Ciao e benvenuto a questa Nostra intervista, partiamo subito con la Nostra domanda di rito, chi si cela dietro Karakaz?
Michele Corvino, Un 22enne abruzzese in trasferta a Milano da 3 anni, che si sta rompendo la schiena per vivere il sogno che aveva da bambino, ovvero quello di vivere di musica per tutta la vita.Quindi insomma un bimbo cresciuto che sta vivendo il sogno, a piccoli ma grandi passi.
Da dove nasce la scelta di questo nome e cosa rappresenta?
Nasce dalla storia di mio nonno Michele, che si trasferì a Caracas per crearsi un futuro migliore di quello che si prospettava nella sua cittadina.E ci riuscì alla grande, ho a cuore la sua storia, una storia di sacrifici, amore e speranza che io ho abbracciato dalla prima volta che me la raccontò quando ero piccolino.È un omaggio e un auspicio per me.
Tutti ricordiamo la Vostra avventura a XFactor. Di quelle giornate cosa ti rimane?
Rimangono i tanti ricordi, le amicizie e tutte le esperienze fatte all’interno del programma.È stato un turbine di emozioni, e sono contento di averlo affrontato con i 3 ragazzoni che sono stati al mio fianco.
L’Ep “Carne” è un viaggio molto intimo, rappresentato da tracce che hanno titoli che richiamano il mondo umano, quello più profondo.Una scelta precisa?
Mi piace dire che sia un ep nudo.È una ferita aperta, dove chiedo all’ascoltatore di entrare dolcemente e farsi trasportare dall’emozione di ogni canzone.È un lavoro molto viscerale, diretto, senza punteggiatura, parentesi e post scriptum.Sono contento di quello che ho realizzato in questo ep, è sincero, tanto duro quanto dolce in fondo.
La Vostra è una musica Punk/Rock in chiave moderna, cosa e chi ti ha avvicinato a questa musica così diversa rispetto ai canoni moderni?
Non so se la musica si proprio Punk rock, c’è sicuramente un approccio nella musica dal vivo e anche in studio, che esprime quei sentimenti.Ancora ad oggi non so definire la mia musica con un genere e vorrei non poterlo fare mai.Però sono cresciuto con il post punk, l’industrial, il grunge, dark wave e la musica elettronica in generale.È stato un amore a prima vista, e in fondo in canoni moderni, tendono a cambiare molto velocemente a quanto pare, quindi non è una cosa che può colpirmi il cuore.Sono le cose che restano che spazzano via i canoni.
Quale è il brano in “Carne” che ti rappresenta di più?
Ad oggi credo sia “Eroi”, sono io, in tutto e per tutto, in poche righe parlo di gran parte della mia vita degli ultimi anni, mi fa male ascoltarla e mi libera suonarla dal vivo.È fragile, quasi troppo fragile.
“Chiodi di Garofano” per allontanare le negatività della vita? È questo il suo significato nascosto?
Non so di cosa parlo in quella canzone in realtà. Sicuramente parla di una notte risalente all’anno scorso in cui c’era una luna grandissima e luminosissima che mi piace pensare abbia scatenato tutti gli eventi della serata.Segna un punto della mia vita in cui davvero non mi importava niente di quello che succedeva, e mi lasciano trasportare dagli eventi della mia esistenza scaricando le colpe sulle circostanze, che nella canzone sono rappresentate dalla luna.
Cosa rappresenta questa bellissima frase ricca di sentimento e così altrettanto profonda e passionale “amore carnale”?
Rappresenta, credo, il tradimento, la malattia dell’uomo nei confronti del sesso e la poca affidabilità degli esseri umani quando si parla di amore, perché basta la carne a volte a farci dimenticare di quanto sia importante amare ed essere amati da chi ha il coraggio di farlo.
Il tuo “Buio Dentro” ?
La luce.
Progetti futuri?
Tanti, sto lavorando tanto a nuova musica e no solo, ora è finito il mio primo tour con ultima a tappa a Londra e andrò in tour per tutta la primavera con Rkomi, e non vedo l’ora di vivermi le nuove avventure che si presenteranno dell’immediato futuro!
Ringraziandovi per il tempo a Noi dedicato ti chiediamo un saluto ai Nostri lettori e allo staff di Exclusive Magazine
Un bacione grande a tutti i lettori e allo staff di exclusive magazine, ci vediamo presto, Karakaz.
Intervista a cura di Antonio Borzacchiello!