E’ inevitabile che nel 2023, con la completa digitalizzazione della musica, parte della sua fruizione derivi anche dall’immaginario che l’artista riesce a imprimere all’interno della musica stessa, sia con i suoi modi di dire e di intonazione, sia soprattutto con la sua immagine. E’ sempre più frequente, infatti, vedere giovani artisti capaci di conquistare ampi segmenti di pubblico semplicemente per il modo in cui gestiscono la loro brandizzazione e si espongono.
Qui entriamo nel percorso discografico di Annalisa, uscita dal talent show “Amici” nel 2010 e che successivamente ha continuato a navigare nel panorama della musica italiana, dove spesso ci si ritrova dopo aver partecipato a un talent, ma poi si fatica a dare un impatto e un’identità definitiva al proprio progetto. Tuttavia, negli ultimi due anni, soprattutto dopo l’uscita del progetto “Nuda10” per Warner, il suo percorso discografico è diventato più specifico e orientato, arrivando a ottenere hit popolari a livello nazionale come “Mon Amour” e la recentissima uscita “Disco Paradise” in collaborazione con Fedez e gli Articolo 31.
Quali sono gli aspetti principali di questa trasformazione? Sicuramente Annalisa e il suo team hanno trovato un modo per rivolgersi a un pubblico più giovane, in modo più diretto e forse meno televisivo, considerando la sua provenienza. Inoltre, possiamo notare immagini e testi leggermente più espliciti, senza la preoccupazione costante di evitare di dire qualcosa di dettagliato che potrebbe suscitare reazioni da parte degli addetti ai lavori nel mercato televisivo.
La chiave di tutto ciò è stata probabilmente proprio questa: un tentativo di superare i limiti imposti dagli anni di televisione, che ha portato a sviluppare uno dei progetti più interessanti nel panorama del pop italiano degli ultimi anni.
Articolo a cura di Samuele Meante!