Benvenuto a questa nostra intervista.
Partiamo subito con la nostra domanda di rito: Chi si cela dietro Mike Lennon?
50% Kanye West 30% John Lennon 20% Timbaland
Con il tuo vecchio lavoro discografico “Asian” ti sei consacrato come primo esponente asiatico della scena rap italiana già tre anni fa.
Ad oggi cos’è cambiato e cos’è rimasto di quel Mike Lennon?
Non è cambiato niente, si è solamente evoluto, prima raccontava solamente una parte di quello che era realmente.
Ci racconti del tuo nuovo progetto discografico “ITASIAN”?
E’ un progetto di transizione dal Mike Lennon con la L al Mike Lennon uomo, maturo, sposato, è il mio trampolino di lancio verso imiei prossimi progetti. Sicuramente un disco scuro e a tratti satirico, vero e intimo.
In “ITASIAN” alcuni tuoi brani iniziano con la voce di un’annunciatrice tv. Raccontaci di quest’idea geniale?
Nel 2018 sono finito su Studio Aperto e la presentatrice mi ha annunciato come “il primo rapper asiatico in Italia si chiama Mike Lennon”. Dopo qualche mese, mentre montavamo il mio documentario “From Mono to Stereo”, il mio manager Lussorio mi ha consigliato di utilizzarlo come tag nei beat.
Come nasce il tuo brano “Kanye West”? E perché la scelta di questo titolo?
L’ho scritto in quarantena. Non vedevo Kate da 6 mesi e in molti mi dicevano che avrei dovuto lasciarla. Kanye West è la mia migliore allegoria, nel senso che mi ci rivedo in molti dei suoi aspetti, e per me Kim e Kanye rimangono la coppia di star più bella e iconica di sempre. Per cui ho scelto questo titolo per il brano in cui racconto del mio matrimonio, oltre che per il fatto che la seconda parte del beat è ispirata a Gesaffelstein, uno dei miei produttori preferiti nonché uno dei producer di “Yeezus“, il mio album preferito di Kanye West.
In “Oh My God” ti avvicini molto alla drill?
“Oh my God”, non è drill. E’ un groove particolare, che mi è venuto swingando i piattini, ovvero mettendoli in leggero ritardo rispetto al battere. La drill è un filone interessante del rap UK, ma lo trovo ripetitivo dopo un po’.
Con un groove accattivante ritroviamo “Oke Oke”. Raccontaci questo brano rompicapo.
Ero ancora in studio al Karmadillo e quando stavo facendo questo beat mi è venuto a trovare Gianmarco (G.bit). Lui si è gasato, ci abbiamo scritto sopra e in un’oretta l’abbiamo fatta. Rientra nei brani in cui sperimento senza farmi troppe pare. Ad alcuni può suonare strano ad altri invece futuristico.
Com’è nato il tuo featuring con Nicola Siciliano?
Gli avevo scritto quando era uscito il suo disco “Napoli 51”. Mi rispose dopo circa un anno, ci siamo beccati in studio e abbiamo tirato fuori due pezzi, tra cui “Johnny Dang“.
Dove ti immagini che venga ascoltata la tua “Ninja”?
Ad un rave o in macchina nel traffico, nelle cuffie a tutto volume, come vale per tutto il disco.
Un album ricco di stili musicali, ma qual è quello più vicino a Mike Lennon?
Per quello che verrà dopo sicuramente “Lady” e “Johnny Dang“. Poi il resto è tutto da vedere.
Progetti futuri?
Tanti, ma non li dico ancora, sennò non si avverano.
Ringraziandoti per il tempo a Noi dedicato, ti chiediamo un saluto a Noi di Exclusive Magazine e ai Nostri cari lettori.
Ciao Ninjans, abbiate cura di voi, del vostro corpo e della vostra mente, usate meno il cellulare.
Intervista a cura di Antonio Borzacchiello!