Dal 4 dicembre è disponibile Mood, il nuovo album di Nayt in collaborazione col producer 3D.
Il progetto è composto da 13 tracce che, seppur molto variegate tra loro, sono accomunate dalla maturità con cui ciascuna viene affrontata. Altra nota caratteristica, e controtendenza, è la scelta di un unico featuring che pone ancora una volta l’accento sull’intenzione di far uscire un disco che si discosti quanto più possibile dalla standardizzazione musicale che imperversa nell’ultimo periodo.
Già durante il primo ascolto, addirittura dalla prima traccia, l’impatto è molto forte: gli ascoltatori possono apprezzare la confermata versatilità dell’artista, che si destreggia abilmente sulle produzioni su misura di 3D, che accompagna questo viaggio introspettivo attraverso i differenti stati d’animo del rapper.
Il percorso si apre infatti con una traccia di quattro minuti, che più che un intro è a tutti gli effetti un manifesto del disco: inizialmente con uno stile che riprende le metriche di Raptus, il precedente progetto del 2019, per poi cambiare completamente dal secondo minuto. Dall’autocelebrazione e rime serrate si passa, attraverso una strumentale con spiccata componente acustica, a una dimensione più personale in cui l’artista parla a cuore aperto del suo passato, delle sue ambizioni e dei suoi pensieri. Il successivo cambiamento dopo un altro minuto, consapevolezza di sé e anche la giusta spocchia vengono alternate a una parte di cantato, più riflessivo e pacato.
Ciò che si può ascoltare, a livello di liriche, ha del meraviglioso: la maturità che emerge da questi versi lascia senza parole, poiché Nayt non si lascia più sopraffare da un sentimento di odio, che invece eleva e trasforma in indifferenza, testimoniato dalla barra “non odio più mio padre, non me ne frega niente”. Nel caso fosse necessario rincarare la dose, dalla stessa traccia si sottolinea la semplicità e la potenza di questa frase: “l’odio fa male a chi lo prova, non a chi lo riceve”.
In questo menefreghismo è presente la chiave di volta del disco: un sentimento nuovo, controllato ed elegante, che è base comune di tutte le varianti caratteriali di Nayt all’interno del disco, incanalate in beat le cui sonorità appaiono finemente ricercate.
Viene infatti rinnovato il sodalizio con 3D, produttore dell’intero disco, che spazia da atmosfere più soft/chill, rappresentate egregiamente da Nuvole, caratterizzate inoltre da un uso del cantato differente rispetto a quanto fatto nei progetti precedenti.
Dall’altro lato si trovano tracce con connotazioni più aggressive, per esempio Grazie Prego Scusa o Tuttappo’, in cui l’abilità tecnica del rapper fa da padrona: flow, metriche serrate e rime taglienti non sono certo una novità per gli ascoltatori, ma sicuramente una piacevole conferma.
Anche per quanto concerne i contenuti, Mood è particolarmente denso: tracce come Il blocco dello scrittore o LOL testimoniano l’evoluzione personale dell’artista, che racconta i suoi stati d’animo in modo molto diretto eppure sempre senza annoiare. Non sapendo se possa essere una nota di merito o no, è mia opinione sostenere che i contenuti di questo disco possono essere apprezzati maggiormente dai coetanei del rapper rispetto ai più giovani. I sentimenti trattati sono infatti tipici dell’età post-adolescenziale, quando una persona non è comunque adulta a tutti gli effetti.
Già durante il primo ascolto, addirittura dalla prima traccia, l’impatto è molto forte: gli ascoltatori possono apprezzare la confermata versatilità dell’artista, che si destreggia abilmente sulle produzioni su misura di 3D, che accompagna questo viaggio introspettivo attraverso i differenti stati d’animo del rapper.
Il percorso si apre infatti con una traccia di quattro minuti, che più che un intro è a tutti gli effetti un manifesto del disco: inizialmente con uno stile che riprende le metriche di Raptus, il precedente progetto del 2019, per poi cambiare completamente dal secondo minuto. Dall’autocelebrazione e rime serrate si passa, attraverso una strumentale con spiccata componente acustica, a una dimensione più personale in cui l’artista parla a cuore aperto del suo passato, delle sue ambizioni e dei suoi pensieri. Il successivo cambiamento dopo un altro minuto, consapevolezza di sé e anche la giusta spocchia vengono alternate a una parte di cantato, più riflessivo e pacato.
Ciò che si può ascoltare, a livello di liriche, ha del meraviglioso: la maturità che emerge da questi versi lascia senza parole, poiché Nayt non si lascia più sopraffare da un sentimento di odio, che invece eleva e trasforma in indifferenza, testimoniato dalla barra “non odio più mio padre, non me ne frega niente”. Nel caso fosse necessario rincarare la dose, dalla stessa traccia si sottolinea la semplicità e la potenza di questa frase: “l’odio fa male a chi lo prova, non a chi lo riceve”.
In questo menefreghismo è presente la chiave di volta del disco: un sentimento nuovo, controllato ed elegante, che è base comune di tutte le varianti caratteriali di Nayt all’interno del disco, incanalate in beat le cui sonorità appaiono finemente ricercate.
Viene infatti rinnovato il sodalizio con 3D, produttore dell’intero disco, che spazia da atmosfere più soft/chill, rappresentate egregiamente da Nuvole, caratterizzate inoltre da un uso del cantato differente rispetto a quanto fatto nei progetti precedenti.
Dall’altro lato si trovano tracce con connotazioni più aggressive, per esempio Grazie Prego Scusa o Tuttappo’, in cui l’abilità tecnica del rapper fa da padrona: flow, metriche serrate e rime taglienti non sono certo una novità per gli ascoltatori, ma sicuramente una piacevole conferma.
Anche per quanto concerne i contenuti, Mood è particolarmente denso: tracce come Il blocco dello scrittore o LOL testimoniano l’evoluzione personale dell’artista, che racconta i suoi stati d’animo in modo molto diretto eppure sempre senza annoiare. Non sapendo se possa essere una nota di merito o no, è mia opinione sostenere che i contenuti di questo disco possono essere apprezzati maggiormente dai coetanei del rapper rispetto ai più giovani. I sentimenti trattati sono infatti tipici dell’età post-adolescenziale, quando una persona non è comunque adulta a tutti gli effetti.
Concludendo, Mood è un disco in cui la maturità fa da denominatore comune, l’artista ci appare infatti più distaccato e disinteressato dai temi più futili, a favore di un’introspezione approfondita. Complice l’eccellente lavoro di 3D, l’album appare più riflessivo ma senza essere pesante, cattivo ma non scontato, e si posiziona come ulteriore gradino evolutivo nella carriera di Nayt.
Articolo a cura di Alberto Di Maria!