Partiamo chiedendoti come stai in questo periodo?
Bene. Siamo carichi. Quando si avvicina un’uscita porta sempre grande entusiasmo. Ci godiamo il momento.
“Vestita di Fiori” è il tuo nuovo singolo disponibile dal 15 Aprile su tutte le piattaforme, come nasce questo brano?
L’ho scritta a giugno dell’anno scorso. Nasce in modo totalmente spontaneo, la prima topline l’ho trovata in compagnia di un mio amico.
Poco dopo, usciti in macchina, mi ha ispirato una ragazza che camminava con un vestito di fiori. Una persona qualunque, ma universale per il significato che attribuisco a questa identità. É molto più di un vestito, è un ideale, un modo di essere.
Quali sono le influenze musicali di questa canzone e chi si è occupato di curare la parte “sound” ?
Le influenze possono essere molteplici, ma in realtà l’esigenza era avere un brano spensierato ed energetico per staccarmi un pò dalla
dimensione più malinconica dei singoli precedenti. La produzione è di Gabriele Bianchi, Giacomo Fabbrica e Riccardo Bruggi di G!GA Studio, con i quali collaboro fin dal primo disco. Avendo a disposizione dei musicisti questo sound più punk/rock arriva in maniera molto naturale.
Il singolo parla del comprendersi tra partner anche se ci sono delle diversità da affrontare. In relazione a questo ti chiedo : sei un tipo comprensivo o tu stesso fai fatica a mettere in atto questo meccanismo?
I rapporti di amicizia o le relazioni si fanno sempre in due. Non si scappa da questo. A fronte di un principio di condivisione credo sia necessario essere disponibile a comprendere. Per me il muro più alto è la fiducia, superato quello, la comprensione è solo un riflesso naturale.
Tu mi dici di volare ma rimango a terra con i dubbi” è una frase che troviamo all’interno di “Vestita di Fiori”. Credi che a volte le persone che abbiamo accanto e che amiamo sono proprio quelle che ci “tengono a terra” ?
Credo sia una questione di equilibrio. Ovvero quanto siamo capaci di sacrificare in funzione di qualcosa di più grande. L’importante è non
limitare mai. Bisogna dare aria alle direzioni e alle scelte che prendiamo, senza soffocarle. C’è il rischio di annullarsi e di restare fermi, senza che ce ne accorgiamo.
Un’altra frase che volevamo analizzare è “L’amore non è una gara, ma almeno averci provato”. Quanto, secondo te, è giusto
mettersi in gioco in una coppia? Secondo te c’è un limite nel “provare” a tenere insieme una relazione?
Come ho detto prima, i rapporti coinvolgono altre persone e questo implica quanto impegnarsi e mettersi in gioco sia necessario. Però deve essere uno stimolo positivo per entrambi. Per me il limite vero subentra quando la relazione diventa una sfida. A quel punto significa aver smarrito il significato vero. È come essere la cornice di un quadro, ma non il quadro stesso. Una brutta dimensione, superflua, inesistente. Ci sono passato.
Tu nascondi chi sei, vestita di fiori” è la frase che contiene il titolo del brano e quindi una delle più significative del testo.
Credi che al giorno d’oggi l’apparenza inganni ancora e ci sono persone che pur di ottenere qualcosa fingerebbero di essere
diverse da ciò che sono realmente o ormai questo è diventato un comportamento intuibile? E quanto conta secondo te oggi la genuinità di una persona in una società?
Giudizio. Non deve esistere nella nostra testa. Per me è fondamentale eliminarlo. Prima verso se stessi, poi di riflesso verso gli altri.
Nascondersi non è più necessario. Troppo spesso ci nascondiamo da noi stessi. A volte ci aiuta un fiore. Ma anche questo è solo un elemento simbolico di leggerezza e purezza. Oltre qualsiasi strato, rimane ciò che siamo e questo è indelebile e soprattutto unico. Personalmente, la musica mi aiuta molto in questo processo.
Con quali artisti, italiani e non, ti piacerebbe collaborare?
In Italia m’ispirano molto Axos, NotGood, 2Rari e la scena ligure, da quella affermata a quella emergente. All’estero, mi piacerebbe lavorare insieme a Eden. È un artista irlandese che ho scoperto qualche anno fa.
Ha delle sonorità introvabili, un linguaggio diverso. Con la sua musica crea delle dimensioni che non trovo da nessuna parte. Sarebbe un
onore. Vedremo.
Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere questo singolo quali useresti?
Curioso. Pungente. Spavaldo.
Hai nuovi progetti musicali in cantiere?
Noi continuiamo sempre a fare musica…finché la passione arde. Spero che ogni cosa abbia il suo tempo.
Terminiamo qui la nostra chiacchierata ringraziandoti ancora per il tempo che ci hai dedicato. Ti salutiamo e ti invitiamo a salutare a
tua volta chi vuoi. Grazie a voi, un saluto a chiunque legga e ascolti. A presto
Intervista a cura di Noemi Lorenzini!