Ciao Mattak grazie fin da subito per il tempo che ci dedicherai per rispondere alle nostre domande. Per rompere il ghiaccio volevamo semplicemente chiederti
come stai e come è stato questo ultimo periodo pre uscita dell’album
Ciao raga! Grazie a voi per avermi contattato.
Sto abbastanza bene, diciamo che nell’ultimo periodo ho vissuto forti alti e bassi e molti cambiamenti tra traslochi, lutti, schock e umori ballerini.
è un periodo dove passo molto tempo da solo, cosa che se non hai mai imparato a fare, non è facile.
Però avendo chiuso l’album sono finalmente più sereno e posso godermi l’uscita in pace.
Da pochissimo è uscito “Overt” il tuo nuovo album uscito a 2 anni da “Riproduzione vietata”, cosa ti ha portato a dirti “ok, è ora di far uscire un nuovo progetto”?
Innanzitutto non volevo far passare troppo tempo dalla mia ultima uscita. Sto cominciando a interiorizzare il ritmo del mercato e il riscontro che ha avuto Riproduzione Vietata
mi ha dato la carica per stare sul pezzo ed avere una costanza nelle pubblicazioni.
Inizialmente però, stavo pensando a un mixtape perché non avevo tanti disagi da raccontare. Ero fidanzato ed ero sereno. Quando sono fidanzato e sto bene non ho tanta esigenza di scrivere.
Purtroppo o per fortuna, la mia relazione è andata peggio di quanto si possa immaginare e lo shock che ho vissuto mi ha dato una lucidità estrema da cui sono partito per questo progetto.
Infatti questo disco è stato scritto in davvero poco rispetto ai miei ritmi precedenti (in poco più di 4 mesi avevo giâ tutti i testi).
3) In “iO’s” ci canti “ci specchiamo così tanto al cell che ci stiamo trasformando in lui infatti quanto lo usiamo ci sentiamo piatti”.
Quale è, quindi, secondo te il modo giusto di utilizzare il telefono e più in generale la tecnologia?
Secondo me il telefono si può usare in modo intelligente, offre un sacco di servizi utili e in generale dovrebbe accrescerci, non annullarci.
Io ad esempio ho ri-studiato le basi dell’inglese con un app.
Invece trovo che ad esempio i social network ci stiano rendendo un po’ degli zombie.
La soglia dell’attenzione si sta abbassando vertiginosamente ed ho paura che fissare uno schermo per diverse ore al giorno ci stia rendendo più apatici.
Quante volte scriviamo una risata a un amico ma non stiamo ridendo nella realtà? Ho visto questa cosa in diversi meme espressa in modo ironico e divertente ma a me sembra quasi che
stiamo trasferendo le nostre emozioni su uno schermo e le esprimiamo ormai attraverso di lui.
Questa dipendenza che abbiamo un po’ tutti è difficile da estirpare quando, se non stai sul pezzo su internet, ti perdi tutte le cose che succedono e ti senti fuori dal mondo.
Inoltre una cosa che mi spaventa è che spesso si usano i social per raccontare qualcosa di noi che non siamo, come se fosse uno scudo per la nostra insicurezza.
Come se il nostro avatar fosse più vivo di noi, come se si stessero scambiando i ruoli.
“Un pensiero che nel buio mi parla e chiede tu chi sei quando nessuno ti guarda?”, per l’ appunto chi è Mattak quando nessuno lo guarda e le luci del palco si spengono?
Il problema è che non lo so. Vivo dei disturbi psicologici non indifferenti che mi fanno dubitare di me stesso, della mia personalità e dei miei pensieri tutti i giorni.
La prima volta che mi sono posto questo quesito mi ricordo che è stato un bel colpo per me perché mi sono reso conto che in giro portavo delle grandi maschere e che non ho mai avuto il
coraggio di essere me stesso al 100%. Mi sono accorto che andava fatto tutto da capo.
Io credo che la chiave sia sforzarsi a farsi del bene, ad amarsi anche se si è abituati al contrario, a scappare.
Solo così si trova sè stessi.
Io sto imparando a farlo ma non è facile perché per una vita mi sono sentito una merda senza riuscire a reagire e visto che quello che pensi, diventi, cambiare 28 anni di opinioni su me stesso è molto impegnativo, vuol dire riprogrammare la propria mente da 0.
