- Ciao ragazzi, è un piacere per noi avervi qua. Iniziamo questa intervista chiedendovi come state?
Bene! È un momento euforico per noi, l’EP sta andando alla grande, siamo felicissimi.
- Dopo vari singoli arrivate sulla scena con il vostro primo progetto concreto “Rockstar 99 – Parte 1”. Cosa rappresenta per voi questo progetto?
Questo progetto rappresenta esattamente la nostra rinascita, sia personale sia artistica. Abbiamo passato un momento buio, ci siamo rialzati più forti di prima e ci siamo impegnati a trasmettere la nostra esperienza a tutti attraverso la musica. Siamo contenti che i nostri fan stiano cogliendo il messaggio e che lo stiano notando.
- Il lavoro esce sotto la Triplosette Ent. della DPG. Come mai la scelta di entrare a far parte del loro roster?
Seguiamo la DPG da quando siamo piccoli, sentiamo di appartenere alla loro stessa realtà e quando abbiamo avuto la possibilità di firmare il contratto non abbiamo esitato.
- In questo disco potete vantare inoltre la collaborazione di una delle colonne importanti della scena italiana, Jake La Furia, com’è nata la traccia?
È stato Jake a contattarci. Abbiamo sempre nutrito grande stima nei suoi confronti, è stata una grande sorpresa poter collaborare con lui.
- Invece sugli altri featuring e producer che potete dirci?
Tutti i featuring sono nati con grande spontaneità. Con Pyrex siamo riusciti a concludere la traccia in pochissimo tempo perché avevamo le idee molto chiare ed è uscita una bomba. Quando siamo partiti per Milano abbiamo incontrato i THB e anche con loro è stata subito good vibe, infatti è nato un singolo piuttosto simpatico. Con MamboLosco invece abbiamo dovuto collaborare a distanza ma non è stato un problema.
- Molti rapper di oggi sono tanto apparenza ma non vivono ciò che raccontano nei pezzi. Quanto conta l’essere veri nel rap game?
Ovviamente molti trapper tendono ad esaltare quello che vivono, è essenziale che rispecchi la realtà ma è normale che venga espressa con toni forti. Noi raccontiamo quello che viviamo, non ci sono filtri.
- Quanto è importante l’utilizzo di droghe per il vostro processo creativo?
Non sono le droghe a darci l’ispirazione, è il nostro talento a parlare.
- In “Rockstar 99 – Parte 1”, intro e title track del disco, parlate addirittura di amore, cos’è cambiato?
Anche se i nostri personaggi non lo trasmettono, abbiamo il nostro lato più fragile e vogliamo far vedere anche quello. Sappiamo esprimere anche altro e lo stiamo dimostrando.
- Rispetto al vostro esordio invece, che differenze percepite?
Rispetto a prima notiamo che i fan sono più legati a noi, vedono un’altra faccia della medaglia, hanno un’ottica diversa.
- Ragazzi io vi ringrazio per la gentilezza e disponibilità e concluderei l’intervista chiedendovi di dare a chi sta leggendo questa intervista, 3 motivi per cui una persona dovrebbe ascoltare “Rockstar 99 – Parte 1”.
Sicuramente per chi già ci conosce è una sorpresa. È qualcosa di diverso dal comune, è un genere sperimentale, che ancora deve essere scoperto in Italia. Ultimo motivo perché stiamo frescando troppo.
Intervista a cura di Alessandro Soccini!