Ciao Santachiara, benvenuto e grazie per il tempo che ci dedicherai.
Domanda semplice ma mai banale, come stai?
Bene, bene. Sto lavorando a nuova musica e questo mi fa stare bene.
Il 1° marzo è uscito il singolo “Felicità artificiale” in cui dici testualmente: “La luce del giorno e dormo, felicità artificiale di notte”. Secondo te come è possibile ricostruire noi stessi di notte per poi svegliarsi il mattino e continuare a vivere una vita che non sentiamo nostra?
Attraverso la riflessione: bisogna sforzarsi e prendere coscienza di sé, farsi domande difficili e darsi risposte ancora più difficili.
Nonostante le difficoltà, riusciamo piano piano a sentirci più a nostro agio con noi stessi; nella “luce del giorno” poi troviamo il motivo che ci spinge a ricominciare, quello spiraglio di felicità che ci aiuta ad essere più forti.
[multilink di “felicità artificiale”: https://orcd.co/santachiara-felicitaartificiale]
Il 4 marzo completi il viaggio iniziato qualche giorno prima con il singolo “Tutto apposto”. In questa canzone mi ha colpito la frase:” Sono a pezzi dai però tutto apposto” specchio della società di oggi. Quanto è importante, invece, parlare dei propri dolori e delle proprie preoccupazioni?
Penso che sia importante: la musica nasce spesso come sfogo, come necessità di esprimersi.
È importante parlare delle proprie preoccupazione e dubbi, tanto quanto parlare dell’amore e delle cose che adoriamo.
[multilink di “tutto apposto”: https://orcd.co/santachiara-tuttoapposto]
Hai lavorato a un corto inerente ai due singoli citati sopra, vuoi raccontarci come nasce l’idea di questo progetto?
Sono da sempre grande appassionato di cinema, ho sempre immaginato e sognato di trasformare una mia canzone in un video.
I due brani si prestavano particolarmente perché fanno parte di uno stesso mondo, ma sono molto diversi.
Quando li ho finiti ed ascoltati mi è subito venuto in mente un video che li includesse entrambi, e ho iniziato a disegnarlo e scriverlo.
Una volta avuto un canovaccio, abbiamo parlato con il regista (Mike Pesce) che ha da subito assecondato la mia follia ed abbiamo iniziato con le prove; visto che erano andate bene, siamo andati in studio ed è venuto esattamente come lo avevo immaginato.
[link YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=mYydi_4HspQ&ab_channel=Santachiara]
Come hai scelto il tuo nome d’arte?
Dal quartiere di Napoli in cui mi sono trasferito e dove vivo e da dove è nato tutto: Via Santa Chiara, ovviamente viva, sorprendente e vera.
Come è nata la tua passione per la musica?
Sin da piccolo: mio padre scriveva e mia madre cantava.
Poi crescendo ho fatto piano, chitarra e poi a 16 anni ho messo da parte i soldi per comprarmi un Mac e produrre le prime basi, li ho iniziato a scrivere (all’inizio rappavo con mio fratello Giacomo).
Sei un cantautore, cosa rappresenta la scrittura per te?
È quasi tutto: il potere di raccogliere in 3 minuti, storie di anni, è a dir poco incredibile.
La scrittura rende la musica delle persone
e le persone la rendono immortale.
In Italia abbiamo una storia di cantautori e autori che fa venire i brividi, come possiamo prescindere da essa? Mi devo impegnare parecchio infatti.
Qual è la tua più grande paura?
Perdere il desiderio di fare qualcosa.
Quale delle tue canzoni useresti per presentarti a chi ti ascolta per la prima volta?
Non lo so, sono tutte molto diverse e questo mi piace.
Elencherei i titoli e farei scegliere alla persona in questione.
Quale dimensione musicale stai esplorando ora?
Me lo direte voi quando ascolterete le prossime cose, diciamo che sto esplorando la mia.
Se ti dico “futuro”, cosa ti viene in mente?
Canzoni sempre più belle
Terminiamo qui la nostra chiacchierata.
Ti ringraziamo nuovamente per il tempo che ci hai dedicato, ti salutiamo e ti invitiamo a salutare a tua volta chi vuoi.
Grazie a voi. Saluto tutti i miei fan, ci vediamo presto a qualche concerto!
Intervista a cura di Rosanna Buonauro