Nelle ultime settimane non è certo passato inosservato l’exploit di Lous and the Yakuza. La cantautrice e modella congolese, naturalizzata belga, ha prima raggiunto i vertici delle classifiche su Spotify grazie al singolo Je ne sais pas, in collaborazione con Sfera Ebbasta, e poi ha catturato l’attenzione del pubblico generalista italiano presentandosi come ospite sul palco dell’Ariston di Sanremo nella serata dedicata alle cover. In quest’ultima occasione ha reinterpretato, insieme con Gaia, la struggente Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco (1962), regalandoci un commovente omaggio, che ha saputo ben mescolare versi tradotti in francese ai versi originali in italiano.
Precedentemente l’artista aveva già avuto modo di farsi notare al grande pubblico in Italia grazie al remix della sua Dilemme, realizzato ad Aprile 2020 insieme con Tha Supreme e Mara Sattei; questa collaborazione le aveva permesso di raggiungere la terza posizione della classifica italiana dei singoli e successivamente di ottenere la certificazione di platino per la suddetta canzone.
Ciò che si riscontra immediatamente nell’ascolto dei suoi brani è il fatto che questa ragazza riesce a conciliare in maniera naturale e armoniosa le sonorità puramente soul a quelle del rap e della trap, regalando un sound abbastanza unico nel suo genere e destinato probabilmente a prendersi la scena già nel futuro più prossimo. In una recente intervista per Vanity fair, a proposito di una possibile collaborazione con Ghali, ha infatti dichiarato: “Siamo stati in uno studio a Parigi, un paio di mesi fa. Dovremmo trovare la canzone giusta, ne abbiamo parlato. Forse presto, chissà… Mi piacerebbe molto, è un fratello per me”.
Il soul è chiaramente legato a doppio filo alla vita di questa artista, tanto da averlo “nascosto” anche nello pseudonimo artistico; il nome Lous, infatti, non è altro che l’anagramma della parola soul, mentre la Yakuza altro non è che la principale associazione criminale giapponese. Anche se nella sua accezione di significato il riferimento è a tutte le persone che lavorano con lei e alla sua passione per i manga.
Possiamo quindi dire di trovarci di fronte ad un personaggio, oltre che dotato di grande talento, sicuramente molto interessante da un punto di vista mediatico, anche grazie ad una storia di vita emozionante, fatta di sofferenza e di riscatto. Ricordiamo infatti che è nata in Congo nel 1996. Durante la seconda guerra civile, che sconvolse il Paese africano nel 1998, sua madre, ruandese, venne imprigionata per due mesi a causa della sua etnia. Una volta libera dovette fuggire in Belgio, mentre il padre restò in Congo. L’intera famiglia si ricongiunse in Ruanda solo nel 2005, per tornare poi definitivamente in Belgio nel 2011. Lì, Lous ha deciso che la musica sarebbe stata la sua vita, anche se i genitori l’avrebbero voluta medico come loro. Se ne andò di casa e ha continuato a coltivare il suo sogno passo dopo passo, fino ad oggi…