Ciao Jari, benvenuto su Exclusive Magazine! È uscito qualche giorno fa il tuo nuovo EP “Vero Liricista”, da dove nasce il titolo?
Ciao! Il titolo nasce dal volere rivendicare l’importanza delle parole nella musica.
E’ un titolo ovviamente provocatorio ma penso si addica molto al progetto.
Lo scorso anno sei uscito con il progetto “Erba nei jeans”, quest’anno con “Vero Liricista”.
Quali sono le differenze e le caratteristiche in comune tra i due?
La differenza sta nell’impostazione del progetto, ma la musica rimane musica, il processo
creativo è costante, sto solo affilando la tecnica.
Come mai la scelta di pubblicare un nuovo EP dopo un anno?
Volevo fare della musica nuova, mi piace impacchettare i progetti, pensare alla tracklist, ai
feats, è una cosa che mi appaga.
Nel disco hai scelto di collaborare con Chadia Rodriguez e Vegas Jones, rispettivamente in “Vetri fumé” e “Qualcosa cambia”. Perché hai voluto proprio loro come feat?
Erano due artisti apparentemente lontani tra di loro e anche rispetto a me.
Mi piace l’idea di variare la mia musica cercando sempre di uscire dalla zona di confort.
Il brano che mi ha colpito di più è “Radio Malinconia”, tra l’altro è quello che si presta di più alla radio per la sonorità del ritornello. Il testo però è l’esempio perfetto del rap inteso per come veniva immaginato una volta: critica alla società, alla classe politica ed allo Stato. A dire il vero questo genere di critica è una costante nella tua scrittura, da dove deriva questa necessità di farla emergere nelle tue canzoni?
Nasce tutto dalla necessita di comunicare. Non mi voglio più accontentare di soddisfare il mio ego, voglio comunicare qualcosa di più, so che non è facile perché alla fine ho solo 24 anni e la società appena la conosco, mi limito a fare del mio meglio e raccontare quello che
vedo e che sento.
Il brano con Vegas Jones si discosta da questo tipo di tematica, in “Qualcosa cambia” si parla di complicità in amore. È difficile per te parlare di un sentimento così forte o ti viene spontaneo?
Mi viene abbastanza spontaneo, ma tutto va calibrato al meglio, non è facile non risultare ridondante quando si toccano temi come l’amore, o il cambiamento; è lì che sta la vera difficoltà.
Per quanto riguarda i beat hai lavorato con diversi producer. Perché la scelta di affidarti a tutti loro piuttosto che ad uno solo?
Perché tutti mi conoscevano bene, ho lavorato con produttori che sapevano di cosa avevo
bisogno, quella è stata la costante. E poi mi piace condividere la musica, l’unione di più menti
è stimolante.
Chiudo la nostra chiacchierata chiedendoti cosa pensi di dover migliorare nella tua musica?
Ti ringrazio per la tua disponibilità. Non so cosa devo migliorare, so cosa voglio migliorare. Ma vi toccherà aspettare di sentire la
roba nuova per saperlo!
Intervista a cura di Gabriele Dimarco!