Oggi abbiamo il piacere di intervistare uno dei pilastri del rap italiano. Il producer in questione ha iniziato la sua attività musicale negli anni ‘90 e tra centinaia di migliaia di dischi venduti e milioni di stream, da poco è uscito il suo nuovo album: Milano Soprano. Signore e signori, oggi qui ad Exclusive Magazine abbiamo il piacere di intervistare Don Joe. Innanzitutto grazie ancora per la disponibilità e inizierei questa nostra domanda con una domanda anche minimalista: “Dove nasce il nome dell’album (Milano Soprano)? Il titolo che attitude vuole dare al disco?
Il nome viene ripreso in parte da un ritornello di “Mi Fist” che a sua volta riprendeva la voce di Kool G Rap che appunto citava la serie “I Soprano”.
Sono passati più di 5 anni dal tuo ultimo album. Come e dove hai preso l’ispirazione per Milano Soprano?
È stato un lavoro concentrato negli ultimi 6 mesi, dalla scelta delle strumentali alla registrazione e ai mix. È un disco di ripartenza e ho deciso di farlo dalla città che mi ha regalato più soddisfazioni nella mia carriera.
Nel tuo album sono presenti sia i big dell’attuale scena che del passato. Musicalmente parlando, cosa cambia realmente tra Milano degli anni ‘90 e quella di oggi?
Soprattutto nel rap sono cambiate molte cose. In primis, parlando appunto di produzione musicale, il progresso è stato incredibile. Oggi puoi fare musica di livello ovunque ti trovi, anche solo con un pc o Mac e in più internet ha semplificato un sacco di altre cose per capire come produrre la musica che ti piace (tutorial su YouTube, etc)
Nonostante i tanti feat, nel tuo album sono presenti numerosi skit “motivazionali” dove parli di te e della tua esperienza. Cosa direbbe il Don Joe di oggi a quello di 20 anni fa?
Sicuramente di non fidarsi di alcune persone che ho incontrato e poi di imparare a suonare il piano.
Tra i tanti brani subito colpisce DOGO GANG BANG, come è nato questo brano?
Con la Dogo Gang sono sempre rimasto in contatto e mi sembrava una bella idea quella di proporre un brano nel nostro stile come i vecchi tempi.
Milano Soprano è il connubio tra rap old school e il rap più moderno che tocca alcune tonalità pop. Questo è dovuto a un ampio roster di artisti di vario genere. Come hai capito chi era adatto al tuo disco?
Le combinazioni di artisti sono state fatte per essere inedite e mai sentite prima. Con un po’ di difficoltà devo dire che ci sono riuscito. Essendo un disco da “Produttore”, questa è una delle caratteristiche essenziali per non risultare ripetitivo rispetto alle combinazioni fatte in altri album simili. È stata una scelta rischiosa, ma sono molto soddisfatto.
Come descriveresti con 3 parole Milano Soprano? Perché proprio queste?
Motivazionale, schietto ed emozionale. Credo che sia i testi che la musica facciano trasparire tutto questo.
In molti sognavano Jake e Guè sulla stessa traccia. Colgo la palla al balzo quindi per chiederti, puoi svelarci se è già in cantiere una re-pack di Milano Soprano? I fan dei Dogo possono sognare una reunion?
Sicuramente una reunion ci sarebbe qualora dovessimo dare alla luce un nuovo album dei Club Dogo.
Finalmente pare che l’Italia si stia riaprendo del tutto. Qual è il desiderio nascosto che Don Joe speri si avveri?
Vorrei tornare a suonare nei club. Resta per me il luogo di maggiore ispirazione e per conoscere meglio i propri fan.
Ti ringraziamo ancora per la disponibilità e per concludere questa nostra chiacchierata, saluta e ringrazia chi vuoi.
Grazie a voi e saluto tutti quelli che stanno spingendo il mio album.
Intervista a cura di Lorenzo Muto!