Benvenuto Chino Seleção a questa nostra chiacchierata insieme, noi di Exclusive Magazine ti ringraziamo fin da ora per il tempo che ci dedicherai per rispondere alle nostre domande. Partiamo da una domanda semplice solo all’apparenza : “come stai?”
Ciao Ragazzi, grazie mille a voi per lo spazio. Sto alla grande! E’ un periodo pieno di novità, ho davvero tantissimo materiale pronto per l’uscita ricco di ottime vibrazioni e mi sta nascendo un figlio a brevissimo, quindi davvero tutto al top! Voi come state?
Da poco è uscita “Miele & Sangria” il tuo nuovo brano in collaborazione con Lenoire ti va di parlarcene e raccontarci come è nato questo brano ?
Avevo partorito questo brano mesi fa, volevo fare qualcosa di spensierato che creasse un po’ di respiro nella mia musica. Io arrivo da un background oldschool dove le mie tematiche sono sempre state molto fitte di rime cariche di significato e spunti di riflessione. Soprattutto dopo il covid ho iniziato a maturare il desiderio sempre maggiore di bilanciare per i miei ascoltatori contenuti e spensieratezza e da li ho scritto “Miele e sangria”. Una volta terminata la stesura del brano ho contattato HRVI, un grande producer ed un esperto nelle sonorità latin, poi Lenoire con la sua bellissima voce e il suo modo di scrivere semplice ma molto accattivante è stata la ciliegina sulla torta .
Lavorare con altre persona alla realizzazione di un brano non è mai cosa semplice, ci sono state delle difficoltà nel lavorare a questa canzone ? Come sono state superate ?
Vi dirò che in realtà è stato un processo molto spontaneo e naturale. La nostra fortuna è stata di non essere dei neofiti ma di saper ognuno di noi come approcciare un brano in base alle sue peculiarità. Trovo che per creare dei buoni risultati la cosa più importante sia sapere cosa chiedere e soprattutto sapere se ciò che si chiede è nelle corde dell’artista con cui si vorrebbe collaborare. Sapevo già che questo era il brano perfetto per farlo con loro ed è uscita una vera bomba a mio parere.
Nel brano ci canti testualmente : “ma di dove sei? sai sognavo una come te” , prendendo spunto da questa citazione ipotizzando che la musica sia la ricevente di questa frase raccontaci quando e come la hai conosciuta e le hai potuto dire “sai sognavo una come te!”
Il mio amore per la musica è nato ormai un po di anni fa, inizialmente era una di quelle cotte adolescenziali dove flirti, ti conosci e poi speri di concludere in fretta il risultato ambito (heheh). Avevo iniziato ascoltando i primissimi cd americani ai primi anni delle superiori, poi le prime battle di freestyle nei parcheggi e poi agli eventi con le prime canzoni autoprodotte. Da li siamo diventati inseparabili, dei veri compagni di viaggio e il risultato non era poi così importante.. L’esperienza e lo stare insieme ad altri ragazzi con sogni e ambizioni simile era già molto appagante anche senza soldi e fama, i rapporti umani che si instaurano con la musica quando sono sinceri sono il bene più prezioso. Ora la nostra relazione è davvero longeva e con la musica inizio veramente ad avere quel feel che riesco a sentirmi completamente a mio agio a dire ciò che penso e come lo penso.
“Mi corazon fa bum bum” oltre che per la musica quando è che ad oggi riesci ad emozionarti ?
Come vi dicevo questo è un periodo di rinascita e di riscoperta per me. Ho scoperto che riesco ancora ad emozionarmi grazie a esperienze nuove nella vita, in primis l’attesa di un figlio e il desiderio di stringerlo e rivedersi nel suo sguardo mi riempiono di gioia. Poi in ambito musicale quando si riesce a creare un risultato sorprendente e in maniera sana e spontanea si instaura il feeling giusto, la stima reciproca e la giusta vibe con un artista ecco quello ancora oggi mi emoziona.
Domanda volutamente provocatoria : se qualcuno ti dicesse : “ il Reggaeton è pop fatto male mischiato al rap fatto ancora peggio” tu cosa risponderesti ?
