Benvenuto a questa nostra intervista, innanzitutto ti ringraziamo per il tempo a Noi dedicato.
Partiamo subito con la nostra domanda di rito: chi si cela dietro Tommy Talamanca?
Tommy tempo fa un giornalista tedesco mi chiese se il nome Tommy Talamanca fosse un nome d’arte, cosa che ovviamente non è, e probabilmente questo piccolo aneddoto risponde bene alla tua domanda. Sono un artigiano della musica, amo tutte le dimensioni del mio lavoro, sia come produttore e arrangiatore, sia come musicista e compositore. Mi reputo relativamente fortunato perché passando tra progetti spesso molto distanti tra loro, non corro il rischio di vivere il mio lavoro come una stanca routine.
Ma soprattutto chi è il Tommy Talamanca solista e quello dei Sadist?
Tommy nei Sadist ho altri referenti con cui mi confronto, e con i quali alle volte i punti di vista possono divergere. Questo porta inevitabilmente a dei compromessi, ma non è detto che ciò sia un male. Nella dimensione solista, lavorando quasi completamente da solo, o comunque prendendo in completa autonomia scelte artistiche e strategiche, ho la possibilità di verificare sulla mia pelle se una particolare idea fosse giusta o sbagliata, senza eventuali capri espiatori in caso di fallimenti. Insomma, la libertà può essere anche molto pericolosa e spaventosa.
Un album ricco di inediti e cover. Com’è stato ripercorrere e registrare in studio nuovi brani e cover?
Tommy lo scopo di questi sporadici lavori solisti è essenzialmente quello di mettermi in gioco, non tanto come chitarrista, ma come musicista e compositore. E’ un modo per uscire da una zona di comfort che spesso, per chi fa un lavoro creativo, può diventare una vera e propria gabbia. Come già detto, non ho nessun altro con cui confrontarmi se non me stesso, ma ho in mente ben precisa la direzione stilistica che voglio perseguire in un brano determinato, e perseguo quell’idea fino in fondo. Penso che la cover di Fog sia abbastanza esplicativa in questo senso: l’idea era far suonare un brano nu metal come se fosse stato composto dai Dead Can Dance.
Nel tuo nuovo lavoro sei accompagnato da Gloria Rossi. Raccontaci di lei
Tommy Gloria Rossi è una persona fantastica, ed una cantante incredibile. Collabora in Nadir Music come vocal coach ed insegnante di canto già da qualche anno oramai. Il suo background è molto distante dall’hard rock così come anche dalla world music, eppure si è messa in gioco, ed ha interpretato in modo strepitoso sia i brani tipicamente rock che quelli più contaminati, come appunto Fog o il singolo The Flow.
Questo tuo nuovo lavoro discografico “Atopia” fonde vari stili e generi musicali. Ci racconti come nasce questa idea?
Tommy Essenzialmente, mi prendo il lusso di mischiare tutte quelle influenze musicali che in Sadist, gioco forza, devo un po’ reprimere, come ad esempio l’hard rock anni ottanta e la world music. Non che con Sadist non ci siano occasioni di uscire un po’ dai canoni del metal estremo, ma la cosa avviene sempre in modo piuttosto contenuto, e la matrice resta sempre l’heavy metal.
A quale singolo sei più legato?
Tommy Credo che gli episodi più interessanti del disco siano The Flow e The Fog: sono molto orgoglioso del risultato finale, e sicuramente gran parte del merito della riuscita di questi brani è di Gloria.
Una carriera , quella con i Sadist fatta di grandi successi. Qual è stato il concerto che ricordi più “rock”?
Tommy Come tutte le carriere lunghe, ci sono stati alti e bassi, successi ed insuccessi. Ma se devo citare solo i successi, su tutti direi la partecipazione ad alcuni dei festival estivi più importanti, tra i quali Hellfest, Gods Of Metal, Brutal Assault, o la partecipazione al concerto evento degli Iron Maiden allo stadio Olimpico di Roma. Ma se con “rock” intendi gli eccessi, sicuramente gli episodi più “trainspotting” sono avvenuti durante i tour in giro per l’Europa.
Che consiglio daresti a tutti quei ragazzi che cercano di inseguire i propri sogni fatti di musica ed arte?
Tommy L’unico consiglio è quello di affrontare sempre la musica come si affronterebbe qualsiasi altro lavoro importante. Se si vive la musica in modo astratto, si rischia di andare a sbattere contro la realtà e farsi molto male. Anche perché quando la musica diventa una vera e propria professione, le dinamiche sono in tutto e per tutto quelle di un qualsiasi altro lavoro, nel bene e nel male. Credo che avere avuto un’educazione basata sull’etica del lavoro ed il senso del sacrificio, possa aiutare molto.
Chi vorresti ringraziare in questo momento della tua vita?
Tommy In questo come in qualsiasi altro momento della mia vita, mi sento in debito con le persone che mi stanno vicino, che mi supportano nei momenti di difficoltà ed esultano con me dei piccoli o grandi successi professionali, quindi famiglia e amici. Lo so che non suona molto rock and roll, ma anche i rockettari hanno un cuore.
Sicuri che la musica che ci regalerai sarà sempre speciale e soprattutto ringraziandoti per il tempo a Noi dedicato, ti chiediamo un saluto a Noi dello staff di Exclusive Magazine e uno Nostri cari lettori che sicuramente hanno ascoltato e ascolteranno il tuo nuovo lavoro.
Tommy Ti ringrazio per la fiducia. Vorrei invece rivolgermi ai fan dei Sadist. Se avete ascoltato Atopia, non abbiate paura, il nuovo album Sadist, Firescorched, sarà cattivissimo, forse uno dei dischi più cattivi che abbiamo mai fatto.
Intervista a cura di Antonio Borzacchiello!