Rose Villain ci ha fatto sognare con suo il ritornello in “Chico”, brano presente nell’ultimo disco di Guè Pequeño, che conserva numeri record ancora oggi. Per molti, l’artista, dalla versatilità quasi iconica, è stata una grande novità. Ciò che è stato fatto fino ad ora è forse solo un assaggio di quello che lo stile e la voce di Rose possono creare. Le influenze d’oltreoceano hanno e continuano ad ispirare la sua sfera artistica, che conserva un’aurea di mistero e ci introduce sempre di più nel suo immaginario diviso tra bene e male, bianco e nero, significativo di una personalità artistica che difficilmente si accontenterà di mezze misure. Il suo singolo “Il diavolo piange”, ne è la dimostrazione: Rose scrive di getto emozioni contrastanti, impressioni e pensieri che arrivano diretti all’ascoltatore così come sono stati percepiti, no-filter, il tutto con un sound unico e incredibilmente innovativo. La sua originalità potrebbe forse non essere compresa a pieno, proprio perché proveniente da un mondo più libero da limiti e free-minded, ma la sua identità inconfondibile è sicuramente ciò che la rende una delle artiste a cui riservare più attenzione. Rose Villain è una donna determinata ed un’artista che crede nei suoi sogni e nei suoi progetti, ha alle spalle esperienze negative e positive che l’hanno portata ad una progressiva evoluzione. In “Goodbye”, last release dell’artista, Rose lo dice chiaramente <<Meglio stare tra le nuvole che qui con te>>, meglio essere sé stessi piuttosto che omologarsi per ottenere qualcosa. Ed oggi, c’è bisogno proprio di questo. Nella nuova era del rap, in cui le donne dominano in concorrenza e contribuiscono pienamente a formare la scena urban italiana, sarà Rose Villain il tassello mancante e inevitabilmente determinante del futuro?
Articolo a cura di Sara De Lucia!