L’attesa per il primo album di Rondodasosa è cresciuta a dismisura fin da quando lo stesso artista ha rilasciato le prime indiscrezioni. Le aspettative che ruotavano attorno ad esso erano troppe, forse paradossalmente le aspettative erano maggiori dell’attesa stessa per “TRENCHES BABY”, questo è il titolo scelto da Rondodasosa per il suo primo album da solista, distribuito da Warner Music Italia.
Il progetto si presenta fin troppo ambizioso, le 17 tracce che ne compongono la tracklist, si susseguono lasciando l’ascoltatore meravigliato e perplesso. Notevole e maniacale il lavoro svolto sulle produzioni, le quali si presentano lineari seppur poco innovative, qualora le si paragoni ad altri brani già usciti dello stesso Rondodasosa. Inoltre alcune sonorità ricordano vagamente le produzioni utilizzate nell’album “PAIN”, dal collega e amico Vale Pain, uscito qualche settimana fa.
Come di consueto Rondodasosa è riuscito a spaccare in due critica e pubblico, se da un lato troviamo i suoi fan più accaniti che continuano a idolatrarlo, dall’altro lato troviamo chi continua a criticarlo. Dividiamo nuovamente questa categoria in 2 sottogruppi, chi critica l’artista per moda senza neanche ascoltarlo e chi critica l’artista perché non apprezza le sonorità che la Drill propone, seppur quest’album non offra solo produzioni del genere appena citato.
Tra i 17 brani proposti risalta “Sin Cara”, una vera e propria Hit prodotta da un trio d’eccellenza come NKO, MILES e Low Kidd. In questo brano privo di ritornelli, l’artista ha scelto di mettersi alla prova interpretando due differenti mood. Niente paranoie ma solo rime, la sensazione da lui sperimentata è proprio la seguente, assaporare il potere del flow e delle parole che scorrono su uno dei beat più belli dell’intero progetto.
All’interno di “Sin Cara” ritroviamo una delle frasi più rappresentative dell’album:
“Continuo sulla mia strada, so che posso farcela,
fanculo a chi mi odia perché un giorno rimpiangerà.
Sono un vero hustler, non mi ascolti, I don’t give a fuck,
I be stay humble”
Oltre ai produttori, Rondodasosa ha scelto accuratamente anche i featuring presenti in “TRENCHES BABY”, da Lazza a thasup, passando per Vale Pain, Capo Plaza, Gazo, Russ Millions, Rose Villain e Ghali. Gli ultimi 2 artisti citati rappresentano una piacevole scoperta all’interno dell’album, compaiono nel brano intitolato “CELL”, nel quale entrambi riescono a coordinare le loro voci con quella di Rondodasosa su un beat
prodotto da NKO e Peter Bass. Rose e Ghali aggiungono immagini e prospettive in cui tutti si possono ritrovare, in un brano che parla di situazioni che si vivono durante una relazione.
Rondodasosa in “TRENCHES BABY” ha mostrato e raccontato di sé attraverso molte sfumature differenti, seppur non basti per convincere completamente pubblico e critica. Che possa piacere o meno i passi che l’artista sta compiendo all’interno della scena nazionale e internazionale sono notevoli e impossibili da ignorare. La giovane età di Rondo gioca a suo favore, il suo percorso artistico è appena iniziato e la strada è ancora lunga, avrà tutto il tempo per raccontarsi nel miglior modo possibile, cercando di coinvolgere sempre più ascoltatori.
Avete ascoltato “TRENCHES BABY”?
Quali sono le vostre considerazioni a riguardo?
Recensione a cura di Niky Fabiano!