Guè, Nayt, Silent Bob ci racconti un retroscena dietro a ogni traccia dei feat dell’album
Ricordo che pochi giorni dopo l’uscita di Riproduzione Vietata mi scrisse Guè all’1 di notte facendomi i complimenti per il disco.
Io casualmente stavo cazzeggiando su instagram con un mio amico e giocavamo a videochiamare dei miei fan.
Mi invitò a casa sua e ci andai che ero già completamente ubriaco, per bere ancora con lui haha.
Alla fine abbiamo fatto le 6 di mattina e ne sono uscito veramente sbronzo e con l’accordo di un pezzo insieme!
Io e Silent ci conosciamo da molto e abbiamo condiviso diversi palchi insieme perché militavamo nella stessa etichetta ai tempi (Bullz Records).
Ho sempre avuto l’idea di fare un pezzo insieme a lui e finalmente mi si è presentata un’occasione perfetta in un momento dove avevo tanta rabbia da buttare fuori.
Il mio testo era già su un beat di Sick Budd e quindi ho pensato che Silent fosse perfetto per la seconda strofa.
Inoltre, essendo che lui e Sick Budd lavorano insieme da sempre, Silent aveva già scritto delle cose su quel beat ma la canzone non era mai andata in porto.
Ricordo che stavo andando alla prima data di DOOM di Nayt al Fabrique di Milano per fare la mia strofa in “OPSS” e stavo scrivendo su un taxi delle barre a tema “amore verso sè stessi”.
Una volta arrivato ho smesso di scrivere, ho raggiunto il team che mi stava aspettando e mi sono goduto la serata
Ho visto tutto il concerto di Nayt e ricordo che l’approccio che lui aveva con il pubblico e le parole che esprimeva dentro e fuori dalle canzoni erano esattamente sulla stessa vibe
delle barre che stavo scrivendo poco prima. L’ho vissuto un po’ come un segno e un mese dopo gli ho mandato una canzone con quelle stesse barre.
Lui ha accettato di buon grado e io sono davvero felice del risultato finale perché trovo questa collaborazione azzeccatissima per entrambi.
Se dieci anni fa ti avessero detto che saresti esattamente dove sei ora saresti soddisfatto di questa previsione verso il futuro?
Probabilmente non ci crederei. Però ti posso dire come mi sento ora trovandomici e sono soddisfatto del percorso che mi sono costruito.
Forse sapendo già le opportunità che avrei incontrato, alcune le avrei sfruttate meglio. Però in realtà non cambierei nulla, se sono così ora lo devo a tutto quello che è successo, positivo e negativo, ed è giusto così.
Ci dai i tuoi 10 comandamenti per essere un Artista con la A maiuscola?
- Non cercare di impressionare gli altri, cerca di impressionare te stesso.
- Non sentirti arrivato, mai.
- Sperimenta.
- Fai quello che ti piace, non quello che piace agli altri.
- Fallisci tante volte.
- Studia gli altri artisti e trova uno stile tuo, senza copiare.
- Non forzare niente.
- Dubita di te.
- Racconta sempre la verità.
- Divertiti.
Di palchi ne hai calpestati molti in questi tuoi anni di militanza, è cambiato negl’anni il tuo approccio al pre live e a come vivi il momento del concerto vero e proprio?
No in realtà non è cambiato nulla, sono sempre in ansia tremenda ma concentrato.
Credo che la cosa che cambia di più sia inizio/fine tour di ogni disco perché all’inizio non so bene i testi, non ho testato le canzoni live e quindi non so bene cosa mi aspetta, né bene come muovermi.
Spero di imparare ancora molto e di migliorare sempre di più.
Domanda extra musicale : Diventi presidente della OMS, il tuo primo discorso volgerá l’attenzione su….
Credo che volgerei l’attenzione sull’educazione della crescita di un figlio.
Questa cosa si riflette in modo importante sulla sua personalità e sulla sua sanità mentale nella sua vita e secondo me ci sono ancora diverse lacune a riguardo.
Tanti disturbi della mente o comportamentali provengono dalla famiglia e più precisamente, da come il bambino impara da gli altri ad amare.
Un’altra cosa su cui farei luce sarebbe la sensibilizzazione sulla sanità mentale e investirei molto sulla cura per la depersonalizzazione.
Per concludere questa nostra chiacchierata insieme ti invitiamo a salutare e ringraziare chi vuoi. Grazie del tuo tempo!!
Grazie mille a voi!
Intervista a cura di JdOnTheBeat!