Azione e riflessione,
correre e cadere
per correre più veloci e cadere più rovinosamente.
Siamo un vaso che si rompe ogni volta che lo aggiusti:
FELICITÀ ARTIFICIALE è il modo in cui lo aggiustiamo,
TUTTO APPOSTO è il momento in cui ci cade dalle mani.
A distanza di pochi giorni da “FELICITÀ ARTIFICIALE”, esce “TUTTO APPOSTO” altro singolo del giovane cantautore SANTACHIARA (SuoniVisioni Records, distribuzione Carosello Records).
I due brani fanno parte di un unico viaggio, sono complici l’un l’altro nel racconto, un’esperienza circolare che va in loop: “FELICITÀ ARTIFICIALE”, racconta il dialogo interiore che porta il cantautore a ritrovare una serenità forzata e – appunto – artificiale con cui, difronte agli ostacoli e ai dubbi della vita, darsi coraggio e nuovo slancio. Mentre “TUTTO APPOSTO”, fuori oggi, rappresenta la ricaduta dalla consapevolezza appena conquistata verso l’incertezza e i dubbi della vita, dove Santachiara si sente impotente difronte al corso degli eventi.
“TUTTO APPOSTO non è la vocina interiore ma il grido disperato, una frase detta ad alta voce in mezzo a gente che neanche ci ascolta. Dopo tutte le riflessioni dello stare da soli, la notte, il parlare a se stessi sinceramente (FELICITÀ ARTIFICIALE) c’è il momento della consapevolezza, della realtà; consapevolezza che, tuttavia, dura poco e in breve tempo crolla, con il crescendo dei dubbi e dell’incertezza che la vita comporta. La canzone è una reazione alle conseguenze della vita e alla percezione dell’impotenza in cui certe situazioni ci fanno sentire. Le strofe, molto intime, raccontano la nostalgia e il crollo delle certezze, l’inciso è la risposta che diamo agli altri e a noi stessi quando stiamo per esplodere e abbiamo bisogno di urlare: <<Sono a pezzi, dai però tutto apposto>> lo diciamo sia a noi che agli altri, quasi come se dirlo lo rendesse reale ma sappiamo di essere a pezzi”.
Dopo gli ottimi feedback ottenuti dall’EP di debutto “sette pezzi” SANTACHIARA, il giovane cantautore classe 1998, torna con questi due singoli molto riflessivi in un periodo storico dove le fragilità e le inquietudini dei giovanissimi e non solo, vengono ancora più a galla.