Introduzione al nuovo disco di Axos “MANIE” uscito il 25/03 su tutte le piattaforme.
Axos : È un disco che ho tirato fuori in pochissimo tempo, ci ho messo in realtà un mese di scrittura.
È il disco che ho tirato fuori nella maniera più naturale della mia vita forse, a parte il mio primo disco che ovviamente è sempre quello che viene fuori dal nulla, ma questo è venuto fuori nello stesso modo, nello stesso “sfogo”.
Ci abbiamo messo un mese, mi sono chiuso in studio con Jvli, produttore incredibile, musicista tra l’altro per cui mi ha dato la possibilità di affrontare tutte le sfumature della musica che volevo.
Avevo grosse reference da un certo punto di vista sicuramente non legate all’ambiente del rap, neache della trap e di tutta quella roba lì e Jvli ha fatto un lavoro incredibile.
Per me questo è stato un disco che è venuto dopo un periodo di introspezione devastante per cui l’ho tirato fuori in un mese perchè è stato proprio uno “sfogo” e credo che sia il bello di questo disco, perchè si sente l’omogeneità dell’aver fatto il tutto in un colpo solo praticamente.
Di solito i dischi li scrivo in più tempo, di solito accumulo pezzi e di solito li rifaccio o ci rimetto mano, mentre invece a sto giro è andato tutto dritto, non ho ritoccato praticamente niente il che è una cosa stranissima, non c’è stato neanche un pezzo scartato, abbiamo fatto tutto esattamente così e ci è piaciuto tutto, quindi è andata proprio diversamente da come solitamente vanno le produzioni dei dischi di tutti e anche della produzione delle mie vecchie cose che comunque hanno richiesto molto più tempo.
Il disco in sè si chiama “Manie” perchè di fatto esce fuori dall’introspezione, per l’appunto l’aver raggiunto una grossa consapevolezza di me stesso e non solo e essere entrato in contatto con tutto ciò che è la mia pazzia, quindi ho sfruttato il mio diciamo “percorso” all’interno dei miei problemi psicologici, delle mie manie, per arrivare al fulcro, quindi a chi sono io e mi sono reso conto che forse da tre anni ad ora mi sono rapportato col mondo reagendo, un po’ come fanno tutti, ed è stata una reazione continua che ha portato a delle sovrastrutture che a un certo punto sono crollate ed è stato molto doloroso ma anche molto bello.
Ora ho un rapporto con me stesso decisamente più sincero sotto tantissimi punti di vista questo comporta anche molta meno frustrazione e molta più liberta di aver tirato fuori un disco in un mese senza paranoie ma felicissimo di averlo fatto.
– Avevo una grossa mania che secondo me condizionava tantissimo la mia vita senza saperlo ed era quella del giudizio, del giudizio costante da parte di qualsiasi entità. L’ho superato.
Ma davvero l’ho superato, nel senso che mi sono reso conto che in realtà questa costante paura del giudizio era un costante giudicarmi, cioè ero io che continuavo a giudicarmi e che non mi ritenevo abbastanza sincero con me stesso e quando non ti ritieni abbastanza sincero con te stesso pensi che tutti possano pensare male di te, ti viene quella paranoia di pensare che intorno le persone riescano a leggerti nella testa, riescano a vedere delle parti profonde di te, che poi magari non vedono ma sei tu che ti autogiudichi e sei tu che poi segui quelle strade li e dal momento che poi crollano tutte le tue sovrastrutture, tutte quelle maschere che ti rendevano poco sincero con te stesso nonostante magari io ero convinto di essere sempre stato una persona sincera con me e invece a un certo punto sono entrato in questo mega trip mio in cui effettivamente sono andato nell’oblio più assoluto ma ho visto effettivamente chi ero e nel vedere chi ero ho tolto tutte quelle maschere, mi ha fatto malissimo, un male, sono stato molto male finchè però ho iniziato a vedere i benefici reali di quello che vuol dire accettare chi sei veramente, il bambino che hai dentro e quando effettivamente sono riuscito ad accettare tutto questo ho iniziato ad accettare anche gli altri e quindi ad accettare la mia musica, la mia voce, le mie parole, la mia vita e qundi a scrivere in maniera meno criptica e a scrivere cose molto più dirette, che parlassero effettivamente di me e non che potessero solo dare un’ interpretazione di me.
