Martedì scorso ci trovavamo a Milano, al GhePensiMi, un ristorante scelto dagli artisti per l’occasione, per fare qualche chiacchiera coi giornalisti e avere modo di mangiare tutti insieme qualcosa di particolare che riflettesse il mood del disco.
Come prima cosa gli artisti ci hanno raccontato di come quel disco fosse nato con un semplice esperimento di fare una traccia insieme, per riscoprirsi anche loro compagni di studio. Ma una volta fatta sentire la traccia ad amici e colleghi, tutti hanno iniziato a sostenere che sarebbe stato incredibile realizzare un album in collaborazione tra loro due.
Hanno quindi cominciato a selezionare delle sonorità, senza spulciare cartelle e cartelle di strumentali, ma semplicemente contattando i produttori, raccontando loro dei progetti e organizzando session in studio dove potessero condividere determinate sensazioni umane. Si sono soffermati a lungo su quanto sia fondamentale per loro l’umanità e l’intesa emotiva con una persona, perché solo così possono esprimersi artisticamente in totale serenità.
Hanno poi spiegato che il loro album era veramente rap, nonostante molti dischi degli artisti recentemente vengano etichettati come “ritorno del rap” o “vero rap dopo molto tempo“. Questi dischi, tuttavia, deludono completamente le orecchie degli ascoltatori di rap assidui, perché non contengono nulla di simile. Pertanto, volevano sottolineare che il loro album è autentico rap, senza pretese di classifica e senza sonorità sperimentali. Si tratta di una rivisitazione del classico boombap, senza snaturarlo troppo e senza perdere quella schiettezza e immediatezza che solo un rap ben scritto e realizzato può offrire.
Per quanto riguarda la promozione dell’album, ci hanno raccontato di come abbiano avuto l’idea di realizzare dei cortometraggi in cui loro due sono i proprietari di un nuovo ristorante e raccontano i piatti e le collaborazioni. Hanno voluto fare qualcosa di diverso per evitare le solite foto con la didascalia emotiva che racconta quando si sono conosciuti o quando hanno incontrato determinati artisti ospiti dell’album, cliché che ormai si trovano nella maggior parte dei dischi che escono.
Abbiamo ascoltato alcuni estratti dell’album, alcuni brani che fanno scatenare, altri che fanno venire i brividi. Sicuramente tutti molto intensi.
Gli artisti sono stati molto disponibili, a tratti sembrava di essere un gruppo di amici che raccontava le proprie esperienze. L’atmosfera era molto serena e piacevole.
Recap a cura di Samuele Meante!