Nathys quale è la genesi che si cela dietro al tuo nome?
“Nathys” è l’anagramma del mio nome “Anthony”! Giocando con le lettere del mio nome uscì “Nathy”, aggiunsi la s alla fine per abbellire il tutto.
La tua discografia è incentrata sull’ uso del dialetto, come mai questa scelta?
Sono molto legato alla mia terra, alle mie origini partenopee. Il mio obbiettivo è quello di riuscire a fare grandi cose prima qui nel sud, fatto questo la mossa successiva sarà quella di spostarmi a Milano, e fare grandi cose lì.
Diciamo che L’obbiettivo finale sarà quello di riuscire a fare grandi cose in tutto il panorama italiano.
“Baby c’est la vie” hai qualche episodio della tua vita dove hai dovuto dire questa frase a te stesso?
È un termine che utilizzo spesso quando qualcosa mi va male . Ad esempio l’altro giorno è capitato che mentre ero in studio a fare un beat ( che stava venendo anche forte tra l’altro) si è spento il pc senza preavviso e io ovviamente non avevo salvato . A quel punto mi sono detto “ baby c’è la vie”.
Nord e sud vivono da sempre in un dualismo competitivo su tutti gli ambiti, musica compresa. Pensi che questa “rivalità” faccia bene al mercato musicale?
In realtà credo che le cose stanno cambiando, ormai il dialetto napoletano è sempre più ben visto e più apprezzato in tutta Italia. Anche le major se ne sono rese conto ormai da un po’, basta pensare che molti artisti partenopei totalizzano numeri che sono al passo con i big della scena italiana.
Io non credo che oggi ci sia più tutta questa competizione tra nord e sud, ma al contrario! abbiamo l’esempio di alcuni recenti feat tra artisti partenopei e artisti italiani come Sfera Ebbasta e Geolier che sono senza ombra di dubbio delle vere e proprie hit Italiane.
Prendendo spunto dal titolo di uno dei tuoi brani “te voglio vere”, ti chiediamo se c’è qualche cambiamento che nel mondo musicale vorresti vedere?
Vorrei che funzionasse un po’ di meno il trash e un po’ di più l’originalità .
Mi secca vedere artisti che sono stra forti ma che non riescono ad emergere e a farsi spazio solo perché sono originali e cercano di portare qualcosa di unico e di non sentito in Italia.
Spesso facciamo questa domanda : quale è la tua definizione di artista emergente? Data la tua stessa definizione tu puoi essere considerato artista emergente?
Per me l’artista emergente è colui che riesce a far arrivare la propria musica lontano dai propri confini, lontano km dalla propria città.
io mi reputo tale perché vengo da un paesino di 2000 abitanti ( apice )in provincia di Benevento.
per me come per tutti gli artisti di qui è difficile emergere e andare oltre i confini della nostra terra. Io ci sono riuscito, e nel mio piccolo sono arrivato a collaborare con artisti che sono conosciuti in tutto il sud Italia. Mi è capitato più volte di scendere a Napoli e ascoltare qualche traccia prodotta da me per le strade, nei locali. credetemi quella è la sensazione più bella del mondo , che ti fa capire quanto può essere forte la musica e dove può farti arrivare.
Una domanda extra musicale prendendo spunto dal titolo “giovani bomber” : chi sarà in capocannoniere della serie A secondo te?
Credo fermamente in tutti gli artisti con cui collaboro e ho collaborato, ma chi ha la stoffa per poter fare grandi cose attualmente è sicuramente o’tsunami . Lui perché viene dalla fame come me e da un paesino proprio come il mio, abbiamo gli stessi obbiettivi e valori, ragioniamo allo stesso modo. Quando produciamo insieme c’è magia intorno a noi.
Abbiamo un’intesa musicale tale da riuscire a chiudere anche 3 pezzi al giorno e da quel che stiamo facendo credo che tra qualche mese tutti parleranno di lui.
Ti ringraziamo per il tuo tempo e in conclusione di questa nostra chiacchierata ti chiediamo a tuo volta di salutare e ringraziare chi pensi che meriti un tuo saluto
Voglio ringraziare la mia famiglia che mi supporta e mi appoggia dal giorno 0 , i miei amici e tutte le persone che hanno creduto e credono in me !
Infine voglio ringraziare la vostra redazione per l’intervista!