Nel 2018 Carl Brave ha esordito con il suo primo album “Notti Brave”, e con la nuova edizione “Notti Brave After”, regalandoci successi come “Camel Blu” con Giorgio Poi e “Spunte Blu” con Guè Pequeno. In questo 2020 ci ha presentato il suo secondo album: “Coraggio”. Il titolo, oltre ad essere un omaggio al suo vero cognome, è un vero e proprio manifesto di intenti che descrive il coraggio speso a favore della libertà, una libertà artistica che non si fa categorizzare. Anche la cover, realizzata da Gabriele Silli e Valerio Bullache, rappresenta il mezzobusto del nonno paterno dell’artista, che è stato un valoroso generale della marina. Brave con questo album fa un bel passo in avanti, accettando un inevitabile cambiamento personale e allontanandosi da quelle sensazioni nostalgiche iniziali, con l’obiettivo di superare le barriere e continuare a essere real ma senza farsi etichettare. Ascoltando l’album si percepisce una nuova maturità, anche nella tecnica compositiva, che gli ha permesso di inserire armonicamente nello stesso progetto generi diversi: dalla trap a sonorità rap, dalla techno alla tromba quasi jazz. Un susseguirsi di diciassette tracce inedite che non fanno rimpiangere gli esordi e che danno l’impressione di una ritrovata freschezza. Si percepisce poi la voglia di staccarsi dai progetti precedenti, per fare musica senza limiti, anche grazie alla scelta di sei featuring realizzati con Elodie in “Parli Parli”, Mara Sattei & Tha Supreme in “Spigoli”, Ketama126 in “Ma ndo vai?”, Taxi Bi in “Le guardie”, Pretty Solero in “Fototessera” e l’ormai immancabile Guè Pequeno in “Fake Dm”. Se dal punto di vista delle sonorità siamo rimasti sorpresi dalla libertà con cui Carl ha deciso di esprimersi, per quanto riguarda i temi ritroviamo, anche se affrontati con una nuova maturità, punti di contatto con il passato: un racconto schietto della propria quotidianità, tra amori finiti male e amicizie. Ritroviamo un elogio a Roma, sua città natale, tra citazioni che fanno riferimento all’Atac, al Gemelli o a via Nomentana. Una sorta di mappa della città che con il suo canto ti guida alla scoperta di una soggettiva realtà. Il rapporto con l’amore, che nonostante la crescita personale resta sempre in bilico, ci ricorda il passato. Tra i brani si captano una serie di molteplici storie d’amore che hanno in comune l’essere simbolo della stessa cosa. Riascoltando poi le varie tracce la percezione sembra cambiare, una volta riconosciamo l’amore in una sola donna sfaccettata in altre, un’altra volta la musica, un’altra ancora la città di Roma. Caposaldo della poetica di Brave, la fotografia ci regala Fototessera con Pretty Solero. Un’istantanea delle situazioni di vita che è per Carl l’unico modo per ottenere una racconto più chiaro possibile di ciò che lo circonda. La spoglia realtà che ritroviamo in Fratellì affronta invece il tema della droga senza filtri, raccontandone tutti gli aspetti, anche i più crudi e pericolosi, l’autore si rivolge infatti ad un amico persuadendolo a smettere ma senza essere scontato.
Realtà cruda, amore altalenante, imprevedibilità della vita e Roma: un secondo album camaleontico, che accoglie le nuove consapevolezze dell’artista, abbracciando diversi generi. Non ci resta che godercelo in attesa di nuove sorprese.
Articolo a cura di Elena Pallavera!