“Mai dire mai” è la canzone che ha portato al 71º Festival di Sanremo l’artista torinese Willie Peyote che definire semplicemente “rapper” sarebbe davvero riduttivo. Proprio durante l’ultima edizione della kermesse canora Peyote ha fatto il grande salto nei confronti del pubblico televisivo più “anziano” (nonostante sia stata l’edizione più social) conquistandosi perfino il Premio della critica intitolato a Mia Martini con un brano che parla di attualità con i lavoratori di spettacolo in sofferenza: “riapriamo gli stadi, ma non teatri né live”, e di come la cultura di massa influenzi la quotidianità: “non ho capito in che modo twerkare/vuol dire lottare contro il patriarcato”.
Sul palco dell’Ariston Willie Peyote ha dominato anche durante la serata delle cover quando si è esibito con Samuele Bersani sulle note di “Giudizi universali”, la performance e l’accompagnamento dell’orchestra hanno reso l’interpretazione ancor più commovente, ennesima dimostrazione del fatto che il cantante originario di Torino sia poliedrico e sappia divincolarsi leggiadramente tra sound e scrittura.
In casa Peyote però è tempo di guardare anche al futuro, tra un disco in lavorazione ed una tournée rimandata a data da destinarsi è giunta l’ora di godersi questo momento di celebrità in cui ha ottenuto molta più visibilità e il giusto spazio che si merita, sicuramente da adesso in poi il futuro di Willie Peyote non può che essere roseo, anche se di questi tempi il massimo che si possa ottenere è l’arancione, e per restare nel tema di “Mai dire mai” l’artista trentacinquenne vedrà il proprio “hype” salire. Finalmente tutta l’Italia si è accorta di avere un artista che rappresenta l’antico ed il nuovo, il brutto ed il bello ma soprattutto la pura semplicità, ogni sera a Sanremo finiva l’esibizione ed andava a commentare il resto della serata su Twitch e non ha mai avuto paura di dire ciò che pensa, nemmeno quando ha descritto “ruffiana” la scelta di Ermal Meta di portare “Caruso” per la serata delle cover o quando ha denigrato l’esibizione di Francesco Renga ma Willie è fatto così e va bene, c’è sempre un posto nel cuore per lui.