“Potete darmi anche un lavoro, risolvere i miei guai, giuro sulla pelle non mi avrete mai.” Così cantava Fabiano Ballarin, meglio conosciuto come Inoki, nel 2005. Ad oggi, viviamo in un’era in cui il digitale ha sostituito ogni forma fisica d’arte, dove la musica è reperibile su tutte le piattaforme online che lentamente stanno sostituendo quasi del tutto le copie fisiche dei CD. Nell’epoca in cui social mostrano solo l’apparenza e mai l’essenza, in cui i like valgono più di qualsiasi altra cosa, quanto è difficile restare coerenti? Inoki questo lo sa ed è stato piuttosto chiaro nel farlo sapere al mondo intero con il suo singolo “Trema”. Eppure qualcuno potrebbe mettere in dubbio quanto egli sia rimasto fedele a quel messaggio che lanciò 15 anni fa. Con il suo ultimo singolo “Nomade”, abbiamo una “wave” tutta nuova in cui flow e metrica si incrociano con qualcosa di totalmente differente dal solito sound del nostro rapper romano, qualcosa di innovativo, quasi una boccata d’aria fresca. In una recente intervista, Inoki dichiara:” Inizialmente ero scettico, ora sono contento che il rap sia di tutti.” Ma non era lui quello che fino a qualche anno fa dissava la newschool? A che scopo insultare artisti con i quali, successivamente, ha creato collaborazioni? Qualcosa potrebbe far pensare che quel” non mi avrete mai” sia diventata la classica doppia negazione che si autoannulla. Ci piacevi quando “portavi il vento ad Okinawa, Hiroshima e Nagasaki” ma se l’intramontabile Joe fosse vivo, sarebbe d’accordo con la strada che stai scegliendo? Insomma, detto fra noi, ci manca quel sound che solo tu sapevi regalarci e ci piace credere che, prima o poi, tornerai ad essere il Fabiano che ci faceva volare con il suo flow e i suoi incastri pazzeschi su quel beat sporco di vinile. Il Fabiano di “House party”, “Bolo by night” e, perché no, di “Sentimento reciproco”. Rimanere real è uno stile di vita e come ogni scelta, ha un prezzo alto da pagare ma siamo sicuri che il conto non eguaglia minimamente la soddisfazione di vedere i tuoi fan uscire di testa come nell’ormai lontano 2005. Nel frattempo, siamo certi che “questa confusione e questa solitudine sembrano essere indotte artificialmente, nessuno che capisce veramente, nessuno parla, nessuno sente.”
Articolo a cura di Arianna Mohamed!