– Abbiamo ascoltato il tuo nuovo album “N4BS”, parlaci un pò di questo progetto …
– Dopo due album con il mio gruppo La Pankina Krew, dove a scrivere i testi eravamo in tre, avevo la necessità di scrivere canzoni che esprimessero dall’inizio alla fine il mio sentire.
Avevo bisogno di essere me in ogni canzone, di tirare fuori i miei sentimenti, pensieri, emozioni e visioni. Di accogliere e far pace con quelle parti di me che facevo fatica ad accettare. D’altronde credo che non ci sia nulla di più potente per chi scrive e chi ascolta dell’autenticità. Il disco ha preso forma all’Ammontone Studio, insieme a Oluwong che ha curato sia le registrazioni e i mix, sia le produzioni di tutto il disco, eccetto “Siriana” prodotta da Andrea Fox, giovane e talentuoso producer. Molte delle canzoni avevano già testo e melodia vocale; in studio poi con Oluwong ci costruivamo le musiche e il sound giusto. Non lo ringrazierò mai abbastanza per aver creduto in me e nel mio progetto.
Il titolo dell’album N4BS è l’acronimo di Not 4 Boys: non per bambini/ragazzini. Non che le canzoni non possano essere ascoltate dai più giovani, non è in senso anagrafico: è inteso non per mocciosi viziati, maschilisti e misogini.
È un inno per le donne che hanno consapevolezza di sé e sono fiere della propria indipendenza. Nasce in contrapposizione ai testi degli ultimi anni scritti non solo dagli artisti maschi ma anche dalle artiste stesse, in cui sembra che la donna sia un oggetto in vendita. Basta comprarle vestiti firmati e sarà tua. Un ragionamento che solo dei ragazzini senza esperienza possono fare.
Questo anche perché da donna, nella scena hip hop e musicale in genere, spesso sono stata discriminata. Ho dovuto sgomitare e non poco per prendere il mio spazio. A Napoli nelle jam hip hop per anni ero l’unica donna a stare sul palco.
Ma con due dischi con Lpk, due tour con ‘O Zulù e un disco solista, posso dire che è stata dura ma ce l’ho fatta. Restando sempre fedele a me stessa.
– Se dovessi scegliere 3 featuring per la riedizione dell’album sarebbero?
– Sicuramente confermerei i feat con Ivanò e Zulù. Se dovessi pensare a tre nomi: Ghemon, Elisa e Kendrick Lamar .
– Il sogno di Donix è …
– Ho tanti, troppi sogni. Uno in parte l’ho realizzato ed è quello di fare la cantautrice di professione. È da qualche anno che mi mantengo con la musica.
L’obiettivo è quello di alzare il livello, vincere un disco d’oro / di platino, scrivere canzoni per altri artisti. Ma tutti questi fanno parte del sogno di fare la musicista per tutta la vita.
– Cosa è cambiato dopo il lockdown nel mondo musicale?
– La cosa che maggiormente è cambiata sono i live, i concerti sono inevitabilmente assembramenti ed è il loro bello. Ma a causa delle norme anti-covid oltre ad aver subito un grande stop, tanti festival non si sono fatti. Anche quelli che si stanno facendo, o sono senza pubblico o da seduti e a distanza. Così si è persa un po’ la magia dell’evento live. Oltre al fatto che questa pandemia ha messo in evidenza quanto noi artisti e tutti i lavoratori dello spettacolo siamo poco o per nulla tutelati per il nostro lavoro.
– Grazie ancora per la disponibilità, è stato un piacere averti con noi!
– Grazie a voi, è stato altrettanto un piacere per me. Donix. A presto.