Sin dall’alba dei tempi l’essere umano si è sempre dimostrato un animale da poter stupire, sconvolgere e la storia ci insegna che più una cosa colpiva l’animo umano, più quella cosa diventava di dominio pubblico, chiunque voleva saperne di più, chiunque voleva farne parte, capire cosa ci fosse dietro, forse per via di questo fatto che qualcosa di non chiaro alla nostra logica ed alla nostra quotidianità ci incuriosisce più di ogni altra cosa che possiamo spiegarci, inspiegabilmente. Sembra lo sappiano bene le persone dietro al progetto di cui vi parliamo oggi, i quali anno fatto del mistero, della trasgressione e della provocazione la loro arma vincente per arrivare al gran pubblico e per occupare una posizione discografica fino al giorno prima vuota nel mercato italiano, ricoperta con grande stile da quest’ultimi. È in mezzo a questa atmosfera che prende vita il progetto Myss Keta, verso la fine del 2013; c’è voglia di stupire, di rottura, e sì, perché no, di provocare un pubblico italiano da anni molto pudico, e vedere quale possa essere il riscontro. Il primo singolo estrattto, che già con il solo titolo definisce l’intenzione del progetto è “Milano, Sushi & Coca”. In questo titolo troviamo già molte delle caratteristiche che saranno contraddistintive del progetto: la prima è Milano, costante sfondo, a volte passivo ed a volte attivo, dei racconti a volte paranormali espressi nelle canzoni; il sushi è utilizzato per dare quel tocco di glamour, di eleganza, quasi a specificare che sì cè provocazione, sì c’è oltraggio, c’è sesso, c’è droga, ma ricordiamoci pur sempre che stiamo parlando di ambienti altolocati; infine appunto la cocaina, vista quasi come mezzo di contestualizzazione all’interno della società, quasi come mezzo di comunicazione, come sentiamo nella canzone. Il brano, uscito con video ufficiale ad ottobre 2013, ottiene un buon riscontro ed ovviamente una serie di critiche che probabilmente aiutano ad alimentare l’interesse ed il mistero attorno al personaggio del progetto. Nel 2015 è poi il singolo “Burqa di Gucci” a rompere ulteriormente gli schemi, sia dal punto di vista del testo che dal punto di vista dell’immaginario, perché se nel primo caso troviamo citazioni alla religione musulmana per quanto riguarda il Burqa, giocato poi sul fatto che sia “di Gucci”, e di conseguenza un capo di alta moda, nel secondo caso Myss Keta appare con una sorta di velo sul viso, che le copre dalla fine degli occhi in giù tutta la faccia, aggiungendo poi degli occhiali per non far vedere neppure gli occhi. Da qui si alimenta il mistero, la gente è curiosa di sapere chi si cela dietro un personaggio così controverso e provocante. Qualche settimana dopo, a fine Ottobre, esce il video “Le Ragazze di Porta Venezia”, dove troviamo un’altra componente fondamentale del progetto, ovvero le collaboratrici di Myss Keta, che servono a dare riconoscibilità all’immaginario creato, ma senza svelare la vera identità del personaggio centrale, ovvero Myss Keta appunto. È molto interessante e curioso percepire come gli addetti ai lavori del team di Myss Keta abbiano avuto la brillante idea di rendere riconoscibile il progetto tramite dei volti che puoi vedere, ricordare e riconoscere, riuscendo a mantenere oscuro l’unico vero volto per il quale la folla possa continuare a domandarsi : “Ma in realtà chi è?”.Ad inizio 2016 viene poi pubblicato “L’Angelo dell’Occhiale da Sera”, con il singolo “Xananas” ad anticiparlo. Le sensazioni ed il sound del brano sono quasi ipnotiche, affascinano, ed il video è, ancora una volta, Myss Keta con le sue collaboratrici mentre passano una giornata, questa volta al mare, mentre fanno cose comuni, che però, anche in questo caso, vanno a smuovere qualcosa di ben preciso nell’ascoltatore, ovvero voglia di saperne di più, appropriazione di un certo modo di vivere e fascino nei confronti di quest’artista che ogni volta, nonostante le varie tracce pubblicate ed i mixtape editi appare sempre una sconosciuta davanti a qualsiasi spettatore. Nel 2018 arriva la firma con una major, precisamente con Universal, dal quale esce successivamente “Una Vita in Capslock”, ed un anno più tardi “Paprika”, il disco dalle sonorità più trap probabilmente tra tutti quelli pubblicati; all’interno troviamo collaborazioni con artisti di spicco della scena italiana tra cui Guè, Mahmood, Wayne Santana della DPG ed Elodie.Nel 2020 arriva addirittura la possibilità di salire su quello che è forse il palco più ambito della musica italiana, ovvero quello di Sanremo, essendo ospite di Elettra Lamborghini, nella terza serata, per un RMX di “Non Succederà Più”.Più di recente, il 6 maggio 2022 viene pubblicato “Finimondo”, brano prodotto da Greg Willen, diventato poi a tutti gli effetti virale anche grazie alla piattaforma TikTok, che contiene un campione di Raimondo Vianello, sposato alla perfezione con un sound techno, che rendono la traccia completamente ballabile. A distanza di anni, da un progetto partito forse solo per provocazione, possiamo ammirare come il fatto di essere controversa nei suoni, nei testi, e nell’immaginario, abbia permesso a Myss Keta ed a tutti i suoi collaboratori dietro il progetto di ritagliarsi uno spazio importante all’interno del mercato discografico italiano, dimostrando come sconvolgere e provocare se fatto coi tempi giusti e con le dinamiche corrette possa avviare splendidamente la carriera di una ragazza che non si è mai mostrata in viso. E voi, quale pensate sia la parte di svolta nella carriera di Myss Keta?
Articolo a cura di Samuele Meante!