso 17 tracce, un numero molto rappresentativo per i due artisti, visto che lo hanno persino tatuati entrambi sulla loro pelle. Sono precisamente cinque invece i featuring presenti all’interno di questo progetto e stiamo parlando anche di nomi piuttosto importanti. Si passa da Lazza presente in ben due tracce, fino ad arrivare a Fabri Fibra e Salmo.
“17” si apre subito con una traccia super ignorante, come testimonia anche lo stesso titolo e stiamo parlando di “Broken Language”. Un pezzo caratterizzato da un beat davvero ipnotico e da delle barre molto crude, che rappresentano alla grande lo stile dei due artisti. Subito dopo arriva il singolo Malandrino, che abbiamo già avuto modo di ascoltare ed apprezzare nelle scorse settimane ed è probabilmente il pezzo più orecchiabile del disco. Il primo featuring di “17” lo troviamo in “No Insta” e si tratta di Lazza, autore di un ritornello molto melodico con autotune, che si collega bene a due strofe molto significative di Killa e Jake. Delle barre che sanno di dissing alla scena attuale e di rivendicazione del loro rap proveniente dalla strada e non dai social network come oggi. Una delle tracce più belle dell’album è sicuramente “Renè e Francis”, con Emis Killa che racconta la storia di Vallanzasca e Jake quella di Turatello, ovvero due celebri criminali italiani. Il tutto accompagnato da un sound molto piacevole e ritmato e da un ritornello di Emis sicuramente ben riuscito.
In “17” possiamo trovare anche un pezzo solista di Jake e stiamo parlando della bellissima “Amore Tossico”, in cui l’artista racconta della storia d’amore con una ragazza, con il ritornello campionato dalla canzone “Io e te” del cantautore Edda. Il disco prosegue con 666, un titolo che è tutto un programma, che rappresenta un pò la vita spericolata dai due rapper. All’annuncio della tracklist dell’album, leggendo anche i nomi dei featuring, sicuramente la traccia che ha creato maggior hype è stata “Sparami”. Un pezzo che si sta rivelando infatti un autentico successo, trovandosi da giorni in cima alle classifiche di Spotify, viste le collaborazioni prestigiose di Fabri Fibra e Salmo. Il primo che ha tirato fuori sicuramente un ritornello riuscitissimo in perfetto suo stile e con delle strofe degli altri tre che sanno tanto di risposta agli haters e alle tante malelingue. Il disco prosegue con un pezzo davvero emozionante e parliamo di “Lontano da me”, che parla dai tanti amici finiti in carcere e in generale della malavita di strada e il rapporto con le donne. “Maleducato” come rappresentato anche dal titolo, è forse invece la traccia più ignorante del disco, con delle strofe molto crude e con un ritornello molto orecchiabile. A seguire troviamo invece la molto emozionante “L’ultima volta”, caratterizzata da un beat davvero malinconico e trascinante. Tutto questo rappresentato alla grande dalle strofe di Emis e Jake e soprattutto da quella riuscitissima di Massimo Pericolo.
L’unica canzone solista di Emis Killa la troviamo invece in “La mia prigione”, canzone con significato chiaramente metaforico e riguardante il fatto di sentirsi imprigionati nella comune vita quotidiana. L’album procede con l’ignorante e molto ipnotica “Toro Loco”, in cui due parlano principalmente di sesso e del rapporto con le donne. In “Gli amici miei” ritroviamo invece di nuovo Lazza, in un pezzo sicuramente riuscito. Un classico da pompare in macchina proprio con degli amici e in cui Jake si rende protagonista di un ritornello con l’autotune un pò in stile Laioung.
Ci avviciniamo alla fine del disco e troviamo “Medaglia”. Una canzone in cui due raccontano in un certo senso il loro percorso dalla strada al successo, il tutto arricchito da un bellissimo ritornello di Jake. Subito dopo possiamo apprezzare l’ottima “Il Seme del Male”, in cui si parla di sesso, droga e malavita, attraverso delle strofe molto potenti dei due artisti. L’ultimo featuring che troviamo un “17” è la bellissima “Cowboy” con Tedua, caratterizzata da un beat davvero trascinante e da un ritornello davvero molto originale a livello di sound del trapper genovese. Il disco si conclude con “Quello che non ho”, in cui i due artisti fanno una sorta di riflessione sul loro successo e su tutta la libertà persa attraverso esso e i vari problemi rimasti all’interno di loro.
In conclusione possiamo dire che “17” è un disco sicuramente ben fatto e ben riuscito, come testimoniano anche i successi a livello di vendite e di ascolti che sta avendo. Un progetto che ha permesso a Jake di capire che può ancora dire assolutamente la sua e a Emis di riconfermarsi ad alti livelli come uno dei migliori della scena. Un plauso anche ai featuring scelti ed in particolare a quello di Tedua in Cowboy e quelli delle solite conferme Fibra e Salmo in Sparami. A voi invece è piaciuto questo album? Qual’è la vostra traccia preferita presente al suo interno?
Articolo a cura di Giovanni Paciotta!