Benvenuto a questa nostra intervista, partiamo subito con la nostra domanda di rito chi si cela dietro Tom Armati?
Non lo so nemmeno io, è un personaggio misterioso da cui diffidare. A parte gli scherzi, in questo disco credo che il personaggio Tom Armati coincida sempre di più con la persona Tommaso Armati. Sono un cantautore che scrive canzoni da quando è piccolo. Nelle canzoni e nella vita cerco sempre di mettere una punta di leggerezza, toccando argomenti anche profondi.
“Tommasochista” è il tuo nuovo lavoro discografico, da cosa nasce la scelta di questo titolo così singolare?
Ci sono vari motivi per questo titolo. Uno deriva dal fatto che è un disco un po’ più intimo rispetto al precedente e mettersi a nudo è sempre una tortura emotiva. Il secondo è un riferimento scherzoso alla lavorazione del disco che è stata molto lunga perché intervallata dalla pandemia e altre vicende personali. Infine, è un riferimento anche alla vita del cantautore che mette in campo tante energie per la produzione e la promozione di un disco, ma alla fine farsi ascoltare rimane sempre molto difficile.
Il tuo singolo “Respira” ha un testo che all’apparenza può sembrare semplice ma invece credo che nasconda un significato più profondo, immagino ad esempio l’ansia di vivere e il respiro profondo come rimedio per superare i problemi quotidiani. È vero?
Sì esatto, volevo fare un brano scanzonato ma con un messaggio forte. Credo che questa pandemia ci abbia un po’ aperto gli occhi sul fatto che il nostro stile di vita è sbagliato. Una società che ci vuole sempre di corsa a testa bassa, senza mai avere un attimo per respirare rappresenta un modello da superare. Anche nella musica del brano ho voluto alternare strofe incalzanti a ritornelli distesi, proprio a rappresentazione di questo contrasto.
“Tutto sbagliato” è una ballata romantica, una canzone che parla di “un amore sbagliato”, quanto c’è di autobiografico in questo testo?
Ovviamente molto ma senza riferimenti espliciti. Nel senso che quello che vivo entra sempre nelle mie canzoni, ma magari prendendo poi forme diverse. Sicuramente alla base del testo c’è l’idea di vivere una realtà ideale, immaginaria, che poi magari non ha riscontri nella realtà. Un errore in cui sono caduto spesso, che da un lato allarga gli orizzonti, dall’altro fa soffrire.
“Luigi ho sognato che morivi” è un altro brano presente nel tuo album, qui ho da farti due domande una divertente e una più profonda.
Quanti e quali scongiuri ha fatto il sopracitato Luigi?
E quale significato nasconde questo testo?
Sì effettivamente Luigi è un mio amico e la canzone si basa su un sogno effettivamente avvenuto. Inizialmente ha fatto un po’ di scongiuri, ma dopo un ascolto più profondo ha capito che è una canzone che parla anche del valore dell’amicizia. E poi si dice che quando sogni qualcuno che muore, in realtà gli allunghi la vita. Insomma la canzone parla anche di come reagisce lui a questa notizia, è una sorta di inception e alla fine c’è un elenco di sogni che ho fatto veramente. Se agli Oscar ci fosse una categoria dedicata ai sogni, avrei già vinto.
“Cucino per due”, un testo e un invito ad un’ipotetica persona. Ora visto che amo il mondo culinario ma soprattutto si dice che intorno ad un tavolo e durante il pranzo sono nate le cose migliori, vorrei sapere se sei un ottimo cuoco e qual è il tuo piatto migliore?
La canzone parla della fine di un rapporto e la sensazione che rimane quando si interrompono le abitudini che avevamo nel condividere determinati momenti, come la cena e il cucinare. Forse alla fine nella canzone mangio da solo perché cucino male, non so. Comunque diciamo ai fornelli me la cavo cucinando cose semplici, mi piacerebbe approfondire ma non trovo mai il tempo e la pazienza per lanciarmi in piatti più complessi. Se dovessi dire un piatto forte, forse direi i risotti! Comunque cucino leggero e a volte un po’ sciapo, però c’è di peggio credo.
Progetti futuri?
Tornare a suonare dal vivo e registrare tanti altri brani che ho in cantiere. In sintesi: continuare a divertirmi con la musica
Con quale artista vorresti collaborare e a quale ti ispiri?
Questa è molto difficile da rispondere. A livello musicale la mia massima ispirazione sono i Beatles, ma dubito che una collaborazione sia fattibile 🙂 Per il resto mi ispiro anche a tanti musicisti bravi che vado a sentire in concerto a Roma. Non sono (ancora) famosi, ma molto bravi e mi piacerebbe collaborarci
Ringraziandoti per il tempo a Noi dedicato, ti vorremmo chiederti un saluto a noi di Exclusive Magazine e ai nostri lettori!
Ciao a tutti voi e grazie per questa intervista. Spero che la mia musica vi piaccia!
Intervista a cura di Antonio Borzacchiello!