Parliamo un po’ di te, quando Epoque si avvicina alla musica?
Mi sono avvicinata alla musica africana dall’infanzia, grazie a miei genitori, e con i miei fratelli alla musica pop, hip hop e R’n’b. La musica è sempre stata presente in casa e, già in tenera età, ho iniziato a capire che mi trasmetteva emozioni positive e mi stimolava a creare melodie per i fatti miei, a creare le mie canzoni.
Il tuo stile, estremamente versatile nel genere e nei tratti, è fresco ed allo stesso tempo adatto ad ogni gusto. Quali sono le tue ispirazioni?
Mi sono ispirata a tutta la musica che si potesse avvicinare al sound che volevo fare. In particolare, mi ha molto ispirato la scena francese, quella musica che presenta influenze afro ed è prodotta a Parigi.
Dal momento in cui ho iniziato questo progetto, per farlo crescere in Italia, ho voluto far coesistere le mie due culture, italiana e africana, dando un’identità al mio stile.
Il tuo nuovo brano “Boss”, con un sound quasi spensierato, comunica un grande messaggio. Pensi di essere arrivata agli ascoltatori? Seguirai ancora questa strada?
Stanno iniziando ad arrivare feedback positivi e questa cosa mi rende molto felice. Soprattutto perché anche qui in Italia vengono apprezzate le influenze afro che metto nei miei brani. Ho intenzione di proseguire per questa strada perché era il mio obiettivo sin dall’inizio: poter raccontare di me e non solo, rappresentare qualcuno e condividere esperienze che, alcune volte, pensiamo di essere i soli a vivere.
L’unione di generi e di lingue, adatto ad un panorama internazionale, mostra quando abbia un effetto positivo l’intreccio fra le diversità. Epoque potrebbe cambiare le carte in tavola?
È una cosa che non posso sapere, ma spero che possa cambiare qualcosa. La diversità e gli scambi interculturali sono tutti stimoli e ricchezze che dobbiamo imparare a far coesistere, a me hanno insegnato molto e mi hanno aiutata a crescere affrontando esperienze e situazioni con una migliore consapevolezza.
Il video di “Boss” mostra il tuo fratellino, centro del brano, ed anche Torino: città in cui siete cresciuti, come “rose in periferia”. Ciò rispecchia la vita di moltissimi e ti rende portavoce di molti. Questo è uno dei tuoi obbiettivi?
Il mio obiettivo è di parlare e far conoscere determinate realtà. Spesso, dai feedback che mi sono arrivati, qualcuno si è sentito raccontato e questo mi fa piacere.
Dopo “Boss” non vediamo l’ora di sentire altro, stai lavorando a qualche progetto? Cosa aspettarsi da Epoque?
Sto lavorando a un po’ di progetti che non vedo l’ora di condividere.
Intervista a cura di Sara De Lucia!