Milano, ad oggi è la capitale italiana della musica e dell’economia forte della sua posizione vicinanza con l’Europa e dell’amministrazione che attraverso il tempo ha reso possibile lo sviluppo economico rendendo la città meta ambita di tanti giovani che vogliono avvicinarsi al mondo della musica e capace di unire grandi etichette discografiche e incentivarle a investire nei suoi territori.
Il suo essere internazionale la rende un meccanismo perfetto ma da qualche anno sta tornado in auge anche un’altra città italiana, capace di relegarsi alle sue tradizioni e trasformarle in musica, questa è Napoli.
Il capoluogo campano vanta una cultura musicale conosciuta in tutto il mondo, così dopo qualche anno di stallo e tanti sacrifici, ritorna tra le grandi città dove poter fare musica e dove nuove produzioni discografiche mettono le proprie radici tra i suoi vicoli.
La sua arma vincente passa attraverso la sua storia e le sue tradizioni trasformando nella lingua napoletana, uno slang internazionale molto armonico e simile a quello americano permettendo di avvicinarsi sempre più al capoluogo lombardo.
Milano e la sua periferia vanta artisti campioni d’incassi, tra gli ultimi album ancora in classifica ritroviamo Rkomi, Marracash e Guè, ma anche nuove leve che tra un dissing e una rima si avvicinano alle generazioni, esempio sono Paky, Shiva, Rondo.
Ad 800 chilometri, invece, ritroviamo Napoli e i suoi dintorni, che con Rocco Hunt e il suo “Rivoluzione” a fine 2021 ha dominato le classifiche italiane, non tralasciando i lavori discografici di Luchè, Geolier, Peppe Soks, Granatino, Ricciardi, in uscita fissata per il 2022.
Le sue strade e la periferia sono un palcoscenico a cielo aperto, ricche di nuovi artisti come Jlord, Plug, Mv Killa, Lele Blade, Yung Snapp, La Nina.
Le stesse case discografiche indipendenti campane, come la BFM o la ARMS Empire, danno ai propri assistiti la possibilità di affacciarsi in altre realtà attraverso la pubblicazione dei loro album con etichette, non ultimo l’approdo in Sony di Geolier e Luchè ma anche di Peppe Soks.
Questo ci porta inevitabilmente ha porci una domanda, Napoli allo stesso passo di Milano nel 2022?
Ancora non abbiamo delle certezze ma sicuramente ciò che divide le due metropoli viene unito dalla musica e dai suoi artisti che attraverso featuring e comparse riescono ad avvicinare queste due città e le loro culture.
Ci sarà sempre una Milano internazionale e una Napoli tradizionalista ma questo potrebbe essere il binomio perfetto per creare dei lavori discografici capaci di perdurare nel tempo.
Non ci resta che aspettare le nuove uscite, ascoltare i featuring e sperare che ciò che la storia e la politica ha diviso posso essere sempre più coeso attraverso la musica.
Articolo a cura di Antonio Borzacchiello!