– Partiamo come al solito chiedendoti di presentarti ai nostri ascoltatori e di descrivere la tua musica usando solamente 3 aggettivi.
Sono Warez, il tuo ninja di zona e definirei la mia musica libera, vera e piccante.
– Silk Road è il nome del tuo disco ufficiale ora disponibile su tutte le piattaforme digitali. Qual è stato l’input che ti ha portato a creare questo progetto?
Il viaggio stesso che ho percorso fin qui: a un certo punto mi sono girato e mi sono accorto di quello che avevo fatto, non avevo le idee chiare in testa quando ho iniziato a registrare i primi pezzi, alcuni infatti risalgono a qualche anno fa, ma non per questo meno validi. Con l’aiuto di Biggie Paul, Nerone e Thomas Cibelli ho selezionato i brani più significativi e adatti al concept e in poco tempo siamo riusciti a dare forma al progetto, grazie anche al lavoro di Ettore Pandini, che ha saputo riprodurre graficamente l’idea che avevamo della “Silk road” in maniera eccellente.
– Leggendo la tracklist troviamo molti featuring interessanti, raccontaci come sono nati.
Hanno avuto tutti un ruolo nel mio percorso artistico, chi più chi meno, chi come amico chi come ispiratore, in alcuni casi entrambi. Avrei voluto mettere molta più gente ma il contratto con l’etichetta prevedeva solo 12 pezzi 😂
– A quale pezzo dell’album sei più legato e perché?
A “Bushido”: il beat risale ad anni fa, quando Stabber venne a casa mia per produrre (mai visto prima). Penso di aver riscritto quel testo dieci volte, forse non ero pronto. Ho aspettato poco prima della consegna dell’album per scriverlo, sotto pressione rendo di più probabilmente, inoltre è uno dei pochi brani dove parlo di me apertamente, cosa che non sono abituato a fare nella musica.
– Praticamente da sempre, nei tuoi brani possiamo trovare riferimenti all’estremo oriente, così come hai incentrato Silk Road proprio su questo: un viaggio che parte dall’Italia e ci porta dritti in Cina. Da dove proviene il tuo amore per questo luogo e la sua cultura?
I miei genitori mi hanno trasmesso questa passione prima con le arti marziali poi con la cucina. Crescendo l’ho coltivata sempre di più e ora ho il telefono che mi squilla 10 volte al giorno per amici che vogliono consigli sui migliori ristoranti asiatici a Milano 😅😂
– Ultimamente, dopo il “boom” che ha portato i generi trap e drill in cima alle classifiche, sembra stia tornando in voga anche la musica rap. Qual è il tuo pensiero a riguardo?
Io ho sempre rappato, con qualsiasi sottofondo musicale, anche quando canto sto rappando. Quello che va se non mi piace non mi influenza, faccio quello che mi piace usando la chiave che mi contraddistingue. Penso che per un artista sia più sensato essere legato al proprio modo di esprimersi più che al genere
– Parliamo dei live. Vediamo con piacere che la situazione piano piano si sta sbloccando e volevamo chiederti: quanto sono importanti i live per te? Quanto ha influito sulla tua musica questo periodo di stop “forzato”?
Penso di parlare a nome di tutti se dico che sono fondamentali. Senza il rapporto diretto della musica con il pubblico veniamo entrambi privati di un’energia vitale: a me mancano i feedback che mi danno la forza di andare avanti e a loro l’esperienza emotiva che con la distanza non è realizzabile.
– C’è qualcosa che cambieresti del tuo percorso artistico?
“Non cambierei una virgola dei miei testi più marci” Supa CDB (cit.).
– Artisticamente parlando, dove ti vedi tra 5 anni?
Mi piacerebbe lavorare con grandi nomi della musica Italiana e Internazionale, sia per i mie brani ma anche per progetti altrui.
– Cosa rappresentano per te attitudine e credibilità?
Attitudine è ciò che sei quando prendi in mano un microfono, penso sia la cosa più importante. L’attitudine senza credibilità è recitazione, quindi direi che entrambe ricoprono un ruolo fondamentale.
– Siamo arrivati al termine della nostra chiacchierata. Ti salutiamo, ti ringraziamo ancora per il tempo che ci hai dedicato e infine ti chiediamo di salutare a tua volta chi vuoi.
Ringrazio Voi, quelli che hanno ascoltato e ascolteranno il disco. Wasgoood ninja!
Intervista a cura di Noemi Lorenzini!