Ciao Daytona, è un piacere per noi poter fare quattro chiacchiere con te, iniziamo subito chiedendoti, come stai? Personalmente e lavorativamente parlando.
Sto davvero bene ragazzi, vi ringrazio molto per l’accoglienza.
Questo è un periodo in cui mi sento pieno di energie! Sarà perché sto ricevendo molti riscontri positivi da tutte le mie attività o perché mi sono trasferito da poco qui a Milano. Ora sento che è iniziato un nuovo capitolo della mia vita e questo si ripercuote positivamente nella mia musica.
Hai rilasciato da poco “KK1”, un EP che racchiude i tuoi primi brani, quelli che ti hanno fatto conoscere al pubblico, portandoli sulle piattaforme digitali, così che chi li conosce già potrà ascoltarli li e chi non ti conosceva può avere la possibilità di scoprirti meglio. Come mai questa scelta?
Dopo due anni vissuti tra pandemia e distanziamento sociale, “KK1” è un abbraccio a tutti gli appassionati di musica e non solo: specialmente per i miei fan, che possono ascoltare tutte le vecchie tracce e rivivere i momenti speciali della loro vita, attraverso la mia musica. I due inediti, invece, raccontano dei luoghi e dei cambiamenti che ho avuto in questo periodo: qua giù e a Milano.
Possiamo intendere che con questo EP, tu voglia chiudere una specie di cerchio e per ogni cosa che si chiude, se ne apre un’altra, possiamo considerarti in fase creativa? Puoi anticiparci qualcosa?
Ovviamente, questa repack è soltanto il preludio di qualcosa di più grande che avverrà nei mesi a venire. La mia creatività è un atto di fede: per me, è un po’ come respirare. Sono al lavoro costantemente, per migliorarmi sia dal punto di vista musicale che personale, in ogni secondo della mia vita. Posso solo dire che se vuoi aprire un portale bisogna che farsi carico delle esperienze passate: così e più facile passarci dentro ed avere uno sguardo più oculato sul futuro.
Come nasce un brano di Daytona-KK?
Non ho una vera e propria routine o una scaletta da seguire quando mi apro alla creazione di un nuovo brano. Adoro molto lasciarmi trasportare dalla musica e lasciarmi suggestionare da essa.
Sono sempre alla ricerca di nuove ispirazioni e di nuovi modi di creare.
Ma Daytona-KK, che musica si ascolta? O meglio che musica si ascoltava prima di m Daytona-KK e ad oggi sei rimasto fermo sui tuoi gusti o hai avuto modo di ampliare i tuoi gusti?
Ho ascoltato davvero tanta musica da ragazzino, si potrebbe dire che avevo un orecchio molto ricettivo a tanti generi musicali.
Crescendo poi e andando a scuola mi sono appassionato al genere urban e durante l’adolescenza ho ascoltato solo Noyz Narcos.
Da quando ho deciso di fare musica anche io, invece, sono diventato molto più attento alla musica estera, in particolar modo a quella americana.
Te vieni da Caserta, che possibilità ci sono per un ragazzo che vorrebbe emergere? Non solo in ambito musicale.
È davvero molto complicato emergere in contesti del genere rispetto ad altre zone d’Italia. Qua giù sei costretto “a combattere” contro innumerevoli ed enormi difficoltà: veniamo da un territorio dove un futuro spesso non ce l’hai e bisogna che te lo costruisca da solo. Devi stare molto attento e guardarti bene le spalle dalla gente, dai luoghi e dagli spazi che ti circondano. Ma soprattutto non lasciarti ingannare dai contesti sbagliati e dallo stile di vita che la quotidianità può offrirti: la musica è una alternativa più che valida per emergere.
In diverse occasioni hai collaborato con Sapobully degli FSK, che rapporto c’è tra voi due??
Conosco Romano prima che diventasse SapoBully. È un ragazzo speciale, ancor prima di essere un grande artista, con una energia molto simile alla mia. Entrambi siamo sudditaliani e c’è molta intesa tra noi.
Daytona, noi ti ringraziamo tanto per la disponibilità concessa, come consuetudine ti auguriamo in bocca al lupo per tutto e ti chiediamo di spiegare ai nostri lettori perché dovrebbero ascoltare “KK1”.
Ascoltare KK1 vuol dire immergersi in un mare magnum di emozioni, di suoni e di sentimenti che si incrociano tra loro. Non è riprodurre il solito EP, ma tuffarsi all’interno di una storia, ben precisa. Quella di un collettivo musicale che costruisce il proprio sogno giorno per giorno, e che prima o poi, con le proprie vibrazioni, diventerà eterno.
Intervista a cura di Alessandro Soccini!