In quest’anno dagli sviluppi molto particolari abbiamo capito che a soffrire sono state anche le uscite musicali e le mosse di molti sono state rallentate. Dalla grande crisi generale si è arriva anche ad una crisi nel microcosmo dell’industria musicale, che ha dovuto pagare carissimo i limiti degli spettacoli: conseguenza legittima, molti non si sono sentiti di pubblicare interi progetti.
C’è però una città e un movimento in particolare che ha scelto questo strano 2020 come anno prolifico. Stiamo parlando di Genova, stiamo parlando di Drilliguria e Wildbandana: tanti sono i progetti rilasciati complessivamente dalla scena genovese e per loro l’anno è tutt’altro che finito.
Tutti probabilmente sanno di chi stiamo parlando ma non tutti avranno notato un calo di collaborazioni interne e di unità negli ultimi periodi, sicuramente non per divergenze tra i membri quanto più per tempi differenti, per la stessa difficoltà di trovarsi con continuità.
Quest’anno però decidono di invertire la tendenza e sono pronto a scommettere che molti si saranno persi qualcosa delle loro numerose pubblicazioni. Ricapitolando un attimo, andiamo per gradi.
Abbiamo iniziato con l’esordio di Bresh, Che Dio Mi Aiuti, un disco che ha stupito sin da subito tanto da meritarsi un apprezzamento generale sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. Completato più avanti da un riedizione con tracce aggiuntive, lo stile fluido con sonorità in continuo movimento fanno da sfondo ad una poetica più personale che introspettiva: la stessa stesura e il modo d’intendere sono profondamente genovesi.
A seguirlo qualche mese dopo è arrivato Tedua con il suo Vita Vera Mixtape, un concentrato di stili agli antipodi, esperimenti accumulati nel tempo, tanti featuring di cui molti inediti che portano a qualcosa di più alto, La Divina Commedia, un album ambizioso che non ha ancora visto la luce. Tornando al tape, un lavoro che in generale ha avuto grande risonanza anche a livello di numeri, ha come uno dei suoi punti chiave proprio Manhattan, una posse track con riunita parte della scena genovese: Izi, Ill Rave, Vaz Tè e Guesan.
Passiamo proprio a quest’ultimo che certamente non si è fatto trovare impreparato: l’anno di Wildbandana è anche di Guesan avendo pubblicato Nuwanda, che da indipendente offre un’ulteriore visione della poetica sopracitata con diramazioni musicali molto variegate; insomma, una piccola perla che qualcuno sicuramente non ha ancora recuperato.
Ancora più legato all’immaginario urbano è Vaz Tè che non è rimasto certo a guardare. Anche lui ha infatti rilasciato un mixtape, il VTM2, che per la sua gestazione e per l’importanza che riveste nella sua carriera andrebbe assimilato come un vero e proprio album. A chiudere il cerchio manca solo l’altro top player della compagine, Izi, in uscita il prossimo 30 ottobre con Riot, candidato ad essere una delle uscite più interessanti di questo fine anno.
Tutti questi titoli sono contornati da ulteriori featuring e singoli che rendono ancora più memorabile l’anno di questi ragazzi: non sappiamo comunque se si fermeranno qui. Le voci per un secondo capitolo dell’Amici Miei Mixtape si stanno intensificando nell’ultimo periodo e questa rinnovata coesione non esclude in generale altre sorprese importanti. Nel frattempo possiamo continuare a stupirci con tutto ciò che produce Genova, un piccolo pianeta a parte del rap italiano.
Articolo a cura di Luca Gissi!