– Nel disco purtroppo non c’è stato Dani Faiv, che doveva esserci, perchè proprio nel periodo in cui dovevamo andare in studio è nato suo figlio quindi ovviamente gli ho detto “concentrati lì e non ti preoccupare” e tra l’altro già che ci sono gli faccio gli auguri.
Devo dire che tutti quelli che desideravo ci sono, ci sarebbe stata sicuramente quache chicca in più che mi sarebbe piaciuta, su un pezzo ci sentivo molto Ketama, però sono contento di non averlo fatto con lui. Avevo pensato di condividerci Malavita, ma essendo un pezzo molto introspettivo poi in realta ho capito che non sarebbe stato giusto e sono contento di non averlo condiviso in realtà perchè è diventato il mio pezzo preferito.
Poi per il resto sembra chiaro che avrei voluto il Marra della situazione, ma obbiettivamente mi rendo anche conto che al momento è “sull’Iperspazio” avendo già superato l’Olimpo dei Rapper quindi è impossibile, ma sono soddisfatto perchè in questo disco comunque ci sono altri che nell’Olimpo dei Rapper ci stanno benissimo e che in qualche modo mi hanno “consacrato” e mi sono sentito consacrato dalla loro presenza e mi mancava perchè avevo sempre ricevuto un sacco di complimenti in privato, quasi mai però questi erano stati esternati effettvamente dai vari rapper, ma anche da tanti rapper che al momento hanno il coraggio di scrivermi in DM ma comunque non di ripostare neanche un pezzo, invece sono stato contento che a sto giro ci sia stata proprio la partecipazione anche di alcuni di quei rapper che hanno avuto il coraggio anche, secondo me, di superare il discorso prettamente “numerico” e tutto ciò che poteva semplicemente convenirgli da quel punto di vista ma abbracciando invece qualcosa che gli piaceva davvero.
– Malavita è il pezzo del disco a cui sono più legato, quello che mi ha ucciso di più nel senso che nel momento in cui l’ho scritto ho pensato che non sarei più riuscito a scrivere il resto del disco ed è stata un po’ una paranoia perchè ho scritto la prima strofa e il ritornello, che tra l’altro me li hanno chiesti per una serie che uscirà poi, mi mandarono uno script che parlava di un ragazzo con una vita di un certo tipo e sembrava che parlasse proprio di me e della mia vita, così quando mi hanno chiesto di scriverci su una canzone e allora l’ho scritta e come dicevo prima ci ho proprio buttato fuori tutto, questo è il pezzo in cui ho sfogato di più e obbiettivamente non riuscivo più a scrivere dopo, mi aveva completamente destabilizzato ed è il brano che mi ha tolto più energie, forse proprio perchè riprende un’ argomento che per me è rimasto molto “centrale” che è stato poi un periodo in cui c’è stato un grosso cambiamento nella mia vita.
– Per quanto riguarda quello che porteremo sul palco sarà una cosa molto particolare. Io ho sempre suonato con gli strumenti, mi sono sempre portato la band, quindi ci sarà anche stavolta ma non sarà solo un semplice live, sarà una vera e propria Experience, tra l’altro spero che veniate tutti, sarà un’Experience nel vero senso della parola nel senso che ho voluto creare qualcosa che potesse ripercorrere quel mio viaggio introspettivo comunque anche aiutato da tantissimi personaggi della storia dai quali sono riuscito a prendere tanti aspetti positivi, nelle loro citazioni, nella loro capacità di trasmettere attraverso i libri e la storia, quindi in questo show voglio riportare questo viaggio introspettivo anche legato comunque a dei richiami culturali di un certo tipo che possa portare le persone a “entrare in un modo ed uscirne in un altro”.
Domanda e conferenza a cura di JdOnTheBeat
Trascrizione a cura di Noemi Lorenzini