Io credo che oggi giorno sia molto facile etichettare per sentito dire e sempre meno leggere le sfumature o addirittura stamparsi le proprie etichette (con critiche costruttive) . Il reggaeton è una cultura sempre più solida e con delle regole molto precise che ormai vive da decenni. In Italia per tutta una serie di implicazioni non è uscito ancora quello crudo e diretto della vera cultura latina di strada ma ci si è dovuti adeguare all’orecchio dell’ascoltatore italiano. Come dire per esempio il sushi fatto in Giappone non è il sushi “commerciale” con cui si straforano negli all you can eat in Italia, è molto più “crudo” e intenso e magari non verrebbe accettato come questa versione addolcita europea. Stessa cosa il reggaeton italiano, ha sfumature di generi che sono stati digeriti e assimilati negli anni come il pop ed il rap ma anche se sembrano simili, se fatti bene hanno dinamiche ben diverse anche in termini di struttura e metriche. Dubito che un ascoltatore superficiale possa riconoscere alcune sfumature, quindi anche li bisogna chiedersi se ha un senso perdere il proprio tempo prezioso per rispondere a provocazioni sterili.
Tornando a Lenoire, come è stato lavorare insieme a lei ?
Lenoire è un’ artista molto precisa e che sa esattamente cosa vuole ricavare in un brano, è stato formativo e allo stesso tempo emozionante. Io ho un flusso artistico molto più viscerale e mi lascio trasportare più dalle emozioni che dalla strategia. E’ sempre bello confrontarsi con realtà con metodologie differenti alla propria soprattutto se sono molto professionali e tanto attivi come Lenoire.
Facciamo un passo indietro : la tua ultima uscita prima di questa “ un bebe” ha un taglio decisamente più “urban” di “Miele & Sangria”. Hai una pistola puntata alla tempia e ti dicono “scegli solo un genere musicale da fare da qui all’ eternità” quale scegli e perché?
Io nasco nell’urban, il mio amore sta nei testi e poi successivamente nei suoni e per questo amo sperimentare.
Una musica senza un messaggio mi verrebbe difficile da fare ma credo che avrei uguali problematiche nel fare sempre le stesse cose o lo stesso genere. Credo che continuerei tutta la vita a fare brani urban ocome “Un bebe”, anche se trovo che anche “Miele e sangria” sia un brano urban, solamente un poco più leggero hahahaha.
Domanda extra musicale : In Italia esiste ancora il razzismo ?
L’italia è un paese che purtroppo è sempre stato “sporcato” da dinamiche di razzismo e xenofobia. Inizialmente la discriminazione con i meridionali, poi le persone provenienti dall’est europa e oggi Africa, Asia e sud America. Trovo che il razzismo purtroppo sia una presenza costante e te lo dice un ragazzo che negli anni si è scontrato con numerose esperienze spiacevoli soprattutto in una città spesso sporcata da eventi di razzismo come Verona. Credo che abbiamo tutti bisogno di crescere e di avere un po più di self confidence: credo che più uno crede in se stesso e meno si scontra con la paura della diversità e l’odio di altre culture o etnie. Il razzismo è nei deboli.
Per concludere questa nostra chiacchierata insieme, rinnovandoti il ringraziamento per il tempo speso insieme a noi, ti invitiamo a salutare e ringraziare tutte le persone che vuoi! Alla prossima !
Grazie a voi ragazzi! Ci tenevo a ringraziare innanzitutto la mia realtà @reefhorizon e a tutti i ragazzi che gravitano all’interno e si sostengono reciprocamente. Ringrazio Lenoire e HRVI per aver sposato l’idea di questo brano, Marcello e la sua realtà Kovoo music per averci ospitato nella sua bellissima struttura per la stesura delle sonorità. Ringrazio moltissimo inoltre Plagio per aver fatto un ottimo lavoro di mix e master e aver valorizzato le nostre peculiarità. Ringrazio Simone Furlani per l’ottimo lavoro di press office che sta svolgendo e la realtà di 360 entertainment con Kodjo e Carlo per il sostegno in questi nuovi progetti che stiamo intraprendendo.
Intervista a cura di JdOnTheBeat!