- Ciao Lovi, grazie mille per il tempo che ci dedicherai. Come stai?
Molto bene, sono felicissimo per l’uscita di Sistolica e concentrato su nuova musica.
- Cosa ti ha spinto a scrivere e mettere in musica le tue emozioni?
Ho sempre amato la musica e la scrittura, due grandi passioni che mi hanno accompagnato e soprattutto aiutato a superare i momenti più difficili.
Sono i due strumenti che conosco per dare voce a quelle grida che non riescono ad uscire.
- Sistolica, il tuo nuovo brano, è un dialogo esistenziale che fai con te stesso nel tentativo di affrontare ansie e paure. Come è nata l’idea?
In genere mi piace scrivere delle esperienze che ho vissuto e anche questa idea è nata durante la pandemia, un periodo che ci ha incasinato un po’ tutti ma che mi ha dato la forza per trasformare quella confusione in qualcosa di nuovo. Sull’ansia ho fatto un lungo percorso, non tanto per “curarla” o farla “sparire” ma per comprenderla e analizzarla. “Sistolica” nasce proprio dalla necessità di parlare dell’ansia: dedicarle una canzone mi è servito per fare un punto della situazione con me stesso.
- Una frase della tua canzone mi ha fatto sorridere, ad un certo punto dici:” scusa se a volte mi spengo” ti stai scusando con te stesso o con una persona ipotetica? Nel secondo caso, perché secondo te siamo portati a scusarci per il nostro stato d’animo o per il nostro bisogno di stare male o voler stare soli?
In “Sistolica” mi rivolgo ad un “tu” che è duplice: parlo con la mia ansia, quindi con me stesso, ma parlo anche con una persona che ha fatto parte della mia vita.
“Scusa” è una parola usata così spesso che tende a perdere valore e diventare quasi un jolly. Ho scritto “scusa se a volte mi spengo” perché iniziare un dialogo chiedendo “scusa” non è soltanto giustificarsi per il proprio stato d’animo, quanto anche cercare di avvicinarsi all’altro.
- Quando sei colpito da ansie e preoccupazioni dove trovi la tua boccata d’aria?
La prima “arma” è sempre la scrittura, la seconda le piccole cose che mi distraggono e che mi fanno stare meglio.
- Ti sei mai sentito spaventato davanti ad un foglio bianco o sai sempre cosa e come scrivere ciò che provi?
Un foglio bianco può spaventare molto, perché è un po’ come se fosse uno specchio che ti spinge a fare il punto con te stesso, ma non sempre c’è l’ispirazione che ti aiuta a riempirlo. Credo che l’ispirazione sia qualcosa che bisogna imparare ad “ascoltare”. Ho trovato un mio equilibrio: riesco a non spaventarvi più quando il foglio rimane bianco e non trovo l’ispirazione anzi sfrutto questo momento per vivere più intensamente e so che così prima o poi l’ispirazione tornerà sempre.
- Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato e con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?
Ascolto tantissima musica ma non c’è un artista preciso al quale mi ispiro, dipende molto dai momenti che vivo e da come mi sento. Mi piacerebbe molto collaborare con Gazzelle,
Franco 126 o Tedua.
- Cos’è per te il successo?
Vivere della propria passione.
- Cosa auguri a te e a quelli della tua generazione?
Il mio augurio è di credere sempre nei propri sogni e (se) o piuttosto quando, capiterà di sbagliare, di farlo con il sorriso, per rialzarsi ogni volta con la voglia di rimettersi in gioco.
- Prima di terminare la nostra chiacchierata volevo chiederti, il te che sei oggi rispecchia il te che volevi essere da bambino?
Servirà ancora tempo e lavoro per diventare quello che sognavano di essere da bambino, però credo di aver preso la strada giusta.
Ti ringrazio nuovamente per il tempo che ci hai dedicato, ti salutiamo e ti invitiamo a salutare a tua volta chi vuoi.
Grazie a voi. Saluto tutte le persone che mi seguono e ascoltano le mie canzoni, spero che ci vedremo presto, magari a qualche serata dal vivo!
Intervista a cura di Rosanna Buonauro!