Partiamo dal titolo, cosa nasconde?
“Figlio maschio” sono semplicemente io, come essere umano; l’album sostanzialmente parla di me, delle mie esperienze e ho riportato tutto questo in musica.
Nel disco, i mood diversi e le sonorità che si alternano, danno un senso di completezza, la realizzazione di un lungo lavoro, anche su sé stessi. Cosa rappresenta per Giaime questo album?
Sicuramente la realizzazione di un progetto impegnativo e importante: fino ad oggi non mi ero ancora interfacciato a qualcosa del genere, in modo così grosso e ufficiale, quindi per me rappresenta un tassello della mia carriera.
Definiresti “Figlio maschio” un nuovo inizio o un punto di arrivo?
Di certo un inizio, dal quale sicuramente partiranno tante attività e un approccio diverso al lavoro che si era limitato a rilasciare singoli a distanza di brevi periodi.
Le produzioni sono diverse e nuove. Come hai scelto i beat che più ti hanno ispirato nella realizzazione dell’album?
Mi sono affidato a dei producer validi, tutti con alle spalle grande esperienza e anni di certificazioni alle spalle. Ogni loro mossa è stata condivisa e approvata da me e con me; la sintonia è stata essenziale, ma facile da raggiungere per la stima che c’è nei loro confronti!
Che momento occupa per te il processo di scrittura?
Il momento della scrittura è intimo per tutti. A volte è divertente, a volte è uno sfogo, altre volte è introspezione: comunque è lì che nasce qualsiasi cosa, quindi è importante che non ci siano complicazioni, poi tutto il resto va da sè.
Giaime in questo album è sincero e profondo con chi ascolta. Ci sono tracce che senti più tue?
Ovviamente sento mie tutte le tracce, dalla prima all’ultima, è il riassunto perfetto di quello che volevo far sentire al pubblico: se devo citarne una in particolare, “Wonderful”, che è la traccia a cui sono più affezionato.
Come sono nate le collaborazioni?
Le collaborazioni sono nate tutte per un’esigenza musicale e artistica. Le tracce che hanno chiamato a sé dei featuring, hanno chiamato la collaborazione giusta, ognuna impreziosisce il disco e la canzone nello specifico, senza di loro l’album non avrebbe la stessa faccia.
Tornando invece agli inizi e facendo un tuffo nel passato, già da “Minorenni coi trampoli” Giaime sapeva già avrebbe raggiunto il punto in cui è ora?
Credo di sì, che fosse già molto convinto, anche se poi è sempre un’incognita! Non puoi mai sapere quando e cosa succederà…
Intervista a cura di Sara De Lucia, Jean Denis Marchiori e Noemi Coozy!